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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 18<br />

scopo si tengono riunioni, convegni, tavole rotonde. Ciò che ha unito tutti questi popoli per<br />

secoli, viene sostenuto in campo cattolico, è stato: «Un’unica fede vivente nel<strong>la</strong> tradizione e<br />

nel<strong>la</strong> cultura ereditata dal mondo antico, <strong>la</strong> tradizione e <strong>la</strong> cultura di Roma, cui si vennero ad<br />

aggiungere gli apporti dei popoli germanici... Quell’antico ordine unitario dell’Europa stessa<br />

che aveva avuto nel pontefice romano il padre comune che guidava i popoli verso <strong>la</strong> salvezza<br />

eterna verso il bene quaggiù in terra... L’Europa è al<strong>la</strong> ricerca delle sue radici e queste radici<br />

stanno certamente in quel<strong>la</strong> Cristiana medioevale troppo a lungo dimenticate», era quanto si<br />

diceva nel<strong>la</strong> settimana di studi a Passo del<strong>la</strong> Mendo<strong>la</strong> nel luglio dell’‘80. Scrive <strong>la</strong> F.<br />

NIRENSTEIN, nove anni dopo: «Il potere temporale del<strong>la</strong> Chiesa finì con <strong>la</strong> breccia di porta Pia<br />

nel 1870. Adesso è per <strong>la</strong> Chiesa il tempo di aprire vaste brecce nel mondo seco<strong>la</strong>rizzato, e di<br />

recuperare il potere perduto. In certo senso, il potere temporale» (o.c., pp. 32,33). Ora il Papa<br />

non si presenta con il triregno, ma appoggiandosi al<strong>la</strong> grande croce, ereditata dai suoi<br />

predecessori, si identifica con il Cristo sofferente del Calvario quale «testimone dell’umana<br />

sofferenza» e percorre il mondo per risuscitare l’antico splendore vaticano. Come i cavalieri<br />

del Medio Evo combattevano in onore del<strong>la</strong> loro dama, Wojty<strong>la</strong> addita al mondo <strong>la</strong> sua Dama<br />

che visita nei santuari costruiti con le pietre usate per i castelli e a lei, quale suo cavalier<br />

servente, a più riprese affida il mondo ed «in modo speciale» <strong>la</strong> Russia e <strong>la</strong> Lituania.<br />

In un tempo in cui le stesse grandi potenze non pensano più al<strong>la</strong> costituzione degli imperi,<br />

Wojty<strong>la</strong>, come Innocenzo III, pensa al papato come potere mondiale e aggiornandosi con i<br />

tempi, non lo propone nel<strong>la</strong> dimensione temporale e mondana, ma spirituale e morale.<br />

«Il successo che il papa raccoglie con questa proposta nel mondo ha fatto dire a Paul<br />

THIBAUD che Wojty<strong>la</strong> è l’interprete di un bisogno diffuso: quello di un capo spirituale<br />

mondiale, capace di suggerire l’idea che il mondo può essere trasformato mediante lo spirito,<br />

dato che scienza e politica non ne sarebbero state all’altezza, anzi sarebbero responsabili del<strong>la</strong><br />

catastrofe. Questo spiega i suoi travolgenti successi: ma spiega anche i sospetti e le ostilità che<br />

raccoglie» (cit. Giancarlo ZIZOLA, Quanti nemici per un papa così, in Europeo, 25 maggio<br />

1981). Giovanni Paolo II esalta <strong>la</strong> cristianità del passato, quando aveva l’apparenza di essere<br />

l’amalgama delle diverse e contrapposte società. «A Spira, in Germania, esalta i re, i principi,<br />

gli imperatori, che trascinarono con sé, nel proprio battesimo, interi popoli a Cristo. Quei<br />

cristiani di allora - sostiene Wojty<strong>la</strong> - erano consapevoli che il proprio potere sui sudditi<br />

veniva da Dio». Ma commenta D. Del Rio: «Che cosa poi combinassero di poco cristiano quei<br />

cristiani sembra che non interessasse il pontefice: come si macel<strong>la</strong>ssero tra loro, come<br />

macel<strong>la</strong>ssero i propri sudditi cristiani e altri popoli cristiani, avendo magari ognuno a<br />

protezione dei propri eserciti un’immagine di una Vergine miracolosa. È questo un tipico<br />

procedimento di Wojty<strong>la</strong>: quello che importa è l’affermazione, non l’analisi. Allora, quello<br />

che importava, era il trionfo di Dio, il trionfo del<strong>la</strong> religione, sugli uomini, sui poteri, sui<br />

regni» (Domenico del RIO, cit. da Luigi ACCATTOLI, Wojty<strong>la</strong>, il nuovo Mosè, ed. A. Mondadori,<br />

1988, p. 61). In un tempo in cui il Dio del potere è messo da parte, lo si ripropone ancora<br />

affinché <strong>la</strong> Chiesa possa realizzare il suo sogno utopistico di «riunire tutte le nazioni europee<br />

che hanno le “radici cristiane”, dall’At<strong>la</strong>ntico agli Urali» (Idem, p. 62).<br />

La religione cristiana è l’elemento unificatore dei popoli europei dell’ovest e nel nostro<br />

tempo ancora di più per i popoli dell’est che, a seguito del<strong>la</strong> perestroica, manifestano una<br />

riscoperta dei valori dei propri nazionalismi che <strong>la</strong> stessa Chiesa ha provocato. Dopo <strong>la</strong> visita<br />

di Giovanni Paolo II in Polonia, i cattolici po<strong>la</strong>cchi hanno risvegliato <strong>la</strong> loro identità e l’anno<br />

sucessivo Solidarnosc ne è stata <strong>la</strong> loro creazione. La resistenza cattolica è stata <strong>la</strong> forza<br />

d’opposizione all’imperialismo marxista. Le chiese cattoliche dei paesi dell’Est sono luoghi<br />

nei quali risuonano i valori di libertà e si rivendicano i valori delle tradizioni più antiche. I<br />

cattolici sono sempre più una forza che desidera appropriarsi del ruolo sociale e politico. La<br />

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<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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