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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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IL CARDINE DELLA STORIA<br />

l’uomo rigenerato, Cristo e Dio si stabilisce un’unione, Gesù compie nel credente<br />

l’opera di rinnovamento. Il Cristo lo aiuta a crescere fino al<strong>la</strong> sua statura perfetta. 359<br />

L’uomo che prima trovava soddisfazione nel peccare, nell’essere il figlio lontano<br />

dal<strong>la</strong> casa paterna, rientrato in sé, a seguito dell’opera che lo Spirito Santo ha<br />

compiuto in lui, abbracciato al padre, ora gioisce nell’ubbidienza al<strong>la</strong> sua paro<strong>la</strong> e nel<br />

poter vivere nel<strong>la</strong> sua casa. Soffre del male commesso non perché sia un uomo<br />

moralmente a posto, ma perché è un uomo unito al Signore.<br />

«Per espiare l’iniquità» 360<br />

Espiare, cioè coprire nel senso di perdonare, purificare, non fare più vedere<br />

l’iniquità, nasconder<strong>la</strong> al<strong>la</strong> vista. Il verbo kaafar racchiude l’idea di riscatto, cioè di<br />

liberazione. Il sacrificio di espiazione, di propiziazione per il peccato, 361 cioè di<br />

purificazione è il nerbo del cerimoniale del tempio, come abbiamo detto sopra.<br />

Facendo riferimento a questo riscatto Gesù disse del<strong>la</strong> Sua morte: « ...il Figlio<br />

dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire, e per dare <strong>la</strong> vita sua come<br />

prezzo di riscatto per molti». 362<br />

Ancora una volta questa espressione ci aiuta a capire meglio il senso del<strong>la</strong> morte di<br />

Gesù Cristo, che come l’amore è una forza insondabile. Mai potremo spiegare <strong>la</strong><br />

croce solo razionalmente, perché, se così fosse, il Suo sacrificio sarebbe ridotto ad<br />

una formu<strong>la</strong>; se Dio avesse potuto salvare l’uomo tramite un ragionamento l’avrebbe<br />

fatto evitando il Calvario, il Monte del Teschio. Siamo nel campo dell’amore, e<br />

l’amore va oltre al<strong>la</strong> razionalità, pur non contraddicendo<strong>la</strong>.<br />

L’espressione ebraica kafar significa, come abbiamo detto, coprire, nascondere,<br />

togliere al<strong>la</strong> vista nel senso di: perdonare, purificare. Il filologo P. Winandy precisa<br />

che Kafar (e suoi derivati) riguarda il perdono dei peccati, mediante filologie<br />

comparate e sul piano teologico, non significa coprire, ma corrisponde, nell’Antico<br />

Testamento, al rituale di purificazione, del perdono dei peccati mediante il sacrificio<br />

di sangue. 363<br />

L’opera del Messia aveva lo scopo di far sì che degli esseri in rivolta nei confronti<br />

del loro Creatore potessero nuovamente ritornare al Dio Santo e Giusto. Tutta <strong>la</strong><br />

Sacra Scrittura ci presenta Dio che è al<strong>la</strong> ricerca del proprio figlio, dell’uomo:<br />

«Adamo, dove sei?», mentre questi costantemente si sottrae al suo appello e al suo<br />

amore nascondendosi. La Bibbia ci presenta un Padre che implora, privato dei suoi<br />

figli, un Padre ferito nel suo amore. Dio scende in mezzo all’umanità, senza<br />

partecipare al peccato dell’uomo, ma subendo le conseguenze di questo peccato. Dio,<br />

359 Efesi 4:13.<br />

360 Daniele 9:24.<br />

361 Numeri 35:31; Levitico 5:8; 4:26; 16:19; Ezechiele 45:17.<br />

362<br />

Matteo 20:28.<br />

363 o o<br />

WINANDY Pierre, Sens de Kafar dans <strong>la</strong> théologie biblique d’après l’étude philologique, in Servir, 3 e 4 trimestre<br />

1977, p. 17.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 127

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