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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 11<br />

L’ADORAZIONE A DIO SUL TRONO, ALL’AGNELLO E IL LIBRO<br />

DELL’AVVENIRE SIGILLATO<br />

Apocalisse IV e V<br />

Con il capitolo 4 inizia una nuova visione.<br />

Versetti 1, 2. Una porta si apre in cielo. «Il cielo e <strong>la</strong> terra sono due province dello stesso<br />

regno: il regno di Dio. Ciò che avviene nell’invisibile ha le sue ripercussioni nel mondo del<br />

visibile e non si può cogliere il senso dei fenomeni del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> se non mettendoli in re<strong>la</strong>zione<br />

con le cause celesti» (VAUCHER Alfred-Félix, Les visions de l’apôtre Jean, in Signes des<br />

Temps, 15 maggio-30 giugno, 1919). Ciò che attrae l’attenzione di Giovanni è «un trono posto<br />

nel cielo, e sul trono v’era uno a sedere». Dio è sovrano, Dio regna: è quanto appare al primo<br />

sguardo nel cielo anche se il suo dominio non è immediatamente evidente. L’Apostolo non<br />

nomina Dio, ma lo paragona a una pietra preziosa: «Dio è luce». Osserva DOUKHAN Jacques:<br />

«Delle sessantadue volte che si incontra nel Nuovo Testamento <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “trono”,<br />

quarantasette si trovano nell’Apocalisse, poi viene l’evangelo di Matteo con quattro volte.<br />

Questa paro<strong>la</strong> è importante nel<strong>la</strong> visione di Giovanni, per i suoi contemporanei, così<br />

preoccupati del potere, dei troni terrestri e in partico<strong>la</strong>re del trono di Cesare, per i lettori di<br />

ogni tempo che temono il potere o che lo desiderano, l’Apocalisse moltiplica i richiami<br />

affinché ci si ricordi che c’è “un trono nel cielo” al di sopra di tutti i troni. La paro<strong>la</strong> “trono” è<br />

<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> chiave del capitolo 4: sui quarantasette impieghi in Apocalisse, quattordici si trovano<br />

in questo capitolo» (Le Cri du ciel - Étude prophétique sur le livre de l’Apocalypse,<br />

Dammarie-les Lys 1996, p. 73,74).<br />

Non si descrive né il trono né chi vi è seduto sopra: «<strong>la</strong> realtà va al di là delle parole» J.<br />

Doukhan, o.c, p. 74.<br />

Versetto 3. Il suo trono è circondato da un «arcobaleno che, a vederlo, somigliava a uno<br />

smeraldo». Questo arcobaleno non è una rappresentazione figurata dell’aureo<strong>la</strong> di Dio, ma il<br />

segno del «patto», l’«immagine del<strong>la</strong> grazia» (Genesi 9:12,13). Il Dio del<strong>la</strong> Bibbia, del<strong>la</strong><br />

rive<strong>la</strong>zione, il vero Dio, il Dio vivente non è iso<strong>la</strong>to nell’infinito, come il dio dei filosofi o<br />

delle specu<strong>la</strong>zioni umane. Ed è anche per questo che Giovanni lo descrive attorniato<br />

dall’assemblea celeste.<br />

Versetto 4. «I 24 anziani». Alcuni hanno pensato a degli esseri celesti. Altri vi hanno visto i<br />

rappresentanti dell’umanità salvata che sono di già in cielo (come Enoc, Mosè, Elia e altre<br />

persone che risorsero al<strong>la</strong> morte di Gesù e salirono poi con lui, Efesi 4:8). È preferibile <strong>la</strong><br />

spiegazione di coloro che vedono in questi 24 anziani <strong>la</strong> rappresentazione celeste del popolo<br />

di Dio, <strong>la</strong> Chiesa. Il numero 24 indica l’Antico e il Nuovo Patto, <strong>la</strong> somma dei 12 patriarchi e<br />

dei 12 apostoli, <strong>la</strong> Chiesa nel<strong>la</strong> sua pienezza, <strong>la</strong> Nuova Gerusalemme. Sono vestiti di vesti<br />

bianche - una so<strong>la</strong> volta nell’Apocalisse le vesti bianche sono l’abbigliamento degli angeli che<br />

esprime grazia (19:14) - cioè ricoperti del<strong>la</strong> giustizia di Cristo e hanno delle corone in capo,<br />

simbolo del trionfo finale dei credenti. Troni, vestiti, corone sono promessi nelle lettere alle<br />

sette chiese a coloro che vinceranno. Qui <strong>la</strong> Chiesa è già rappresentata nel cielo quale garanzia<br />

del trionfo finale del<strong>la</strong> grazia di Dio e a conferma che i nomi dei salvati sono scritti fin dal<strong>la</strong><br />

fondazione del mondo nel libro dell’Agnello (13:8).<br />

Versetto 5. I «<strong>la</strong>mpi», le «voci» e i «tuoni» sono sia segni dell’onnipotenza di Dio che si<br />

esprime sul mondo sia anche manifestazione del<strong>la</strong> sua presenza come al Sinai. Sotto<br />

1070<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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