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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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LA CHIAVE DELL’APOCALISSE<br />

“Caduta, caduta è Babilonia <strong>la</strong> grande... Uscite da essa o popolo mio affinché non<br />

siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe”. 137<br />

Una nuova fase del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> europea<br />

Dagli anni quaranta ad oggi non crediamo che ci sia stato un momento storico così<br />

partico<strong>la</strong>rmente denso di fiduciosa attesa come il nostro per l’Europa e anche per il<br />

mondo.<br />

La “cortina di ferro”, eretta a seguito del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale, sanciva <strong>la</strong><br />

divisione dei Paesi dell’Europa: all’Ovest le Nazioni alleate con gli Stati Uniti<br />

d’America, <strong>la</strong> NATO; all’Est i Paesi sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, uniti nel<br />

patto di Varsavia. L’Europa divisa non contrapponeva più delle Nazioni, ma dei<br />

blocchi, delle ideologie, dei sistemi di governo opposti che operavano per lo sviluppo,<br />

il progresso e <strong>la</strong> libertà dei popoli.<br />

La “guerra fredda”, espressione coniata in Occidente, che si esprimeva con <strong>la</strong><br />

corsa all’autodifesa, con impegni finanziari enormi, con armamenti sempre più<br />

sofisticati e costosi, ha caratterizzato i rapporti tra l’Est e l’Ovest con momenti di<br />

profonda drammaticità: nel 1956 quando i carri armati dell’armata rossa invasero<br />

l’Ungheria, nel 1961 quando si eresse a Berlino il “Muro” del<strong>la</strong> vergogna e nel 1968<br />

quando ancora l’armata rossa entrò in Cecoslovacchia per sostituire i governanti.<br />

La “cortina di ferro” ha impedito che le popo<strong>la</strong>zioni dell’Est emigrassero nei paesi<br />

dell’Ovest visti come l’Eldorado, anche se <strong>la</strong> maggioranza del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione del<br />

socialismo reale credeva che in Occidente gli operai erano privati dai loro diritti di<br />

<strong>la</strong>voratori. La perestrojka di Gorbaciov ha portato l’URSS a non presentarsi più<br />

come <strong>la</strong> guardiana dei Paesi alleati e ha permesso che un nuovo vento soffiasse<br />

all’Est.<br />

Nel breve spazio di qualche settimana si è assistito al<strong>la</strong> sgreto<strong>la</strong>mento di un<br />

castello, di un sistema, di un mondo fino a ieri inespugnabile, ma sempre all’erta nel<br />

far sentire <strong>la</strong> propria minaccia, e negli anni Settanta citato come modello per risolvere<br />

le congiunture economiche dell’Occidente. “Tutto è avvenuto ad un ritmo che mozza<br />

il fiato, suscitando altrettanta inquietudine che speranze, altrettante incertezze che<br />

compiacimenti”. 138<br />

Una delle cause prime di questo crollo del<strong>la</strong> “cortina di ferro” è stata <strong>la</strong> situazione<br />

economica di tutti i Paesi, in testa <strong>la</strong> Russia. Paesi ricchi di risorse, ma a causa di<br />

coloro che, ad ogni livello, esercitavano il potere nel nome di una ideologie politica<br />

che non ha cambiato i cuori e guarito gli uomini dai loro egoismi personali e<br />

ambizioni, hanno creato crisi economica e morale a tutti i livelli non più sostenibile se<br />

non si vuole minacciare <strong>la</strong> sopravvivenza dei Paesi.<br />

137 Apocalisse 14:9,10; 18:2,4.<br />

138 VIOLA Sandro, La Repubblica, 10/11/1989, p. 2.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 793

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