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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

INSEGNAMENTI DIMENTICATI<br />

Origene (III secolo), riprendendo questo insegnamento, in una omelia disse: «Gli<br />

apostoli stessi non hanno ancora ricevuto <strong>la</strong> gloria: ma aspettano anch’essi affinché<br />

ancor io sia partecipe del loro gaudio». 131<br />

Questa verità risulta palese ogni qualvolta si torni al<strong>la</strong> sorgente.<br />

Il contemporaneo domenicano Thomas Camelot scrive: «<strong>Quando</strong> si par<strong>la</strong><br />

dell’immortalità dell’anima, non si tratta che dell’immortalità felice dopo <strong>la</strong><br />

risurrezione gloriosa, conseguenza del<strong>la</strong> risurrezione di Cristo. L’immortalità naturale<br />

è al di fuori del<strong>la</strong> prospettiva del pensiero cristiano». 132<br />

All’insegnamento degli apostoli e dei profeti si è contrapposto quello del<br />

seduttore, del principe di questo mondo.<br />

Errore universale<br />

«Domandate a un cristiano, protestante o cattolico, intellettuale o no, che cosa<br />

insegna il Nuovo Testamento sul<strong>la</strong> sorte individuale dell’uomo dopo <strong>la</strong> morte, e,<br />

salvo pochissime eccezioni, avrete sempre <strong>la</strong> stessa risposta: l’immortalità dell’anima.<br />

Eppure questa opinione, per diffusa che sia, è uno dei più gravi fraintendimenti che<br />

riguardano il cristianesimo». 133<br />

«Dall’origine dell’umanità, due dottrine si sono affrontate, riguardo all’uomo:<br />

quel<strong>la</strong> di Dio: “Tu morrai certamente”; quel<strong>la</strong> di Satana: “No, voi non morrete<br />

punto”. 134 Mentre i profeti israeliti hanno mantenuto fedelmente il pensiero divino,<br />

che scorre come un fiume di acque pure attraverso tutto l’Antico Testamento, il fiume<br />

del paganesimo ha trasportato, con alcune vestigia del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione primitiva, una<br />

massa crescente di errori. I due fiumi, che hanno cominciato a scorrere in direzioni<br />

p. 204). Al capitolo 1:11, Pietro dice che i profeti «indagavano qual fosse il tempo e le circostanze a cui lo Spirito di<br />

Cristo che era in loro accennava, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze del Cristo, e del<strong>la</strong> gloria che<br />

dovevano seguire». Pietro distingue nei profeti il loro proprio spirito e quello del Cristo, il quale permetteva al loro di<br />

ricevere i pensieri di Dio. Questo Spirito che anima lo spirito dei profeti Pietro lo chiama: spirito del Cristo. Per Pietro,<br />

Cristo con il Suo spirito sve<strong>la</strong>va ai profeti il modo con il quale si sarebbe realizzato il piano del<strong>la</strong> salvezza. Questo spirito<br />

di Cristo era anche in Noè, predicatore di giustizia (2 episto<strong>la</strong> 2:5), <strong>la</strong> cui predicazione non fu altro che l’opera di<br />

Cristo compiuta mediante <strong>la</strong> sua bocca. Pietro, dopo aver par<strong>la</strong>to del<strong>la</strong> morte e del<strong>la</strong> risurrezione di Gesù, ritorna al<strong>la</strong><br />

predicazione di Noè, e lo fa per un motivo molto semplice. Teme che i fedeli ai quali si rivolge si possano scoraggiare<br />

e quindi li esorta a rimanere fermi nel<strong>la</strong> fede (3:14,15). Per dare forza a questa esortazione ricorda l’esempio di Cristo<br />

che ha sofferto per noi, poi rievoca l’opera del<strong>la</strong> redenzione ai tempi antidiluviani con lo scopo di incidere negli<br />

ascoltatori l’idea che, se Cristo non <strong>diventa</strong> <strong>la</strong> pietra ango<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> loro fede, come lo fu nel passato per coloro che si<br />

salvarono dal diluvio, <strong>diventa</strong> <strong>la</strong> pietra sul<strong>la</strong> quale essi si infrangono. Cerca di risvegliare in loro il senso di<br />

responsabilità infondendo un sentimento di salutare timore, ricordando il castigo terribile di coloro che ai tempi di<br />

Noè, che ora sono in prigione, sono morti, non credettero nel<strong>la</strong> salvezza per grazia, annunciata dal patriarca. La<br />

posizione degli ascoltatori di Pietro è <strong>la</strong> stessa di quel<strong>la</strong> degli antidiluviani. La fine di tutte le cose è vicina (4:7,17). Il<br />

battesimo è, per <strong>la</strong> generazione contemporanea, ciò che l’acqua del diluvio o l’arca è stata per Noè e i suoi<br />

contemporanei: mezzo di salvezza per coloro che credettero, di giudizio per coloro che furono increduli e non accettarono<br />

<strong>la</strong> predicazione di Cristo.<br />

131 Origene, Omelia VII sul Levitico.<br />

132 CAMELOT Thomas, Introduction au traité contre les païens d’Athanase d’Alexandrie, Paris 1946, p. 47.<br />

133 CULLMANN Oscar, Immortalità dell’anima o risurrezione dei morti?, Paideia, Brescia 1970, p. 15.<br />

134 Genesi 2:17; 3:4.<br />

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