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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 10<br />

GESÙ SOMMO SACERDOTE NEL SANTUARIO CELESTE SECONDO IL<br />

CALENDARIO DELLE FESTE EBRAICHE<br />

«L’Apocalisse è il libro del Nuovo Testamento che si riferisce di più all’Antico<br />

Testamento e alle istituzioni ebraiche tradizionali. André FEUILLET vede nell’Apocalisse “una<br />

rilettura dell’Antico Testamento al<strong>la</strong> lettura degli avvenimenti cristiani” (L’Apocalypse - état<br />

de <strong>la</strong> question, Desclée de Brouwer, Paris - Bruges 1963, p. 65). Vi si contano meno di<br />

duemi<strong>la</strong> allusioni all’Antico Testamento, di cui quattrocento in forma esplicita e novanta<br />

citazioni letterali del Pentateuco o dei profeti. A proposito del testo di queste citazioni, è da<br />

notare che l’Apocalisse si mostra pure “più fedele all’originale ebraico che alle versioni del<strong>la</strong><br />

Settanta” PRIGENT P., (L’Apocalypse de saint Jean, Lausanne-Paris 1981, p. 19). L’illustre<br />

Renan faceva notare che “<strong>la</strong> lingua dell’Apocalisse è forgiata sull’ebraico, era pensata in<br />

ebraico e non può essere compresa che da delle persone che sappiano l’ebraico” (RENAN<br />

Ernest, L’Antichrist, Paris 1873). Per comprendere l’Apocalisse bisogna legger<strong>la</strong> al<strong>la</strong> luce<br />

dell’Antico Testamento» (DOUKHAN Jacques, Le cri du Ciel, ed. V.& S., Dammarie-les-Lys,<br />

1996, pp. 28,29).<br />

L’Apocalisse, come abbiamo detto, è strutturata in cicli di sette visioni simultanee e<br />

parallele, sui cui partico<strong>la</strong>ri non sempre gli studiosi concordano. A ciò si deve aggiungere che<br />

questa struttura si sviluppa nel contesto del tempio e secondo il calendario delle feste ebraiche<br />

nell’ordine presentato in Levitico 23. L’Apocalisse può essere divisa in due parti:<br />

storico/terrestre ed escatologico/celeste al cui centro si trova il giudizio di Dio, capitolo XIV<br />

(confr. Daniele VII; vedere J. Doukhan, o.c..).<br />

«Il Santuario celeste è il perno centrale nel messaggio dell’Apocalisse» (MAXWELL<br />

Mervyn, God Cares, Boise, Idfaho, Pacific Press, 1985, p. 164; cit. GOLDSTEIN Clifford,<br />

Between the Lamb and the Lion, Pacific Press 1995, p. 38).<br />

È evidente che Giovanni pone al centro di questo libro <strong>la</strong> persona di Cristo Gesù. Già nel<br />

primo versetto scrive: «La rive<strong>la</strong>zione di Gesù Cristo che Dio gli ha dato per mostrare ai suoi<br />

servitori le cose che devono avvenire in breve» (1:1). Poi il Signore è chiamato col nome di:<br />

«Gesù» o «Cristo» (1:1,2,5,9; 11:15; 14:12; 18:10; 20:4,6; 22:16,20,21); «fedele testimone»<br />

(1:5); «primogenito dei morti», «principe dei re del<strong>la</strong> terra» (1:5); «figlio dell’uomo» (1:13;<br />

14:14); «Colui che investiga le reni e i cuori» (2:23); «leone del<strong>la</strong> tribù di Giuda» (5:5);<br />

«Agnello» (5:6,8,12,13; 6:1; 7:9,10,14,17; 12:11; 13:8; 14:1,4,10; 15:3; 17:14; 19:7,9;<br />

21:9,14,22,23,27; 22:1,3); «Fedele e Verace» (19:11), «<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio» (19:13); «Re dei re<br />

e Signore dei signori» (19:16); «Alfa e Omega» (21:6). Con l’essere: «primo e ultimo» (1:18).<br />

Gesù dichiara <strong>la</strong> sua propria divinità ripresentandosi come fece al profeta Isaia 44:6: «Così<br />

par<strong>la</strong> l’Eterno, re d’Israele e il suo redentore, l’Eterno degli eserciti; “Io sono il primo e sono<br />

l’ultimo, e fuori di me non v’è Dio”» confr. 1:18. Anche con il nome «Vivente», «ecco sono<br />

“vivente” per i secoli dei secoli» (1:18), ricorda quanto Giosuè diceva dell’Eterno: «Da questo<br />

riconosciamo che l’Iddio vivente è in mezzo a voi» (3:10).<br />

L’Apocalisse, annunciando il compimento del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio, <strong>la</strong> vita eterna dei salvati,<br />

presenta Gesù come colui che per l’eternità porta i segni del<strong>la</strong> sua morte ed è risuscitato. La<br />

salvezza degli uomini è il risultato del suo ministero terreno e del suo ministero sacerdotale.<br />

Questo scritto apostolico presenta quanto <strong>la</strong> lettera agli Ebrei afferma di Gesù nel<strong>la</strong> sua<br />

1054<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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