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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO VI<br />

degli apostoli; ma nessuno di loro (dei vescovi di Roma) l’ha mai preso, e ha voluto<br />

servirsene, per paura che, se questo privilegio era accordato a uno, tutti gli altri<br />

fossero privati dell’onore che è loro dovuto... Questo uomo (Giovanni il digiunatore),<br />

che disprezza l’obbedienza ai canoni, deve essere umiliato dall’ordine del nostro<br />

piissimo Sovrano sì, deve essere castigato, colui che ha fatto una ingiuria al<strong>la</strong> Chiesa<br />

cattolica; colui il cui cuore si è elevato e che cerca di compiacersi da se stesso,<br />

adottando un titolo straordinario, che lo eleva al di sopra dell’imperatore!... (poi<br />

aggiungeva) Chiunque si eleva sarà abbassato”. 76<br />

Questa lettera non ebbe l’effetto sperato e il vescovo successore di Giovanni ne<br />

conservò il titolo.<br />

Maurizio, imperatore di Costantinopoli, invitò Gregorio I a non fare uno scandalo<br />

per “una sofisticheria di stile”.<br />

Per “questa sofisticheria di stile” Gregorio rispose all’imperatore: “Io dico senza <strong>la</strong><br />

minima esitazione che chiunque si chiama il vescovo universale o desidera questo<br />

titolo, è, per il suo orgoglio, il precursore dell’anticristo, poiché egli pretende anche di<br />

elevarsi al di sopra degli altri. L’errore nel quale cade viene da un orgoglio uguale a<br />

quello dell’anticristo, perché, come questo perverso vuole essere considerato elevato<br />

al di sopra degli altri uomini, come un Dio, così chiunque desidera essere chiamato<br />

solo vescovo si eleva al di sopra degli altri”. 77<br />

Una rondine nel firmamento del papato non fa primavera. Se Gregorio I è stato un<br />

grande vescovo, non così si può dire dei suoi successori e predecessori. G. Calvino<br />

scriveva: “San Gregorio detesta una tale dominazione come esecrabile, piena di<br />

sacrilegio, e propria all’anticristo solo. A chi crederemo, al papato che al papa<br />

stesso?”. 78<br />

Nel 607 Bonifacio III, indipendentemente dal suo predecessore Gregorio I,<br />

sollecita per sé, al nuovo imperatore Foca, il titolo di Vescovo Universale.<br />

Questo imperatore, che aveva usurpato il trono con l’assassinio di Maurizio, e<br />

voleva diminuire l’influenza del vescovo di Costantinopoli, lo spogliò del titolo che<br />

portava da diversi anni assegnandolo a Bonifacio III, ponendo così <strong>la</strong> Chiesa di Roma<br />

al<strong>la</strong> testa di tutte le chiese del<strong>la</strong> cattolicità.<br />

76<br />

Gregorio, Epistole Gregorio Magno, XXXII; cit. da GUERS Émile, Histoire abregée de l’Eglise, Genève 1850, pp.<br />

87-92. A proposito di Matteo 16:18 questo vescovo di Roma diceva: “Perseverate nel<strong>la</strong> vera fede, fondate<br />

solidamente <strong>la</strong> vostra vita sul<strong>la</strong> roccia del<strong>la</strong> Chiesa, cioè sul<strong>la</strong> confessione di S. Pietro, il principe degli apostoli”. I<br />

papi Felice III (526-530), Nico<strong>la</strong> I (858-867) e Giovanni VIII (872-882) davano ancora questa spiegazione. Anselmo,<br />

arcivescovo di Canterbury, nell’XI secolo, spiegava: “Io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra (che è Gesù e<br />

portava così <strong>la</strong> mano sul petto) io edificherò” Idem, pp. 110,111. Per una interpretazione patristica inviamo il lettore a<br />

SALVONI Fausto, Da Pietro al Papato, Genova 1970, pp. 91-98. “Quanti Padri si sono occupati di questi passi (Matteo<br />

16:18; Giovanni 21:18)! Pure nessuno di quelli di cui possediamo tuttora i commentari, Origene, Crisostomo, I<strong>la</strong>rio,<br />

Agostino, Cirillo, Teodoreto, né quelli le cui spiegazioni sono raccolte nelle catene hanno designato, sia pur con una<br />

sil<strong>la</strong>ba, il primato di Roma come conseguenza del<strong>la</strong> missione data a Pietro e delle promesse ch’egli aveva ricevuto.<br />

Neppure uno fra loro ha interpretato <strong>la</strong> “pietra” o fondamento sul quale il Cristo vuol edificare <strong>la</strong> sua Chiesa come un<br />

incarico partico<strong>la</strong>rmente conferito a Pietro e, dopo di lui, trasmissibile ereditariamente; essi intendevano con ciò il<br />

Cristo stesso o <strong>la</strong> fede di Pietro confessata in Cristo” I. Doellinger, o.c., pp. 42, 43.<br />

77<br />

Gregorio I, Epistole, libro VII, lettera XXXII; vedere MIGNE, P.L., LXXII, col. 891, 892; cit. da È. Guers, o.c., pp.<br />

92,93; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 39.<br />

78<br />

CALVIN Jean, L’Intérim, 1549, p. 141, ed. <strong>la</strong>tina 1549, p. 116; cit. da A.F. Vaucher, o.c., p. 39.<br />

278<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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