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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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quindi dal tempo dell’Impero Medo Persiano al<strong>la</strong> fine. È fare violenza<br />

all’intenzionalità del testo se si vuole sostenere 2300 giorni come tempo letterale.<br />

«Una quindicina di esegeti ebrei hanno adottato il senso simbolico... Il rabbino<br />

palestinese Jephet ibn Ali Kalevi, nel suo commentario composto verso l’anno mille,<br />

...affermava: “Gli studiosi che hanno preceduto Joseph ibn Bakhtavi hanno spiegato i<br />

2300, 1290 e 1335 come degli anni; i Rabbini hanno fatto <strong>la</strong> stessa cosa. - Anche<br />

qualche Karaïtes”». 205<br />

Georges Stanley Faber, canonico del<strong>la</strong> cattedra di Salisburgo, dottore in teologia,<br />

scriveva: «Quasi senza eccezione, i dottori del<strong>la</strong> Sinagoga ebraica si accordano nel<br />

205 VAUCHER Alfred Félix, Jusques à quand, Seigneur, Collonges sous Salève 1973, p. 12.<br />

«1. Verso l’anno 800, Benjamin ben Moïse Nahawendi, giudeo karaita di Persia autore di un commentario su<br />

Daniele che non è stato trovato. Conosciamo il suo modo di vedere da Joseph ibn Ali, che non ha condiviso il suo<br />

pensiero e da Abarbanel, che lo ha sostenuto (Isaac Judah Abravanel (ABARBANEL) in REINES Alvin-Jay, Maimonides<br />

and Abrabanel on Prophecy, Cincinnaty 1970, pp. 85,86).<br />

2. Saadia ben Joseph (882-942), autore di un commentario inedito su Daniele, conservato al<strong>la</strong> Biblioteca<br />

Bodléienne d’Oxford (ms. Opp. add. Qu. 154). Sul passo re<strong>la</strong>tivo ai 2300 si può vedere Hermann SPIEGEL, Saadia al-<br />

Fajjûmi’s arabische Danielversion, Berlin 1906, p. 109. Il pastore francese Pierre ALLIX, rifugiato in Inghilterra, ha<br />

dato una traduzione inglese dell’ottavo trattato del Sepher Amunoth (Livre de l’Espérance), scritto nel 873, dove<br />

Saadia stabiliva <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>: un giorno profetico = un anno letterale (A Confutation of the hopes of the Jews concerning<br />

the <strong>la</strong>st Redemption, London 1707). Un giorno vale un anno (pp. 7,8). Noi abbiamo dunque 1335 anni (p. 7), 1290<br />

anni (pp. 8, 9), 2300 anni (p. 9).<br />

3. Sahl ben Mazliah, nato nel 910, esegeta palestinese, karaita autore di un commentario su Daniele (vedere<br />

SILVER Abba Hillel, A History of Messianic Specu<strong>la</strong>tion in Israel From the First Through the Seventeenth Centuries,<br />

The MacMil<strong>la</strong>n Company, New York 1927, pp. 50-52.54).<br />

4. Salomon ben Isaac Jarchi, detto Raschi (1040-1105), il cui commentario sul profeta Daniele è stato tradotto in<br />

<strong>la</strong>tino e pubblicato sotto il nome di Jarchi da Johann Friedrich BREITHAUPT (Commentarius in Prophetas Maiores et<br />

Minores, Gotha 1713, pp. 771,772,795,796).<br />

5. Lo spagnolo Abraham ben Chija (1065-1136), autore di un’opera su Daniele conservata in manoscritto al<strong>la</strong><br />

Biblioteca di Monaco e pubblicato a Berlino nel 1924.<br />

6. Nel secolo XII abbiamo un esegeta israelita che abitualmente è confuso con Saadia ben Joseph, detto il Gaon,<br />

il cui commentario su Daniele si trova nelle Bibbie rabbiniche.<br />

7. Moïse ben Nachman (verso 1194-1270), spagnolo, autore di un’opera stampata a Costantinopoli nel 1579.<br />

8. Un altro spagnolo, Bahia ben Asher (verso 1260-1340) menzionato da H. Silver (o.c., pp. 95-97). Riduce i<br />

2300 a 1150 anni.<br />

9. Levi ben Gershon (1288-1344), francese, autore di un commentario su Daniele, apparso prima del 1480. È<br />

menzionato da Abarbanel. Conta a partire da Samuele.<br />

10. Simon ben Zemah Duran, o RaSHBaZ (1310-1385) rabbino e fisico di Algeria, dal 1394 capo rabbino. Cita<br />

Ezechiele 4:4 come evidenza del principio giorno/anno (vedere Le Roy Edwin FROOM, The Prophetic Faith of our<br />

Fathers, vol. II, Washington D.C., 1948, p. 218).<br />

11. Isaac Abarbanel (1437-1508), celebre rabbino portoghese, finì nel 1496 un commentario su Daniele che è<br />

stato stampato diverse volte (Napoli 1497, Ferrara 1551, Venezia 1556, Amsterdam 1647, Venezia 1652).<br />

Nell’edizione veneziana del 1570, f. 85, sono spiegati i 2300 giorni/anni.<br />

12. Secondo Johann Christoph WAGENSEIL (Te<strong>la</strong> ignea Satanae, 1681, p. 335), Rabbi Isaac ben Abraham,<br />

portoghese del XV secolo, autore del Liber Munimen fidei.<br />

13. Abraham ben Eliezer ha-Levi (verso 1460-1530), cabalista spagnolo, ha pubblicato a Costantinopoli, nel<br />

1510, un’opera nel<strong>la</strong> quale spiega le 70 settimane di Daniele.<br />

14. Il rabbino italiano Giuseppe ben David ibn Jachia (JACCHIADES) (1494-1539), Paraphrase sur Daniel,<br />

composto nel 1528; stampato in ebraico a Bologna nel 1538, è stato tradotto in <strong>la</strong>tino da Costantin L’EMPEREUR,<br />

Amsterdam 1633. Pur applicando <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> ad Antioco IV, afferma che i 2300 giorni sono anni (pp. 153,154)»<br />

VAUCHER Alfred Félix, Lacunziana, I serie, Collonges-sous-Salève 1949, pp. 54-56.<br />

In epoca recente possiamo citare Abraham Bar Hiyya HANASI, Megillot Ha Megalleh (Rouleau du Révé<strong>la</strong>teur), ed.<br />

Arthur Poznanski, Berlin 1924, 1967, pp. 170,171; traduzione cata<strong>la</strong>na José-Maria MILLAS-VALLICROSA, Barcellona<br />

1929, LVIII-253 pagine.

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