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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO III<br />

Paolo VI, all’apertura del<strong>la</strong> III sessione del Concilio, il 14 settembre 1964, nel suo<br />

discorso ripeté sin dall’inizio solennemente e a ben quattro volte: «Hic revera est<br />

Ecclesia. Nos ipsi hic Ecclesiam efficimus» - La Chiesa è realmente qui, siamo noi<br />

che abbiamo fatto <strong>la</strong> Chiesa.<br />

Il Concilio è stato caratterizzato da una costante e forte autocritica, talvolta molto<br />

audace: in quasi ogni congregazione generale si levarono padri per fare una severa<br />

disamina dell’organizzazione del<strong>la</strong> Chiesa, del tenore di vita dei vescovi, del<br />

predominio del<strong>la</strong> gerarchia, del<strong>la</strong> superstizione nel<strong>la</strong> pietà popo<strong>la</strong>re, del<strong>la</strong> passività<br />

dei fedeli nel<strong>la</strong> celebrazione del<strong>la</strong> messa e delle deficienze di altri aspetti del<strong>la</strong> vita<br />

ecclesiastica cattolica, senza però intaccare con i loro interventi <strong>la</strong> dottrina del<strong>la</strong><br />

Chiesa.<br />

La visione che oggi offre il cristianesimo moderno dimentica alcuni insegnamenti<br />

biblici e allora viene naturale pensare «che il cristianesimo fu un movimento religioso<br />

di lunga mano preparato dalle condizioni di civiltà che si erano venute creando nel<strong>la</strong><br />

società mediterranea fin dall’epoca del<strong>la</strong> fondazione delle grandi monarchie per opera<br />

dei successori di Alessandro. ... Il cristianesimo fu una formazione composita, un<br />

prodotto ibrido, un incontro di affluenze diverse se non addirittura eterogenee». 263<br />

Se questo è quanto si può affermare del<strong>la</strong> Chiesa di maggioranza, dobbiamo anche<br />

riconoscere onestamente che i tre aspetti con i quali abbiamo cercato di presentare<br />

questi insegnamenti dimenticati coinvolgono ancora oggi le Chiese cristiane. Venga<br />

presto il tempo in cui: «Avendo aperto il cuore all’amore del<strong>la</strong> verità per essere<br />

salvate» <strong>la</strong>scino l’errore, <strong>la</strong> «tradizione» e <strong>la</strong> menzogna per servire veramente il<br />

Signore Gesù Cristo.<br />

«Poiché <strong>la</strong> Scrittura è <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> di ogni verità, ... non è lecito agli uomini e neppure<br />

agli angeli aggiungere, diminuire o cambiare alcunché. Ne segue che né antichità, né<br />

costumi, né <strong>la</strong> moltitudine, né <strong>la</strong> sapienza umana, né i giudizi, né le dichiarazioni, né<br />

gli editti, né i decreti, né i concili, né le visioni, né i miracoli devono essere in<br />

opposizione a questa Scrittura; ma al contrario ogni cosa deve essere esaminata,<br />

rego<strong>la</strong>ta e riformata in accordo con essa».<br />

È ora ormai che questa dichiarazione di fede di <strong>la</strong> Rochelle trovi <strong>la</strong> sua<br />

realizzazione.<br />

263 GENTILE Panfilo, Storia del Cristianesimo, Mi<strong>la</strong>no 1975, pp. 9,10.<br />

198<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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