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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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PIANO DELL’APOCALISSE - GESÙ SOMMO SACERDOTE NEL SANTUARIO CELESTE<br />

(Esodo 19:6), il tutto in uno scenario di «tuoni, <strong>la</strong>mpi, fortissimo suono di tromba» (Esodo<br />

19:16). Il libro dell’Esodo poi descrive <strong>la</strong> costruzione del santuario e <strong>la</strong> sua inaugurazione<br />

(capitolo 40). Nei capitoli 4 e 5 di Apocalisse troviamo le stesse espressioni: Giovanni è<br />

invitato a salire (4:1), i credenti saranno un regno di sacerdoti (5:10) e gli arredi del santuario,<br />

tranne <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> del pane.<br />

Crediamo che abbiamo motivo di pensare che questa visione del capitolo 5 indica quanto è<br />

avvenuto al<strong>la</strong> Pentecoste: l’inaugurazione del ministero sacerdotale di Gesù e del Santuario.<br />

L’autore del<strong>la</strong> lettera agli Ebrei scrive a tale proposito: «Ora, il punto essenziale delle cose che<br />

stiamo dicendo è questo: abbiamo un sommo Sacerdote tale che si è seduto al<strong>la</strong> destra del<br />

trono del<strong>la</strong> Maestà nei cieli, ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore e non<br />

un uomo ha eretto» (Ebrei 8:1,2)<br />

Gesù può essere sommo Sacerdote perché è stato vittima, Agnello immo<strong>la</strong>to. Questi due<br />

ruoli, di vittima e di sacerdote, sono inseparabili. È il nuovo modo di essere dell’Eterno fatto<br />

uomo, il Salvatore che Isaia aveva annunciato e che in Gesù si compie (Isaia 44:6). In virtù<br />

del<strong>la</strong> sua morte e del<strong>la</strong> sua resurrezione Gesù può assicurare <strong>la</strong> vittoria del<strong>la</strong> Chiesa. È lui che<br />

si è presentato come uno dei suoi fratelli, e mediante <strong>la</strong> sua morte ha vinto il nemico (Ebrei<br />

2:14,17). Nel<strong>la</strong> persona di Gesù il cielo e <strong>la</strong> terra sono uniti. Gesù-Dio rappresenta <strong>la</strong> divinità<br />

accanto ai credenti (Giovanni 14:9).<br />

Come al<strong>la</strong> prima Pentecoste Mosè offrì il sangue del sacrificio per ratificare il patto del<br />

Sinai, patto di redenzione (Esodo 24:8; confr. 20:2; Deuteronomio 9:11) con il quale Israele<br />

si costituiva come popolo, qui in Apocalisse il sangue dell’Agnello immo<strong>la</strong>to (Apocalisse 5:6)<br />

è l’elemento «del patto» (Matteo 26:28; Esodo 24:8) per ricondurre gli uomini a Dio i quali<br />

costituiscono un popolo di re e sacerdoti (Apocalisse 5:9,10).<br />

Durante il corso del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> ed il ministero sacerdotale di Gesù una domanda sale dal<br />

sangue dei martiri al<strong>la</strong> presenza dell’Eterno: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e<br />

veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra <strong>la</strong> terra?»<br />

(6:10). Nel libro di Daniele abbiamo <strong>la</strong> risposta: «Fino a duemi<strong>la</strong>trecento sere e mattine poi il<br />

santuario sarà purificato» (8:14) e il profeta dell’Antico Testamento già aveva visto il giudizio<br />

che si compie nel cielo e gli viene detto che dopo di ciò i santi riceveranno il regno (Daniele<br />

7:9,22,27). Giovanni, dopo aver udito <strong>la</strong> prima risposta di invito all’attesa, giunto nel tempo<br />

del giudizio che sfocia nel Kippur (purificazione), sentirà che «non c’è più tempo» (10:6).<br />

La festa delle trombe<br />

Anche nell’introduzione del<strong>la</strong> visione delle sette trombe (8:2) viene riproposto un arredo<br />

del santuario, l’altare dei profumi, il cui fumo era simbolo delle preghiere dei santi che<br />

salgono al<strong>la</strong> presenza di Dio. Gesù-uomo rappresenta <strong>la</strong> Chiesa presso il trono del<strong>la</strong> grazia.<br />

Ad introduzione del<strong>la</strong> visione delle sette trombre il prof. J. Doukhan scrive: «La visione<br />

dell’Apocalisse ci pone nel contesto del rituale quotidiano nel corso del quale il sacerdote,<br />

come l’angelo dell’Apocalisse, getta il suo incensiere con le braci incandescenti tra il portico<br />

del tempio e l’altare. Tutta <strong>la</strong> cerimonia è descritta nel più vecchio trattato rabbinico, il Tamid,<br />

uno scritto del primo secolo a.C., che è stato incorporato nel<strong>la</strong> Mishna un secolo dopo, cioè<br />

appena una dozzina d’anni dopo l’Apocalisse (vedere L. GINZBERG, Tamid, in Journal of<br />

Jewish Lore and Philosophy, 1919, pp. 33,38,197,263,291). Il parallelo con il nostro testo<br />

dell’Apocalisse è notevole: “Uno dei sacerdoti prese <strong>la</strong> paletta e <strong>la</strong> gettò tra il portico e<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 1057

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