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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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La lingua dei barbari non si è conservata. «Noi non abbiamo un testo né un<br />

documento in lingua germanica... Se <strong>la</strong> lingua si fosse conservata, avrebbe <strong>la</strong>sciato<br />

tracce nelle lingue neo<strong>la</strong>tine. Ora, eccetto un certo numero di parole prese in prestito,<br />

tale fenomeno non si constata affatto. Né <strong>la</strong> fonetica né <strong>la</strong> sintassi indicano <strong>la</strong> minima<br />

influenza germanica». 91<br />

«Presso i Burgundi e i Vandali l’influenza del diritto romano sul diritto germanico<br />

è così manifesta come presso i Visigoti». 92<br />

«È troppo evidente per insistervi che le istituzioni tribali dei Germani non hanno<br />

potuto conservarsi nei nuovi regni fondati sul suolo dell’impero, in mezzo ad una<br />

popo<strong>la</strong>zione romana...<br />

Senza dubbio i re germanici instal<strong>la</strong>ti nell’impero sono stati re nazionali per i loro<br />

popoli... Essi si chiamano reges Gothorum, Vandalorum, Burgundiorum, Francorum;<br />

ma per i Romani sono generali romani, ai quali l’imperatore ha abbandonato il<br />

governo del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione civile. Sotto questa etichetta romana appaiono loro, sono<br />

gloriosi di ostentar<strong>la</strong> davanti a loro: basti ricordare <strong>la</strong> cavalcata di Clodoveo quando<br />

fu fatto console onorario.<br />

Questo stato di cose appare nel modo più chiaro sotto Teodorico. Egli è, di fatto,<br />

un viceré romano. Pubblica editti e non leggi. I Goti formano l’esercito. Tutte le<br />

magistrature civili sono romane e tutta l’amministrazione romana è conservata tanto<br />

quanto è possibile. Continua ad esistere il Senato, ma tutto il potere è concentrato nel<br />

re e nel<strong>la</strong> sua corte, cioè nel sacro pa<strong>la</strong>zzo. Anche Teodorico prende il semplice titolo<br />

di rex, come se volesse far scomparire <strong>la</strong> sua origine barbarica... La divisione delle<br />

province con i loro duces, rectores, praesides, <strong>la</strong> costituzione municipale con i<br />

curiales e defensores, l’organizzazione delle imposte, tutto è conservato. Egli conia<br />

monete, ma a nome dell’imperatore. Adotta il nome di F<strong>la</strong>vius, segno che prende <strong>la</strong><br />

nazionalità romana... L’organizzazione del<strong>la</strong> guardia del re è bizantina, così come<br />

tutto il cerimoniale del<strong>la</strong> corte. L’organizzazione giudiziaria è tutta romana, anche per<br />

i Goti; l’editto di Teodorico è completamente romano... I Goti formano le guarnigioni<br />

delle città, vivendo dei loro redditi sul<strong>la</strong> terra, ricevendo una paga. Non possono avere<br />

impieghi civili, non è loro possibile <strong>la</strong> minima azione sul governo, eccetto per quelli<br />

che fanno parte, con i Romani, del seguito del re. In questo regno, dove comanda il<br />

loro re, essi sono in realtà stranieri, ma stranieri ben dotati di rendita: una casta<br />

militare che vive <strong>la</strong>utamente del suo impiego... Teodorico non è più che un<br />

funzionario di Zenone. Appena arriva in Italia, <strong>la</strong> chiesa e <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione lo<br />

riconoscono come rappresentante del<strong>la</strong> regalità... Insomma, i Goti sono <strong>la</strong> base<br />

militare del potere regio, che, a parte questo, è romano...<br />

Presso i Vandali, a dispetto del<strong>la</strong> rottura avvenuta con l’impero, ogni carattere<br />

germanico è assente dall’organizzazione dello Stato... Il suo (di Genserico) governo è<br />

romano: egli batte monete con l’effigie di Onorio; le iscrizioni sono romane. Sembra<br />

stacolo sociale. Il numero di unioni fra Germani e donne romane dovette essere costante e il bambino par<strong>la</strong>, si sa, <strong>la</strong><br />

lingua di sua madre. Evidentemente questi Germani hanno dovuto romanizzarsi con una rapidità stupefacente» Idem,<br />

p. 23.<br />

91 Idem, pp. 23,25.<br />

92 Idem, p. 26.

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