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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 2<br />

(SLOTKI Judah Jacob, Daniel, Ezra and Nehemiah, London 1951, p. XIV), ma per <strong>la</strong><br />

conoscenza che abbiamo fino ad ora dei documenti del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>, non c’è nessuno, tranne un<br />

pensiero di F<strong>la</strong>vio su Daniele 8, che metta in re<strong>la</strong>zione le profezie di Daniele dei capitoli 2,7,9<br />

con <strong>la</strong> guerra ai tempi dei Maccabei.<br />

Nel I secolo d.C. il libro di Daniele è tra i più letti per <strong>la</strong> sua precisione nell’indicare i<br />

tempi messianici.<br />

Giuseppe F<strong>la</strong>vio, fariseo quanto al<strong>la</strong> preparazione teologica, lo pose tra i testi sacri: «Noi<br />

non abbiamo che 22 libri (il sistema di elencazione è diverso dal nostro. Da qui <strong>la</strong> differenza<br />

di numeri - n.d.a.) che comprendono <strong>la</strong> <strong>storia</strong> di tutti i tempi fino ad Artaserse, e ai quali si è<br />

obbligati a prestare fede... Si è anche scritto ciò che è avvenuto dopo Artaserse fino ai nostri<br />

giorni, ma questi scritti non hanno <strong>la</strong> stessa autorità dei precedenti, perché non si è avuta da<br />

quel tempo una successione certa di profeti» (Contro Appione, 1,8). E di Daniele ancora<br />

scrive: «Conviene rapportare gli avvenimenti del<strong>la</strong> vita di Daniele. Effettivamente tutto gli<br />

riuscì in modo straordinario come a uno dei più grandi profeti. Durante tutto il tempo del<strong>la</strong> sua<br />

vita fu in onore e in stima presso i re e il popolo; morto, beneficia di una rinomanza eterna,<br />

poiché tutti gli scritti che ha composto e ha <strong>la</strong>sciato sono ancora letti tra di noi, e noi abbiamo<br />

<strong>la</strong> convinzione che Daniele conversasse con Dio. Non ha annunciato gli avvenimenti futuri<br />

come gli altri profeti, ma ha determinato l’epoca nel<strong>la</strong> quale essi si sarebbero prodotti... Le sue<br />

predizioni gli valsero <strong>la</strong> fiducia del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> e <strong>la</strong> reputazione di uomo di Dio. Ci ha <strong>la</strong>sciato, per<br />

iscritto, <strong>la</strong> prova dell’esattezza immutabile del<strong>la</strong> sua <strong>profezia</strong>» (Antichità Giudaiche, X, 11,7).<br />

Il Talmud dicendo che «con Aggeo, Zaccaria e Ma<strong>la</strong>chia, lo Spinto Santo se ne andò da<br />

questo mondo» (Cit. da J. Fabre d’Envieu, o.c., p. 707), conferma come <strong>la</strong> sinagoga tardiva<br />

avesse avuto in stima il libro di Daniele e pone questo profeta, non so<strong>la</strong>mente al di sopra dei<br />

pagani sapienti, ma ancora al di sopra degli altri profeti (Yoma 77a; cit. J. Heinz, o.c., p. 13).<br />

Nel<strong>la</strong> tradizione cristiana tutti i Padri del<strong>la</strong> Chiesa sostengono <strong>la</strong> sua autenticità.<br />

Per Gero<strong>la</strong>mo: «Nessuno dei profeti aveva profetizzato di Gesù così chiaramente come lo<br />

fece Daniele» (o.c., p. 495; cit. J. Heinz, o.c., p. 13).<br />

Per Agostino, Daniele è il profeta «che ha determinato il tempo del<strong>la</strong> venuta di Cristo e gli<br />

anni del<strong>la</strong> sua sofferenza» (De Civitate Dei, XVIII,34).<br />

I Riformatori ebbero in grande considerazione questo libro.<br />

Lutero nel 1534 terminava <strong>la</strong> traduzione in lingua tedesca dell’Antico Testarnent, ma già il<br />

25 febbraio 1530 aveva dato alle stampe <strong>la</strong> traduzione di Daniele. Egli scriveva a Niko<strong>la</strong>us<br />

Hausmann a Zwickau: «Noi prepariamo Daniele per <strong>la</strong> stampa affinché serva di conso<strong>la</strong>zione<br />

per questo tempo del<strong>la</strong> fine» (STAEHELIN E., Die Verkùndigung des Reiches Gottes in der<br />

Kirchejesu Christi,vol. IV, Bâle 1955, p. 56; J. Heinz, o.c., p. 13).<br />

Calvino, come già avevano fatto i Padri del<strong>la</strong> Chiesa, considera il libro di Daniele come<br />

una prova dell’autenticità del cristianesimo: «Daniele conteggia gli anni fino all’apparizione<br />

del Cristo, questa è <strong>la</strong> testimonianza chiara e certa che noi possiamo opporre a Satana e alle<br />

risate degli empi; è innegabile che gli uomini ebbero questo libro tra le mani prima che<br />

apparisse il Cristo. Le menti pagane dovrebbero finalmente <strong>la</strong>sciarsi convincere e<br />

riconoscere che Cristo è il vero salvatore, annunciato da Dio dal<strong>la</strong> fondazione del mondo» (cit.<br />

da W. MOELLER, Grundriss für alttest, ed. Einleitung, Berlin 1958, p. 320, cit. Idem, pp.<br />

13,14).<br />

Isacco Newton giunse a dire: «Chiunque vorrebbe rigettare le profezie di Daniele, non<br />

farebbe nient’altro che minare il fondamento del<strong>la</strong> religione cristiana che si appoggia<br />

976<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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