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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XXII<br />

Crediamo che sia opportuno considerare in questa nota il problema di Ezechiele 37-39 e riportiamo le conclusioni<br />

del Maestro A.F. Vaucher presentate nel<strong>la</strong> Lacunziana, III serie, alle pp. 40-43. Mosè, dopo <strong>la</strong> liberazione d’Israele<br />

dal<strong>la</strong> schiavitù d’Egitto e l’attraversamento del Mar Rosso, compose un canto di liberazione che conclude come<br />

riportato nei versetti 16-18 di Esodo 15. Israele si sentiva beneficiario di una promessa fatta ad Abrahamo qualche<br />

secolo prima (Genesi 15:18,19), promessa che gli viene confermata ai piedi del Sinai nel<strong>la</strong> quale gli viene detto che <strong>la</strong><br />

terra promessa (Esodo 23:31) si estende dal Mar Rosso fino al mare dei Filistei (il Mediterraneo) e al di là del deserto<br />

fino all’Eufrate. Questa promessa viene ricordata due volte da Mosè (Deuteronomio 11:24) e da Giosuè (1:4). Ma<br />

quando il popolo giunge al confine del<strong>la</strong> terra promessa manca di fede e si ribel<strong>la</strong> al suo conduttore. Tutta <strong>la</strong><br />

generazione che è uscita dall’Egitto morrà nel deserto e sarà <strong>la</strong> generazione seguente che compirà l’impresa. Prima di<br />

morire Giosuè ha potuto constatare <strong>la</strong> fedeltà di Dio (23:14). Sebbene Dio avesse fatto <strong>la</strong> sua parte, Israele non fece <strong>la</strong><br />

sua e il programma delle conquiste non fu completato e Giosuè lo riconobbe (23:4,5). Dopo <strong>la</strong> morte di Giosuè Israele<br />

conquistò altri territori, come presenta il libro dei Giudici, ma subì anche numerosi arresti (Giudici<br />

1:19,21,27,29,30,31, 33,34).<br />

A causa dell’infedeltà d’Israele Dio lo rimprovera e lo minaccia (Giudici 2:1-3). Il periodo dei giudici fu un<br />

tempo di umiliazione di oppressione con interventi da parte di Dio nel suscitare dei condottieri e permettere intervalli<br />

di riposo. È so<strong>la</strong>mente al tempo di Salomone che parzialmente si realizzano le promesse di Dio (1 Re 4:21). Dopo <strong>la</strong><br />

sua morte il regno viene diviso in due parti: regno del nord con le 10 tribù e regno del sud con <strong>la</strong> dinastia davidica.<br />

A seguito del<strong>la</strong> dispersione delle dieci tribù d’Israele in Assiria e l’esilio del regno di Giuda in Babilonia, i profeti<br />

Isaia e Michea che avevano annunciato questa catastrofe avevano anche annunciato <strong>la</strong> restaurazione indicando in Ciro<br />

l’uomo del<strong>la</strong> provvidenza per il popolo d’Israele (Isaia 44:28) ed il ristabilimento dei confini (Michea 7:11,12). I due<br />

profeti, guardando nell’avvenire, al tempo messianico, contemp<strong>la</strong>no Sion quale capitale spirituale dell’umanità e <strong>la</strong><br />

guerra abolita, con Dio re di tutta <strong>la</strong> terra (Isaia 2:1-5; Michea 4:1-5).<br />

Qualche anno dopo il ritorno da Babilonia dei primi contingenti Dio dice, mediante Zaccaria (8:3-8), di essersi<br />

nuovamente stabilito a Gerusalemme e coloro che saranno lontani verranno a <strong>la</strong>vorare all’edificazione del tempio<br />

(6:15). Le ultime parole del versetto 15 dicono chiaramente che il compimento delle promesse di Dio sono<br />

condizionate all’atteggiamento d’Israele.<br />

La massa d’Israele non ha però risposto all’invito. Pochi sono ritornati in Patria. Con molta difficoltà il tempio è<br />

stato ricostruito. Coloro che sono rimasti nel paese d’esilio si organizzarono in colonie e molti furono assorbiti dal<br />

mondo pagano.<br />

Questo panorama ci permette meglio di comprendere le parole di Ezechiele.<br />

Nel<strong>la</strong> prima parte del suo libro questo profeta aveva annunciato il castigo di Gerusalemme (capitolo 9). Aveva<br />

detto che l’Eterno abbandonava il tempio e <strong>la</strong> città maledetta per raggiungere il popolo in esilio sulle rive del fiume<br />

Keba (capitolo 11). Negli ultimi capitoli del libro par<strong>la</strong> del<strong>la</strong> restaurazione d’Israele, il suo ritorno in Palestina (39:25-<br />

29).<br />

Dopo l’esilio Ezechiele vede che Dio pone <strong>la</strong> sua dimora nuovamente nel tempio ristabilito (43:1-5). Ma il tempio<br />

costruito da Zorobabele non assomiglia in nul<strong>la</strong> o quello descritto da Ezechiele. Perché? «La risposta è chiara. Il<br />

popolo non ha realizzato le condizioni alle quali <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> era sottomessa» SMITH Uria, The Sanctuary, Battle Creek,<br />

Michigan, 1877, p. 164. «Se tutte queste tribù assieme, il cui numero saliva certamente allora a cinque milioni, fossero<br />

ritornate al paese dei loro padri e si fossero riuniti in un unico pensiero teocratico, il piano di questa nuova<br />

organizzazione proposta dei capitoli 40 e 48 si sarebbe potuto realizzare. Questo piano senza alcun dubbio era stato<br />

concepito nel<strong>la</strong> prospettiva in cui questi cinque milioni riuniti realmente si fossero messi con ardore e risoluzione a<br />

eseguire l’opera del<strong>la</strong> loro patria... Ma <strong>la</strong> massa non volle intendere. E cosi il piano dei capitoli 40 e 48 non si poté<br />

realizzare» ROHLING August, En route pour Sion, Paris 1902, p. 234. «Nel caso in cui le disposizioni d’Israele, al<strong>la</strong><br />

fine dell’esilio, avessero risposto alle intenzioni letterali di Dio, noi crediamo che il tempio di Ezechiele avrebbe<br />

potuto alzarsi nel paese di Canaan, segnando l’inizio di un’èra nuova e benedetta per il popolo israelita e per suo<br />

mezzo per altre nazioni ancora. Ma Israele ha fatto difetto. L’ora favorevole è suonata, l’appello è echeggiato, ma non<br />

è stato accolto, non gli si è risposto... e Dio vi ha provveduto diversamente. - Dunque, in un certo senso, <strong>la</strong> grande<br />

<strong>profezia</strong> di Ezechiele 40-48 non ha trovato il suo compimento all’ora in cui questo compimento doveva prodursi»<br />

GAUTIER Lucien, La Mission du Prophète Ezéchiel, Lausanne 1891, p. 143. Dio comunque non ha rinunciato al<strong>la</strong><br />

realizzazione del suo piano. Dio non è vinto. Modifica il suo piano e l’adatta alle nuove circostanze.<br />

<strong>Quando</strong> il Messia Gesù è venuto presso i suoi, i suoi non l’hanno ricevuto (Giovanni 1 a 11). Rigettato dal popolo<br />

al quale era venuto ad annunciare <strong>la</strong> buona novel<strong>la</strong> del regno (Matteo 4:23), Egli lo ha rigettato a sua volta: «Perciò io<br />

vi dico che il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti» Matteo 21:43. L’Israele<br />

spirituale (l’insieme dell’ulivo coltivato e i rami dell’ulivo selvatico) succede all’Israele carnale, solo l’elemento<br />

spirituale continua nel<strong>la</strong> <strong>profezia</strong> e trova il suo compimento. «Se essa non è compiuta al<strong>la</strong> lettera, ha trovato il suo<br />

compimento spirituale. Ed è ciò che avviene sempre. Certe profezie si compiono contemporaneamente tanto nel<strong>la</strong><br />

lettera quanto nello spirito. Per altre, il compimento letterale essendo reso impossibile a causa del<strong>la</strong> resistenza degli<br />

uomini, Dio le realizza in altro modo, ma arriva sempre ai suoi fini» L. Gautier, o.c., p. 144.<br />

910<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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