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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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Daniele<br />

«L’uomo vestito di lino, che stava<br />

sopra le acque del fiume, il quale,<br />

alzata <strong>la</strong> man destra e <strong>la</strong> man sinistra al<br />

cielo, giurò per colui che vive in eterno,<br />

che ciò sarà per un tempo, per dei<br />

tempi e per <strong>la</strong> metà d’un tempo; e<br />

quando <strong>la</strong> forza del popolo santo sarà<br />

interamente infranta, allora tutte queste<br />

cose si compiranno. Al<strong>la</strong> domanda di<br />

Daniele: “Signore mio, qual sarà <strong>la</strong> fine<br />

di queste cose?” Viene risposto: “Va’,<br />

Daniele; perché queste parole sono<br />

nascoste e sigil<strong>la</strong>te fino al tempo del<strong>la</strong><br />

fine. Molti saranno purificati, imbiancati,<br />

affinati; ma gli empi agiranno<br />

empiamente, e nessuno degli empi<br />

capirà, ma capiranno i savi. E dal<br />

tempo che sarà soppresso il sacrificio<br />

continuo e sarà rizzata l’abominazione,<br />

vi saranno milleduecentonovanta giorni.<br />

Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque<br />

giorni”».<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

IL SORGERE DI UN MOVIMENTO MONDIALE<br />

Giovanni<br />

«Un angelo potente che scendeva dal<br />

cielo e aveva in mano un libretto aperto<br />

e l’angelo levò <strong>la</strong> sua man destra al<br />

cielo e giurò per Colui che vive nei<br />

secoli dei secoli, il quale ha creato il<br />

cielo, <strong>la</strong> terra e il mare e le cose che<br />

sono in essi che non ci sarebbe stato<br />

più tempo».<br />

Felice quindi chi sarà testimone del<strong>la</strong> realizzazione storica di queste parole.<br />

Entrambi i giuramenti iniziano identificando Dio come l’Eterno, ma il giuramento<br />

dell’Apocalisse aggiunge il riconoscimento di Dio come creatore. Questa aggiunta ha<br />

fatto collegare questo testo con altri dell’Apocalisse e più esplicitamente col<br />

messaggio del primo angelo del capitolo XIV:6. Il primo è un inno al Creatore, il<br />

secondo è in re<strong>la</strong>zione ad un opera che viene compiuta e corrisponde meglio al<br />

contesto del nostro capitolo. J.M. Ford sottolinea che in questo giuramento c’è un<br />

richiamo al IV comandamento di Esodo XX. 30<br />

La voce dell’angelo è potente come quel<strong>la</strong> di un leone<br />

e i sette tuoni fanno udire <strong>la</strong> loro voce<br />

Analizzando il testo si nota che i tuoni sono <strong>la</strong> risposta al grido del potente angelo,<br />

<strong>la</strong> cui voce è come quel<strong>la</strong> di un leone ruggente. La figura del leone che ruggisce è<br />

usata nell’Antico Testamento per trasmettere l’idea di un giudizio immediato. Amos<br />

avvisò Israele dei giudizi imminenti con questo tipo di linguaggio: «Il leone rugge<br />

30<br />

FORD J. Massyngberde, Reve<strong>la</strong>tion, The Anchor Bible, 38, Garden City, New York 1975, p. 160; cit. W.H. Shea,<br />

o.c., p. 300.<br />

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