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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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I MILLE ANNI DELL’APOCALISSE E IL GIUDIZIO UNIVERSALE<br />

l’essere eterno. <strong>Quando</strong> si tratta delle creature che periscono, essa significa una durata<br />

determinata, e indica il carattere definitivo e irreparabile dell’atto al quale si<br />

riporta». 136<br />

Questo modo di spiegare è aval<strong>la</strong>to da Giovanni stesso quando nel brano parallelo<br />

sostituisce l’espressione “nei secoli dei secoli” con «<strong>la</strong> morte seconda». 137<br />

L’effetto di questo fuoco compirà <strong>la</strong> sua azione purificatrice e di giustizia. Il<br />

profeta Ma<strong>la</strong>chia annunciava: «Il giorno viene ardente come una fornace; e tutti i<br />

superbi e chiunque opera empiamente saranno come stoppa; e il giorno che viene li<br />

divamperà, dice l’Eterno degli eserciti, e non <strong>la</strong>scerà né radice né ramo. Ma per voi<br />

che temete il mio nome si leverà il sole del<strong>la</strong> giustizia, e <strong>la</strong> guarigione sarà nelle sue<br />

ali; e voi uscirete e salterete come vitelli di stal<strong>la</strong>. E calpesterete gli empi, perché<br />

saranno come cenere sotto <strong>la</strong> pianta dei vostri piedi, nel giorno ch’io preparo, dice<br />

l’Eterno degli eserciti»; e dal momento che il male nelle sue cause (radici) e nei suoi<br />

effetti (rami) sarà consumato, Giovanni può scrivere: «La morte non ci sarà più; né ci<br />

sarà più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate. E Colui<br />

che siede sul trono dirà: “Ecco io faccio ogni cosa nuova», ed aggiunge: «Scrivi,<br />

perché queste parole sono fedeli e veraci”». 138<br />

Riepilogo e insegnamento dell’apostolo Paolo sul millennio<br />

«Il millennio è uno stato intermedio tra il presente secolo malvagio 139 e il regno<br />

eterno che caratterizzerà <strong>la</strong> piena consumazione di tutte le cose. Il preludio al<strong>la</strong> gloria<br />

finale il cui splendore farà impallidire pure i raggi del sole». 140<br />

«Niente nelle epistole di Paolo <strong>la</strong>scia supporre un millennio nel senso di un regno<br />

millenario del Cristo con i suoi santi sul<strong>la</strong> terra dopo <strong>la</strong> sua seconda venuta. Al<br />

contrario, in diversi posti, e partico<strong>la</strong>rmente al capitolo 4 del<strong>la</strong> prima lettera ai<br />

Tessalonicesi... dice che il Signore e i suoi entreranno direttamente nel cielo dopo <strong>la</strong><br />

sua discesa dal cielo e <strong>la</strong> loro resurrezione d’in fra i morti... Pure se Paolo intravedeva<br />

un lungo periodo durante il quale il Cristo dovrebbe regnare fino a che tutti i suoi<br />

nemici fossero soggiogati, non insinua che egli abbia posto il suo regno sul<strong>la</strong> terra:<br />

sembrerebbe molto chiaramente posto in cielo». 141<br />

Il brano principale di Paolo in cui insegna l’intervallo di tempo, tra <strong>la</strong> prima<br />

resurrezione dei giusti e <strong>la</strong> seconda resurrezione dei non salvati con <strong>la</strong> conseguente<br />

pace eterna, lo si trova nel<strong>la</strong> sua prima lettera ai Corinzi, di cui riportiamo il<br />

commento esegetico di Frédéric Godet.<br />

136 a<br />

VAUCHER Alfred Félix, L’Histoire du Salut, 3 ed., p. 101.<br />

137<br />

Apocalisse 20:10; 21:8.<br />

138<br />

Ma<strong>la</strong>chia 4:1-3; Apocalisse 21:4,5.<br />

139<br />

Ga<strong>la</strong>ti 1:4.<br />

140<br />

A. Reymond, o.c., t. II, p. 154.<br />

141<br />

Alger, o.c., p. 287,288; cit. A.F. Vaucher, o.c., III serie, p. 46.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 919

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