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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO II<br />

difficile a causa delle reazioni, del<strong>la</strong> gelosia dei vicini. Nehemia infatti scrive: «Ma<br />

quando Sambal<strong>la</strong>t, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei ebbero udito che <strong>la</strong><br />

riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva, e che le brecce cominciavano a<br />

chiudersi, ne ebbero grandissimo sdegno, e tutti quanti assieme congiurarono di<br />

venire ad attaccare Gerusalemme e di procurarvi del disordine». 113 «Ma Nehemia non<br />

aveva... da fare ai bastioni che una semplice riparazione: colmare le brecce, restaurare<br />

certe porte e innalzare le muraglie. Ora, per terminare queste riparazioni, lo spazio del<br />

tempo indicato dal testo era sufficiente: c’erano numerosi carpentieri, materiale in<br />

prossimità, e una grande attività tra i <strong>la</strong>voratori». 114 «La ricostruzione così rapida<br />

delle mura, fatta sotto Nehemia in 52 giorni 115 , mostra che esse erano già in parte<br />

rialzate. L’autorizzazione data a Nehemia da Artaserse I, nel XX anno del suo regno,<br />

ha soprattutto in vista l’assenza del coppiere del re e suppone un permesso di già<br />

accordato per ristabilire Gerusalemme; di modo che questa autorizzazione non<br />

potrebbe essere vista come il punto di partenza delle 70 settimane... Il sistema<br />

secondo il quale il decreto, per ricostruire Gerusalemme, daterebbe del XX anno del<br />

regno di Artaserse Longimano, periodo in cui permise a Nehemia di assentarsi per<br />

andare a rialzare le mura di questa città, è inammissibile». 116<br />

Fine delle 7 settimane, 408 a.C.<br />

L’artefice principale dell’opposizione al<strong>la</strong> ricostruzione era Sambal<strong>la</strong>t, un nemico<br />

giurato che, non potendo impedire i <strong>la</strong>vori perché c’era un decreto medo-persiano,<br />

cercò di sabotarli e intimidire i costruttori. Finché visse Sambal<strong>la</strong>t per i Giudei furono<br />

giorni di “angustia”. Due papiri di Elefantina del V secolo. a.C., poco posteriori al<br />

periodo di Nehemia, ci potrebbero essere utili per fissare <strong>la</strong> fine delle difficoltà per<br />

Israele. Nel 410 gli Ebrei di Elefantina chiedono al sommo sacerdote di Gerusalemme,<br />

Yeuohanan, l’autorizzazione di ricostruire <strong>la</strong> sinagoga dell’iso<strong>la</strong> che era<br />

stata distrutta da una sommossa egiziana. Non ricevendo nessuna risposta, nel 408<br />

scrivono una seconda lettera al governatore persiano di Samaria, Bagohi, sollecitando<br />

lui e i figli di Sambal<strong>la</strong>t (che era morto tra il 410 e il 408) De<strong>la</strong>ys e Selemyah di<br />

intervenire presso il sommo sacerdote di Gerusalemme per avere il permesso. Se il<br />

113 Nehemia 4:7,8.<br />

114 E. Brunel, o.c., p. 162.<br />

L’abate G. Ricciotti scrive a tale proposito: «Il tempo impiegato può sembrare troppo breve, e certamente... non si<br />

sarebbe potuto compiere tutto in meno di due mesi, se si fosse trattato di tirare su delle mura addirittura livel<strong>la</strong>te al<br />

suolo. Ma senza dubbio, non era questo il caso... Nehemia nel<strong>la</strong> sua ispezione notturna, trova specialmente mura<br />

squarciate; doveva dunque trattarsi in gran parte di restauri. Inoltre, questi restauri erano ancor più facilitati dal fatto<br />

che i materiali per compierli stavano lì a pochi passi dalle brecce: erano infatti macigni e pietre fatte roto<strong>la</strong>re dai<br />

distruttori. Questa considerazione, mentre dà un’opportuna spiegazione al<strong>la</strong> brevità del tempo impiegato, raccomanda<br />

sempre meglio <strong>la</strong> conclusione già tirata... che, cioè, le stesse mura erano state distrutte l’ultima volta soltanto un paio<br />

d’anni prima, tra il 447 e il 446, quando già stavano per essere ultimate dopo un lungo periodo di ricostruzione. Al<strong>la</strong><br />

distruzione di Nebucadnetsar, vecchia già di un secolo e mezzo, non si può affatto pensare: i materiali delle sue<br />

macerie erano stati utilizzati, fra altro, dai rimpatriati di Zorobabel, per <strong>la</strong> costruzione delle loro case e forse del<br />

Tempio» G. Ricciotti, o.c., t. II, p. 144.<br />

115 Nehemia 6:15.<br />

116 J. Fabre d’Envieu, o.c., t. II, pp. 1067,1068,1073.<br />

86<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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