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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XX<br />

Il tempio di Gerusalemme che era fortificato, o, nel senso spirituale, il tempio che<br />

era <strong>la</strong> fortezza del popolo del patto, è stato profanato e ha subìto l’abominazione nel<br />

70 d.C.<br />

Sebbene si possa vedere nelle parole di Gesù una allusione al nostro testo, <strong>la</strong><br />

distruzione del tempio e di Gerusalemme, ad opera di Tito, è stata chiaramente<br />

annunciata in Daniele IX:27: «Distruggerà <strong>la</strong> città ed il santuario».<br />

Crediamo sia più corretto vedere in queste espressioni di Daniele XI:31: «Delle<br />

forze… profaneranno il santuario, <strong>la</strong> fortezza, sopprimeranno il continuo e vi<br />

collocheranno l’abominazione <strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione» i versetti 11 e 12 del capitolo VIII, 106<br />

1. Col versetto 31 si interrompe lo svolgimento cronologico e partico<strong>la</strong>reggiato tra Seleucidi e Tolomei e si passa ad<br />

un potere nuovo presentato nel suo insieme.<br />

2. Si passa dal 170 a.C. del versetto 30, all’opera svolta dal Pontifex Romano del versetto 31 saltando 240 anni (170<br />

a.C. + 70 d.C.), se il testo si riferisce al<strong>la</strong> distruzione del Tempio di Gerusalemme al tempo di Tito, o aggiungendo<br />

ancora almeno quattro secoli se l’azione descritta è compiuta dal papato. Come spiegare questo salto ?<br />

3. Per mantenere il parallelismo con il capitolo 8 si sarebbe dovuto presentare il sorgere di Roma al<strong>la</strong> fine dei<br />

Diadochi, dopo il 31 a.C. Qui Roma si presenta un secolo dopo con Tito, o in un tempo ancora più lontano se si<br />

presenta nelle vesti del papato.<br />

4. L’obiezione più complessa crediamo sia: Perché l’“egli” del versetto 29, corrisponde al “lui” del versetto 30 e i<br />

due pronomi si riferiscono ad Antioco, mentre al versetto 31 il “lui” <strong>diventa</strong> Roma?<br />

A queste obiezioni possiamo rispondere:<br />

1. Crediamo che <strong>la</strong> precisione cronologica e partico<strong>la</strong>reggiata dei fatti, tra il re del Nord ed il re del Sud, sia stata<br />

presentata per essere di supporto, di cornice al quadro profetico, allo scopo di meglio inquadrare e precisare<br />

quanto verrà detto nei versetti 40-45 per il tempo del<strong>la</strong> fine, quando i territori geografici del re del Nord e del re<br />

del Sud segneranno, assieme al potere romano, <strong>la</strong> fase finale del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>. Anche coloro che nel<strong>la</strong> spiegazione del<br />

versetto 14 introducono Roma e al versetto 22 <strong>la</strong> morte di Gesù si trovano di fronte al<strong>la</strong> stessa obiezione. Nel<br />

versetto 28 giungono fino a Cesare Augusto nel 29 a.C., con una applicazione anche a Tito nel 70 d.C., per saltare<br />

nel IV secolo al versetto 29. Chi crede che dal versetto 22 al versetto 30 si presenta Roma imperiale al tempo di<br />

Tiberio salta al<strong>la</strong> Roma papale al versetto 31.<br />

2. Una volta delimitato il confine entro cui il potere finale svolgerà <strong>la</strong> sua opera, continuare in forma cronologica <strong>la</strong><br />

presentazione del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> seleucida e tolomaica, potrebbe essere un ribadire l’intenzionalità del testo, che una<br />

volta compreso non ha bisogno di essere ripetuto.<br />

3. Roma, nei capitoli 7 e 8 è stata ampiamente presentata nelle sue evoluzioni. Propor<strong>la</strong> ancora, con lo stesso<br />

linguaggio d’insieme, in questo capitolo, crediamo sia una conferma indiretta del legame che questo testo ha con i<br />

capitoli precedenti.<br />

4. Il testo biblico non ci viene molto in aiuto, ma <strong>la</strong> <strong>storia</strong> lo fa in un modo sufficiente, anche se <strong>la</strong> risposta può<br />

sembrare debole. Antioco non ha fatto una IV campagna militare in Egitto. Continuare con Antioco dopo<br />

l’intervento delle navi di Kittim significherebbe soffermarsi su questa persona fino al versetto 39 per poi<br />

commentare i versetti 40-45, come IV invasione di Antioco in Egitto, con una <strong>storia</strong> che non c’è stata o sostenere<br />

che quest’ultimo brano abbia un valore riepilogativo delle invasioni precedenti, cosa che non convince nel<br />

confronto con <strong>la</strong> chiarezza del testo e crediamo che sia in contrasto con il testo stesso (40-45) che presenta tre<br />

personaggi : “lui”, il “re del Nord” e il “re del Sud”. Se nei versetti precedenti il “lui” indicava il re del Nord, per<br />

il richiamo al soggetto ben definito nel versetto 15, dal versetto 31 o il “lui” si riferisce al soggetto delle navi di<br />

Kittim o si dovrebbe risalire al “lui” del versetto 15 e attribuirlo a Roma come altri commentatori hanno fatto con<br />

spiegazioni che sono poco sostenibili, come abbiamo riportato. Vedere nota 70.<br />

106 J. Vuilleumier scriveva che il passo parallelo di 8:11,12 era 11:31 e commentava: «Il santuario, <strong>la</strong> fortezza e il<br />

continuo sembrano essere termini sinonimi... e tutto sembra un susseguirsi, una accentuazione del<strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong><br />

santa alleanza … Non si tratta so<strong>la</strong>mente di una irritazione contro <strong>la</strong> santa alleanza e di una intesa con coloro che <strong>la</strong><br />

rinnegarono, ma di una profanazione del<strong>la</strong> verità in ciò che essa ha di più intimo, di più sacro, e di una persecuzione<br />

aperta del culto in spirito e verità per mettere al suo posto l’abominazione che causa <strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione. ... Il santuario<br />

del<strong>la</strong> verità e del<strong>la</strong> santità era profanato. Il candeliere (Apocalisse 1:20) del cristianesimo apostolico, che avrebbe<br />

dovuto bril<strong>la</strong>re di una pura e continua luce, era spento; o almeno <strong>la</strong> sua luce non era più visibile nel<strong>la</strong> fortezza del<strong>la</strong><br />

cristianità, e si era dovuta rifugiare nei luoghi ritirati. La Chiesa pura... si era nascosta nel “deserto” (Apocalisse<br />

12:6,14). Bernard di C<strong>la</strong>irvaux (San Bernardo 1091-1151) scriveva al papa Eugenio III: “Ah! che prima di morire io<br />

844<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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