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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XIII<br />

b) resurrezione dei morti in Cristo (versetto 16);<br />

c) trasferimento dei credenti viventi (versetto 17);<br />

d) incontro dei credenti con Cristo (versetto 17);<br />

e) comunione eterna dei salvati con Cristo (versetto 17).<br />

J.A. Seiss fa notare: «La verità è che <strong>la</strong> resurrezione e i cambiamenti che si<br />

verificano “in un battere d’occhio” sui viventi (al momento del ritorno di Gesù), sono<br />

il frutto e <strong>la</strong> concretizzazione di un giudizio precedente. Sono conseguenze di<br />

sentenze già emesse». 137<br />

L’insegnamento del giudizio preliminare prima del ritorno di Cristo, distinto dal<br />

giudizio ultimo, universale, non è stato completamente dimenticato dal<strong>la</strong> cristianità. A<br />

causa dell’apostasia del<strong>la</strong> Chiesa ha subito una sensibile metamorfosi fino al punto di<br />

non essere riconosciuto. La Chiesa, accettando il concetto dell’immortalità<br />

dell’anima, ha trasferito il giudizio preliminare di tutte le persone, prima del ritorno di<br />

Gesù, in giudizio individuale subito dopo <strong>la</strong> morte.<br />

Inizio del giudizio preliminare<br />

che comporta <strong>la</strong> purificazione del santuario celeste<br />

<strong>Quando</strong> inizia il giudizio preliminare che comporta <strong>la</strong> purificazione del santuario<br />

celeste?<br />

L’autore del<strong>la</strong> lettera agli Ebrei scrive: «Era dunque necessario che le cose<br />

raffiguranti quelle nei cieli fossero purificate con questi mezzi (cioè con il sangue dei<br />

sacrifici), ma le cose celesti stesse dovevano esserlo con sacrifici più eccellenti di<br />

questi». 138<br />

«Alcuni - scrive il Maestro Vaucher - hanno trovato strano che si possa par<strong>la</strong>re di<br />

una purificazione del santuario celeste, e si è perfino pronunciata <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> b<strong>la</strong>sfemo.<br />

Ci si assicuri: è l’ispirazione stessa che proc<strong>la</strong>ma <strong>la</strong> necessità di questa purificazione,<br />

Ebrei IX:23. Il santuario terrestre, dimora di Dio in mezzo a Israele, aveva bisogno<br />

d’una purificazione perché Dio consentisse che i peccati confessati fossero trasferiti<br />

nei luoghi santi, in attesa del<strong>la</strong> liquidazione annuale. Così pure, il santuario celeste ha<br />

bisogno di una purificazione finale perché Dio ha permesso al nostro Sommo<br />

Sacerdote di trasferirvi i nostri peccati fino al momento in cui dovranno essere<br />

distrutti per sempre. 139<br />

137<br />

SEISS J.A., The Apocalypse, Phi<strong>la</strong>dephia 1881, p. 18.<br />

138<br />

Ebrei 9:23.<br />

139<br />

«Si è preteso che Gesù fosse entrato direttamente nel luogo santissimo al momento del<strong>la</strong> sua ascensione, senza<br />

fermarsi nel luogo santo, e ci si è appoggiati su alcuni passi dell’episto<strong>la</strong> agli Ebrei. L’autore di questa lettera<br />

distingue con cura, nel santuario terrestre, tra il servizio quotidiano che si faceva nel luogo santo e il servizio annuale<br />

che si faceva in quello santissimo (Ebrei 9:6,7). Sarebbe ben strano, di conseguenza, che egli non avesse visto una<br />

applicazione da farsi alle due fasi successive dell’opera sacerdotale del Cristo. Se il Cristo fosse entrato nel luogo<br />

santissimo dal<strong>la</strong> sua ascensione, a cosa corrisponderebbe, nel<strong>la</strong> sua opera, il servizio che si faceva tutti i giorni<br />

dell’anno nel luogo santo?<br />

526<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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