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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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IL CARDINE DELLA STORIA<br />

multa pecuniaria o col carcere». Esdra commenta questo decreto con le seguenti<br />

parole: «Benedetto sia l’Eterno, l’Iddio dei nostri padri, che ha così disposto il cuore<br />

del re ad onorare <strong>la</strong> casa dell’Eterno, a Gerusalemme, e che mi ha conciliato <strong>la</strong><br />

benevolenza del re, dei suoi consiglieri e di tutti i suoi potenti capi». 94 Questo è il solo<br />

decreto imperiale che è seguito da una benedizione e da una lode a Dio.<br />

Esdra <strong>diventa</strong> così il capo del<strong>la</strong> seconda carovana che, formatasi a Babilonia con <strong>la</strong><br />

promulgazione di questo editto il primo giorno del primo mese, arriva a Gerusalemme<br />

il primo giorno del quinto mese, 95 cioè nel luglio del 457 a.C. Scrive K. Auberlen: «Il<br />

ritorno di Esdra nel 457 a.C., è <strong>la</strong> so<strong>la</strong> data che risponde alle esigenze del testo ben<br />

compreso». 96<br />

«In questo editto, che sviluppa considerevolmente quello di Ciro e di Dario,<br />

Artaserse impegna prima di tutto i Giudei sparsi nell’Impero Persiano a rientrare nel<br />

loro paese. Ma i Giudei avevano di già, a seguito dell’editto di Ciro, <strong>la</strong> libertà di<br />

andare in Palestina, e non si vede con quale scopo si sarebbe fatta una nuova<br />

immigrazione, se questa non fosse stata per ricostruire uno Stato ebraico... Il potere<br />

del riscritto reale è, inoltre, munito di un potere quasi illimitato. Il decreto di<br />

Artaserse è, in effetti, molto <strong>la</strong>rgo: comprende il “potere legis<strong>la</strong>tivo” 97 , il “potere<br />

giuridico” 98 lo “jus g<strong>la</strong>dii” (il potere esecutivo) 99 ... Così investito dei più grandi<br />

94<br />

Esdra 7:12-14,18,23,25,28.<br />

95<br />

Esdra 7:9.<br />

96<br />

K. Auberlen, o.c., p. 160.<br />

A favore di questa data W.H. Shea scrive: «a) Gli storici c<strong>la</strong>ssici hanno registrato le date di questo regno con<br />

precisione, esprimendole in termini olimpiaci. Da Senofonte e da Tucidide, sono state trasmesse da Plutarco allo<br />

storico cristiano Giulio l’Africano. b) Il canone dell’astronomo alessandrino Tolomeo contiene una lista di eclissi che<br />

si sono prodotte nel passato e risalgono fino all’anno 457 a.C. Esse sono datate in funzione dei regni dei diversi re. Le<br />

eclissi menzionate per il periodo persiano fanno intervenire gli anni di regno di Artaserse I, permettendo di fissarli con<br />

<strong>la</strong> massima certezza. c) I papiri di Elefantina, in Egitto, sono stati redatti in aramaico da dei Giudei che vivevano in<br />

quell’iso<strong>la</strong> durante il periodo persiano. Riportano un doppio periodo di date: quelle del calendario lunare persianobabilonese<br />

e quelle del calendario egiziano. Questi due calendari si sviluppano in un modo diverso, nel senso che il<br />

cambio degli anni avvengono in momenti diversi, se li compariamo al calendario giudaico. Così, facendo dei<br />

confronti, siamo in condizione di fissare gli anni di regno dei sovrani persiani e di Artaserse I. d) Le tavolette<br />

cuneiformi babilonesi forniscono una lista re<strong>la</strong>tivamente completa di re che hanno regnato dall’anno 626 a.C. all’anno<br />

75 del<strong>la</strong> nostra era. R.A. PARKER - W.H. DUDUDDESTEIN ne hanno fatto una recensione nel<strong>la</strong> loro opera Babylonian<br />

Chronology, Providence, R.I. Brown University 1956. Queste tavolette permettono di calco<strong>la</strong>re le date del regno di<br />

Artaserse I, in funzione del calendario giuliano. Queste quattro fonti d'informazioni cronologiche sono unanimi: il<br />

settimo anno del regno d’Artaserse I si è esteso dal primo mese (Nisan) dell’anno 458 a.C. fino al<strong>la</strong> primavera<br />

dell’anno seguente, in altre parole il dodicesimo mese (Adar) dell’anno 457. Considerando l’armonia che esiste su<br />

questo argomento tra le diverse fonti indicate, possiamo considerare queste date come essendo fissate in modo fermo e<br />

irrevocabile» o.c., pp. 282,283.<br />

97<br />

Esdra 7:14.<br />

98<br />

Esdra 7:25.<br />

Diverse versioni traducono <strong>la</strong> frase contenuta nel versetto 25 nel modo seguente: «Gerusalemme verrà ricostruita<br />

“piazze e mura” con “piazza e fossati”. Ora <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> fossi può essere tradotta anche giudizio. Questa è <strong>la</strong> tesi di P.<br />

Winandy, o.c.. A pag. 279 egli dà questa traduzione: «(Gerusalemme) ritornerà e sarà restaurata nel<strong>la</strong> sua gran piazza<br />

e nei suoi giudizi (sentenze)». «Piazza e fossati» è una curiosa associazione.- Questa traduzione è forse causata dal<br />

fatto che in arabo <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> ha valore di “fendere”, “graffiare”, in assiro “scavare”, probabilmente “decidere”, in<br />

fenicio “gravare”... Lo studio dettagliato di questa paro<strong>la</strong> (fossati) nel Tenach (abbreviazione ebraica di ciò che i<br />

cristiani chiamano Antico Testamento), ci porta in ogni caso all’osservazione seguente: nelle 26 occasioni in cui <strong>la</strong><br />

radice haratz sotto una forma o sotto un’altra è impiegata al di fuori di Daniele 9:25, non ha mai il significato di<br />

fossato. Per contro... l’idea del giudizio, sotto forma sostantiva o aggettivata si riscontra in diversi altri testi: Gioele<br />

3:14; Giobbe 14:5; Isaia 10:22.- In nessun passo per <strong>la</strong> ricostruzione di Gerusalemme si par<strong>la</strong> di fossati. “Piazza e<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 83

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