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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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anzi che i re vandali abbiano continuato a versare a Roma ed a Costantinopoli le<br />

prestazioni di olio. <strong>Quando</strong> Genserico stabilì l’ordine di successione al trono, lo fece<br />

mediante un codicillo redatto secondo le prescrizioni del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione romana». 93<br />

«I Burgundi furono i soldati dell’imperatore contro i Visigoti: in tal modo essi si<br />

consideravano parte dell’impero; datavano secondo gli anni conso<strong>la</strong>ri, cioè degli<br />

imperatori, e il re era magister militum nel nome dell’imperatore...<br />

Il re burgundo, come quello visigoto, pagava gli stipendi ai suoi agenti. In un<br />

reame così profondamente romanizzato, Burgundi e Romani avevano <strong>la</strong> stessa<br />

condizione giuridica...<br />

Così dunque Ostrogoti, Visigoti, Vandali e Burgundi governano al<strong>la</strong> maniera<br />

romana. Di “principi germanici” non c’è traccia o quasi. Non c’è che l’antico regime,<br />

che sopravvive con nuovi re, sebbene certamente con molte perdite. C’è una so<strong>la</strong><br />

novità: l’esercito non costa nul<strong>la</strong> grazie al<strong>la</strong> divisione delle terre». 94<br />

«Per i Franchi <strong>la</strong> loro romanizzazione fu meno effettiva, perché i loro re vissero a<br />

Parigi in un ambiente meno romanizzato di quello esistente nelle città di Ravenna,<br />

Tolosa, Lione o Cartagine. Inoltre <strong>la</strong> Gallia settentrionale usciva da un periodo di<br />

guerre e di invasioni successive, che vi avevano accumu<strong>la</strong>to le loro devastazioni.<br />

Tuttavia delle antiche istituzioni romane essi conservarono tutto ciò che poterono,<br />

e non fu certo <strong>la</strong> buona volontà che fece loro difetto. Il loro stato fu più barbaro, ma<br />

non germanico. Anche qui l’organizzazione delle imposte e del<strong>la</strong> moneta è<br />

conservata...<br />

Non c’è più grande errore che credere che l’idea dell’impero sia scomparsa dopo<br />

lo smembramento delle province occidentali per opera dei barbari. Non si può<br />

dubitare che il Basileus, che regnava a Costantinopoli, estendesse ancora sia pure<br />

teoricamente <strong>la</strong> sua autorità a tutto l’insieme. Egli non governava più, ma regnava<br />

ancora, e verso di lui si volgevano tutti gli occhi». 95<br />

In conclusione: «Da qualsiasi <strong>la</strong>to si guardi, il periodo aperto con lo stabilirsi dei<br />

Barbari sul territorio dell’impero non ha introdotto nel<strong>la</strong> <strong>storia</strong> nul<strong>la</strong> di assolutamente<br />

nuovo. I Germani hanno distrutto il governo imperiale in partibus occidentis, ma non<br />

l’impero. Essi stessi, instal<strong>la</strong>ndovisi come foederati, lo riconoscono... Si potrebbe<br />

quasi dire che il vecchio pa<strong>la</strong>zzo è stato diviso in tanti appartamenti, ma <strong>la</strong> sua<br />

costruzione sopravvive... A guardare le cose come sono, <strong>la</strong> grande novità dell’epoca è<br />

dunque un fatto politico: una pluralità di stati si sostituisce in Occidente all’unità<br />

dello stato romano. Questo senza dubbio è un fatto considerevole; l’aspetto<br />

dell’Europa cambia. Però <strong>la</strong> vita nel<strong>la</strong> sua sostanza non cambia: questi stati, che si<br />

chiamano nazionali, in realtà non sono affatto nazionali, ma solo tanti frammenti del<br />

grande insieme a cui si sono sostituiti...<br />

I re germanici in Occidente, in mezzo al mondo romano che si dissolveva in<br />

quanto stato, furono, per così dire, tanti punti di cristallizzazione politica; ma intorno<br />

ad essi, sia pure con inevitabili perdite, è stato il vecchio o, diciamo meglio, l’antico<br />

93 Idem, pp. 31,32,33.<br />

94 Idem, pp. 38, 39.<br />

95 Idem, pp. 41, 47.

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