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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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INTRODUZIONE<br />

interpretazioni che si confutano a vicenda e non hanno mai soddisfatto pienamente<br />

nessuno.<br />

Il grande Bengel diceva: Daniele «è il politico, il cronologista e lo storico tra i<br />

profeti», 19 e l’Apocalisse: «è il libro più importante del<strong>la</strong> Scrittura perché è l’unico<br />

chiamato <strong>la</strong> Rive<strong>la</strong>zione di Gesù». 20<br />

19 «Daniele ha avuto delle intuizioni profetiche che sono state, con ragione, considerate tra gli oracoli più notevoli<br />

dell’Antico Testamento. La <strong>profezia</strong> apocalittica ricorda, in effetti, e indica in un modo più manifesto una azione più<br />

estesa di Dio sul veggente. In questo genere d’ispirazione, Dio dona delle luci che superano <strong>la</strong> misura ordinaria delle<br />

rive<strong>la</strong>zioni profetiche. In una paro<strong>la</strong>, <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> apocalittica è l’espressione più perfetta di tutto un ordine di idee, di<br />

tutta una fase del profetismo presso il popolo eletto. Così noi crediamo di poter definire Daniele il più grande dei<br />

profeti che abbia avuto il popolo ebraico; nessun profeta ha avuto un’aureo<strong>la</strong> più luminosa» FABRE d’ENVIEU Jules, Le<br />

Livre du Prophète Daniel, t. I, Paris 1888, p. 55.<br />

20 Cit. da K. Auberlen, o.c., p. 40.<br />

L’insegnamento escatologico sul tempo del<strong>la</strong> fine di Gesù, Paolo e Giovanni ha le radici nello scritto del profeta<br />

Daniele. WESTCOTT ha dichiarato: «Non c’è dubbio che Daniele abbia esercitato una grande influenza sul<strong>la</strong> prima<br />

Chiesa cristiana come nessun altro scritto dell’Antico Testamento». Ernest KÄSEMANN ha affermato che l’apocalisse di<br />

questo libro è «<strong>la</strong> madre del<strong>la</strong> teologia cristiana» cit. da FORD Desmond, Daniel, ed. Foreword by F.F. Bruce, Southern<br />

Publishing Association, Nashille, Tennessee, 1978.<br />

L’influenza teologica del libro di Daniele sul Nuovo Testamento <strong>la</strong> possiamo notare a più riprese. Riportiamo a<br />

tale proposito le considerazioni di LEHMANN Richard, Les liens de parenté entre Daniel et l’Apocalypse, in AA.VV.,<br />

Prophétie et eschatologie, vol. I, Conférences Bibliques Division Eurafricaine, Séminaire Adventiste du Salève, 1982,<br />

pp. 395-420.<br />

A due riprese il Nuovo Testamento fa riferimento a Daniele 2: in Luca 20:18; Matteo 21:44. Daniele 2:35 dice<br />

che <strong>la</strong> pietra «frantumerà» i regni e li disperderà come <strong>la</strong> pu<strong>la</strong> sulle aie d’estate. Matteo e Luca riprendono gli stessi<br />

verbi riportati dal<strong>la</strong> versione greca detta dei LXX in Daniele 2:44: «frantumare» e «venti<strong>la</strong>re». Quest’ultimo (gr.<br />

likmao) lo si ritrova nel<strong>la</strong> LXX in Daniele 2:44, Ruth 3:2; Giobbe 27:21. Gli evangeli riportano i verbi nello stesso<br />

ordine di Daniele, ciò fa pensare a un suo riferimento. Il contesto immediato di Luca 20 è <strong>la</strong> parabo<strong>la</strong> dei cattivi<br />

vignaioli. A prima vista sembra che Gesù voglia realizzare immediatamente <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> di Daniele 2. Ma una lettura<br />

attenta mette in risalto il futuro escatologico. Gli effetti sono posti in un avvenire indeterminato. Inoltre l’espressione<br />

«chiunque» ha un carattere universale. Il giudizio che colpisce Gerusalemme nel 70 d.C. è una testimonianza storica di<br />

ciò che avverrà a «chiunque» rigetti il Messia.<br />

Daniele 7:13, sebbene non sia citato testualmente, è riferito da Gesù stesso e dagli apostoli: Marco 13:26; 14:62;<br />

vedere: Atti 1:9-11; 1 Tessalonicesi 4:17. É possibile che quando Paolo dice che i santi giudicheranno il mondo (1<br />

Corinzi 6:2) pensi a Daniele 7:22 (vedere Apocalisse 20:4). Altri passi di riferimento: Daniele 7:18; 2 Timoteo 2:13;<br />

Luca 22:29,30. Daniele 7:18,22; Matteo 19:28. Daniele 12:1; Marco 13:19. Daniele 12:2; Matteo 25:46. Daniele<br />

12:3, Matteo 13:43. Daniele 2:44;7:18 erano letti dagli apostoli con valore escatologico. 1 Corinzi 4:8 lo dimostra.<br />

Matteo 24:15 richiama Daniele 9:27;11:31.<br />

«Possiamo dire, in conclusione, che nessuna delle profezie di Daniele interpretate nel Nuovo Testamento è<br />

ricevuta come avendo avuto una applicazione nel passato o nel presente dagli scrittori del Nuovo Testamento. Sono<br />

considerate in un quadro cronologico (Matteo 24) e ogni volta sono interpretate escatologicamente... Abbiamo ragione<br />

di pensare che il libro di Daniele sia stato letto dagli autori del Nuovo Testamento come un libro le cui profezie<br />

s’inscrivono in un quadro cronologico e <strong>la</strong> cui realizzazione è attesa in un avvenire indeterminato» R. Lehmann, o.c.,<br />

p. 406.<br />

Gli apostoli hanno visto Daniele 9, le 70 settimane, nel<strong>la</strong> prospettiva messianica? L’hanno letta come noi?<br />

L’hanno vista come una <strong>profezia</strong> a carattere cronologico?<br />

Possiamo affermare di sì. Gli storici sono unanimi nel riconoscere l’attesa messianica nel primo secolo. Abbiamo<br />

delle testimonianze nel Nuovo Testamento: Atti 28:20 (1 Timoteo 1:1); Luca 3:15; Ga<strong>la</strong>ti 4:4. Gesù stesso era<br />

convinto di compiere <strong>la</strong> <strong>profezia</strong>: Giovanni 7:6,8; 2:4; 7:30; 17:1.<br />

«Molto probabilmente <strong>la</strong> Chiesa primitiva ha riconosciuto in Gesù il Cristo, cioè l’Unto, perché essa ha visto in<br />

lui ciò che Daniele 9 aveva annunciato: l’Unto sarà soppresso. D’altronde una importante dichiarazione di Gesù indica<br />

molto bene che avesse in mente Daniele 9 quando dichiara, secondo Matteo 26:28: “Questo è il mio sangue, il sangue<br />

del<strong>la</strong> nuova alleanza, che è sparso per molti...”. M. Filippo fa notare che le parole corrispondono perfettamente a<br />

quelle del<strong>la</strong> <strong>profezia</strong>: fare una solida alleanza con molti. (FILIPPO Mauro, The Seventhy weeks and the great tribu<strong>la</strong>tion,<br />

Boston 1923, p. 81, cit. da D. Ford, o.c., p. 201)» Idem, p. 408.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 17

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