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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XXII<br />

in tutto lo scritto di Giovanni che, come abbiamo detto, non è scritto in buon greco, a<br />

differenza dell’Evangelo e delle epistole. 73<br />

Per rendere il brano più comprensibile, vogliamo ricordare che vari autorevoli<br />

manoscritti hanno le parole: «Il rimanente dei morti non tornò in vita prima che<br />

fossero compiuti i mille anni» poste tra due parentesi in modo che <strong>la</strong> frase che segue<br />

«questa è <strong>la</strong> prima resurrezione», si troverebbe ad essere il seguito diretto del<strong>la</strong> frase<br />

che precede <strong>la</strong> parentesi. 74<br />

Il brano ci offre una delle sette beatitudini: «Beato e santo è colui che partecipa<br />

al<strong>la</strong> prima resurrezione». Purtroppo coloro che non hanno compreso questo capitolo<br />

dell’Apocalisse, come il C. Brütsch per esempio, scrivono: «La quinta beatitudine<br />

prova che Giovanni attribuisce una grande importanza a questa prima resurrezione,<br />

che provoca le nostre perplessità». 75<br />

L’apostolo scrive che chi risorge al<strong>la</strong> prima resurrezione ha il privilegio di<br />

trascorrere il millennio con il Signore nel cielo e partecipare all’opera di giudizio.<br />

Al<strong>la</strong> fine del millennio ci sarà <strong>la</strong> seconda resurrezione, sarà quel<strong>la</strong> dei non salvati, sarà<br />

una resurrezione di giudizio.<br />

«È ben certo che i dottori ebrei insegnavano una doppia resurrezione: quel<strong>la</strong> dei<br />

giusti al<strong>la</strong> venuta del Messia, e quel<strong>la</strong> di tutti gli uomini nel giorno del Giudizio». 76<br />

73 BARTINA Sebastian del versetto 4 scrive: «Tutto il contenuto è grammaticalmente scompigliato. Manca di soggetto<br />

(per esempio al verbo: “Essi si sedettero”); accusativo (“le anime”) è staccato, seguito da un nominativo (“e quelli...”);<br />

se si tratta di un accusativo va con il precedente; se è un nominativo indipendente, il senso varia discretamente. Tutti<br />

gli sforzi intrapresi per organizzare <strong>la</strong> sintassi imbrogliata... sono poco soddisfacenti». Ma <strong>la</strong> sintassi non è più facile<br />

nel resto dell’Apocalisse. Quanto al contenuto de «<strong>la</strong> pericope 20:4-6, scrive A. WIKENHAUSER, è d’una tale brevità<br />

ristretta che non si può fare una vera rappresentazione del regno millenario». E. LOHMEYER par<strong>la</strong> di una «aridità<br />

intenzionale», cit. BRÜTSCH Charles, La c<strong>la</strong>rtée de l’Apocalypse, Genève 1966, p. 323. Per lo stile dell’Apocalisse<br />

vedere Appendice n. 5.<br />

74 La frase «il resto dei morti non tornò in vita prima che fossero compiuti i mille anni» 20:5 non c’è nei sei<br />

principali manoscritti unciali: Papiro Chester Beatty; Sinaiticus del III secolo, contiene soltanto <strong>la</strong> parte che va da<br />

9:10 a 17:2; Rescriptus Ephraemi del V secolo, manca tutto il capitolo 20; Porfitianus IX o X secolo è mancante dei<br />

primi nove versetti del capitolo 20; nel Codex Vaticanus del IV secolo il testo dell’Apocalisse è andato perduto; <strong>la</strong><br />

Peshitta, inizio V secolo, non ha mai contenuto le lettere di 2 Pietro, 2 e 3 Giovanni, Giuda e Apocalisse, perché <strong>la</strong><br />

Chiesa di Siria non li riconosceva come canonici - il testo dell’Apocalisse che appare nelle moderne edizioni stampate<br />

del<strong>la</strong> Peshitta dal 1627 fu preso in prestito da una successiva traduzione siriaca dal nome Harkleiana. Nei manoscritti<br />

minuscoli manca nel Sinaiticus e in alcuni altri. I testimoni antichi che contengono l’Apocalisse sono meno numerosi<br />

di quelli che contengono gli Evangeli, il libro degli Atti o le epistole paoline. Il testo si trova nell’Alessandrinus, IV<br />

secolo e in un gran numero di manoscritti minuscoli. Il procedimento che porta ad accettare una lettura biblica è molto<br />

complesso. Tenuto conto di questo, in genere gli studiosi accettano <strong>la</strong> frase come genuina. Per questo motivo essa<br />

appare nel<strong>la</strong> maggioranza delle traduzioni. Il fatto che alcuni traduttori pongano questa frase tra parentesi non<br />

significa necessariamente che essi dubitino del<strong>la</strong> lettura: possono soltanto voler dire che considerano <strong>la</strong> frase come<br />

parentetica. Il contesto non crea nessun problema al<strong>la</strong> frase in questione. Quanto essa afferma è chiaramente implicito<br />

nel resto del brano, specialmente quando lo si compara ad altri testi biblici che hanno a che fare con l’argomento. La<br />

Bibbia par<strong>la</strong> di due resurrezioni: quel<strong>la</strong> dei giusti e quel<strong>la</strong> degli ingiusti (Giovanni 5:28,29; Atti 24:5). Quel<strong>la</strong> dei<br />

giusti è in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> seconda venuta di Cristo (1 Tessalonicesi 4:13-17). Vedere Seventh Day Adventist Bible<br />

Commentary, vol. VII, Review and Herald, Washington D.C. 1957, pp. 883-885.<br />

75 C. Brütsch, o.c., p. 328.<br />

76 Christian GINSBERG et Alfred EDERSHEIM, L’Israélite de <strong>la</strong> naissance à <strong>la</strong> mort, Genève 1896, p. 168. Nel<br />

Dictionnaire Encyclopédique de <strong>la</strong> Bible di Westphal, t. II, p. 558 così viene riassunto questo insegnamento: «I1<br />

momento del<strong>la</strong> resurrezione. La resurrezione si produrrà: dopo il giudizio, per ricevere in eredità <strong>la</strong> gloria del regno<br />

messianico: Enoc 90:29-33,108. Immediatamente prima dell’èra messianica: Enoc 51:1. Al momento del regno<br />

904<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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