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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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<strong>la</strong> sua divinità. Essi lo fecero di ma<strong>la</strong>voglia, ma infine cedettero, e dei decreti solenni<br />

salutarono in Alessandro l’uguale dei più grandi dèi. La divinità di Alessandro restò<br />

popo<strong>la</strong>re dopo <strong>la</strong> sua morte, e il suo culto rimase ancora per molto tempo dopo <strong>la</strong><br />

conquista dei rimasugli del suo impero dal<strong>la</strong> potenza romana... I Tolomei ereditarono<br />

dei titoli dai Faraoni. Essi furono, come loro, figli di Ra, e, nei templi del<strong>la</strong> religione<br />

egiziana, furono associati agli dei del paese... Con dei mezzi un po’ diversi i Seleucidi<br />

arrivarono agli stessi risultati. Essi portarono secondo i loro desideri il titolo di<br />

Salvatore e quello di Dio... Ecco ciò che i Romani trovarono stabilito quando si<br />

appropriarono di queste regioni... Era dunque naturale che il giorno in cui al<strong>la</strong><br />

repubblica fosse successa una monarchia, il principe avrebbe trovato, da parte dei<br />

popoli greci, <strong>la</strong> stessa premura all’adorazione». 98<br />

Al<strong>la</strong> morte di Alessandro, Lisimaco eresse l’acropoli di Pergamo e vi depose 9000<br />

talenti <strong>la</strong> cui custodia fu affidata a Filotero (283-263 a.C.) il quale, al<strong>la</strong> morte di<br />

Lisimaco, si appropriò del tesoro e fondò una dinastia indipendente. A questo regno<br />

aderirono <strong>la</strong> Misia, <strong>la</strong> Lidia, <strong>la</strong> Caira, <strong>la</strong> Panfilia e <strong>la</strong> Frigia. Con Eumenes II questo<br />

regno raggiunse l’apice del suo splendore e Attalo III Filometore (138-133) lo<br />

mantenne con l’appoggio dei Romani, i quali lo ereditarono nel 133 a.C. facendone<br />

una provincia romana nel l29 a.C. col nome di Asia Propria, mantenendo come<br />

capitale Pergamo. I re di questo regno erano considerati come delle divinità. La<br />

devozione a questi re continuò nel culto ai Cesari romani quando eressero sopra<br />

l’acropoli il primo tempio del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> al<strong>la</strong> dea Roma e al dio Augusto, nel 29 a.C.<br />

Prima di Ottaviano Augusto, Giulio Cesare aveva cercato di creare in Roma una<br />

monarchia simile a quel<strong>la</strong> dei regni ellenici. I pugnali di Bruto e Cassio posero fine<br />

al<strong>la</strong> sua impresa.<br />

Sebbene Ottaviano Augusto si presentasse a Roma «e ai Romani nel<strong>la</strong> toga<br />

repubblicana, il mondo, e soprattutto l’Oriente, lo vedeva rivestito dal manto di<br />

porpora di Alessandro». 99<br />

Era riservato in Roma, e adorato nelle province, ma <strong>la</strong> monarchia di tipo ellenico<br />

doveva con il tempo conquistare <strong>la</strong> capitale stessa. Nell’anno 27 a.C. il Senato attribuì<br />

ad Augusto il nome di dio, conferendo al<strong>la</strong> sua persona un carattere sacro. Nel 26 a.C.<br />

<strong>la</strong> propaganda al culto dell’imperatore uscì da Pergamo e creò in Spagna, a<br />

Tarragona, un nuovo centro di adorazione. «Nell’anno 12 a.C. - ultima delle grandi<br />

tappe - al<strong>la</strong> morte di Lepido, Augusto si fece nominare Sommo Pontefice. Questo atto<br />

risuscitò, a profitto dell’imperatore, l’antica unione del trono e dell’altare rotta con <strong>la</strong><br />

caduta dei re, e lo costituì, sotto una forma visibile, capo ufficiale del<strong>la</strong> religione<br />

romana». 100<br />

Il sistema pontificio che Numa Pompilio creò a Roma nel VI secolo a.C. il cui<br />

presidente control<strong>la</strong>va tutti i riti religiosi pubblici o privati del popolo romano, «non<br />

era che un germoglio del grande sistema babilonese primitivo». 101<br />

98 E. Beurlier, o.c., p. 3,4.<br />

99 LIETZMANN H., Histoire de l’Eglise ancienne, Paris 1950, p. 176.<br />

100 HOMO Léon, De <strong>la</strong> Rome païenne à <strong>la</strong> Rome chrétienne, Paris 1950, p. 41.<br />

101 HISLOP Alexandre, Les Deux Babylones, Paris, ed. 1972, p. 364.

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