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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO II<br />

poteri amministrativi, Esdra <strong>la</strong>vora a ricostruire <strong>la</strong> nazionalità del popolo ebraico.<br />

L’editto reale gli dà evidentemente <strong>la</strong> missione di formare un popolo distinto dagli<br />

altri e governato dalle sue proprie leggi religiose e civili. Ora, il potere di restaurare<br />

politicamente Gerusalemme comprendeva quello di riedificare <strong>la</strong> città, poiché questa<br />

ricostruzione era un seguito dell’organizzazione politica. Costruire una città, in effetti,<br />

non significa so<strong>la</strong>mente costruire delle case e dei bastioni, ma riunirvi dei cittadini e<br />

farvi regnare delle leggi 100 ... Esdra non aveva infatti bisogno di una missione più<br />

specifica per ricostruire Gerusalemme: era autorizzato a stabilire nel<strong>la</strong> sua nazione<br />

una forma di governo; doveva stabilire dei tribunali incaricati di fare eseguire le leggi<br />

di Mosè e di punire, pure con l’ultimo supplizio, i refrattari, chiunque fossero; era<br />

infine autorizzato a prendere delle misure per garantire <strong>la</strong> sicurezza del popolo che gli<br />

era affidato e per migliorare <strong>la</strong> sua situazione... Artaserse, permettendo il<br />

ristabilimento d’una città a Gerusalemme, permetteva dunque, nello stesso tempo, di<br />

costruire delle case e di mettervisi al riparo dagli attacchi del nemico». 101<br />

«Questa restaurazione operata da Esdra è, dopo <strong>la</strong> missione di Mosè, il più grande<br />

avvenimento del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> giudaica. Seguendo <strong>la</strong> tradizione ebraica, Esdra,<br />

raccogliendo i libri sacri, fissò il canone (450 a.C.)... Esdra fu così l’autore del<strong>la</strong><br />

restaurazione materiale e religiosa del popolo giudaico». 102<br />

Artaserse autorizzò Esdra ad agire «secondo <strong>la</strong> sapienza del suo Dio». 103 Questo<br />

scriba non poteva non ignorare che secondo le parole di Isaia, Geremia, e di Daniele<br />

stesso, <strong>la</strong> ricostruzione nazionale faceva parte del piano di Dio. Infatti scriveva:<br />

«Poiché noi siamo schiavi; ma il nostro Dio non ci ha abbandonati nel nostro<br />

servaggio; ché anzi ha fatto sì che trovassimo benevolenza presso i re di Persia i quali<br />

ci hanno dato tanto respiro da potere rimettere in piedi <strong>la</strong> casa dell’Iddio nostro e<br />

restaurare le rovine, e ci hanno concesso un ricovero (un chiuso, un riparo, un rifugio)<br />

in Giuda e in Gerusalemme». 104<br />

fortificazioni”, o “piazza e muraglie” sarebbero accettabili. Nel<strong>la</strong> ricostruzione di una città negligere le muraglie ed<br />

insistere sui fossati è ben strano.- Walvoord, facendo probabilmente allusione al testo del<strong>la</strong> masora, ammette che <strong>la</strong><br />

paro<strong>la</strong> tradotta con “muro” (harûs) non è <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> normale per muro (hôma). La radice haras significa: tagliare,<br />

aguzzare, decidere.- In Daniele 11:36 <strong>la</strong> stessa radice viene tradotta: ordinato, decretato, ecc. Questa traduzione <strong>la</strong><br />

si dovrebbe mantenere anche per Daniele 9:25.- A voce unanime <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> haratz non significa mai muraglia. La<br />

traduzione “piazza e giudizi” sarebbe un'associazione logica, tanto più che le piazze in Oriente erano le corti dei<br />

giudici, i giudici erano seduti vicino al<strong>la</strong> porta. Storicamente Esdra 7:25 ci par<strong>la</strong> di giudizi» P. Winandy, o.c., pp.<br />

260,265,266,269. In tutta <strong>la</strong> <strong>storia</strong> d’Israele non si par<strong>la</strong> mai di scavo di fossati. Gerusalemme era così disposta: estsud<br />

valle del Cedron, sud-ovest valle di Hinnon, nord muraglia. La parte nord era <strong>la</strong> più debole e tutti gli attacchi<br />

venivano da quel<strong>la</strong> parte. Nessuno però menziona nel<strong>la</strong> ricostruzione scavi fatti in quel<strong>la</strong> zona. L’opera più<br />

considerevole in questo senso: KENYON K. M., Jerusalem, Excavating 3000 Years of History, Thames and Hudson,<br />

1969, non fa nessuna allusione. E. Rey traduceva: «Le piazze saranno ristabilite e i giudici ristabiliti» REY Eugène,<br />

Une nouvelle traduction de Daniel 9:24-27, in Revue Adventiste, marzo 1938, pp. 4,5. L’editto di Artaserse<br />

confermerebbe queste traduzioni per il fatto che menziona il ristabilimento dei giudici e dei magistrati (Esdra 7:25).<br />

99<br />

Esdra 7:26.<br />

100<br />

Cicerone diceva giustamente a questo proposito: «Urbis, oppidum muro cinctum; civitas vero, coctus, hominum<br />

jure sociatus».<br />

101<br />

J. Fabre d’Envieu, o.c., t. II, pp. 1061,1062.<br />

102 Th. Mémain, o.c., p. 43.<br />

103 Esdra 7:25.<br />

104 Esdra 9:9.<br />

84<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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