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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

INSEGNAMENTI DIMENTICATI<br />

comandamenti precisi che non si <strong>la</strong>sciano eludere, che prescrivono il bene e<br />

proibiscono il male sotto delle forme concrete». 114<br />

«Cristo è risuscitato per dare uno scopo eterno al<strong>la</strong> nostra ubbidienza ed è morto<br />

perché noi potessimo ubbidire, affinché <strong>la</strong> legge ci dia <strong>la</strong> vita e non <strong>la</strong> morte. Ciò che<br />

<strong>la</strong> Risurrezione dell’Agnello ci promette, il suo sangue ce lo comanda». 115<br />

Conclusione<br />

Come abbiamo già detto, il Cristo che, quale nostro Creatore, è il Signore del<br />

sabato, ha posto in questo comandamento il suo sigillo e <strong>la</strong> sua osservanza a segno<br />

dell’avvenuta rigenerazione.<br />

Del resto: «Il Decalogo (come tutte le altre espressioni del<strong>la</strong> legge dell’Antico<br />

Testamento) è similmente uscite dal<strong>la</strong> bocca del Salvatore. “Io sono l’Eterno, l’Iddio<br />

tuo, che ti ho tratto dal<strong>la</strong> casa di servitù”. “Così par<strong>la</strong> l’Eterno il tuo Redentore, il<br />

Santo d’Israele”. È il Redentore che comanda, colui che ha dato <strong>la</strong> sua vita per<br />

riscattarci, colui che ha giudicato che nessun sacrificio era troppo grande per venirci<br />

in aiuto e liberarci dal<strong>la</strong> schiavitù del Maligno, colui che ha fatto tutto ciò che era<br />

possibile fare per strapparci dal<strong>la</strong> potenza delle tenebre. È il Redentore, il Crocifisso,<br />

è Gesù Cristo, che pronuncia ognuna delle parole del Decalogo... Dio non ci comanda<br />

nul<strong>la</strong> senza avercelo offerto nel<strong>la</strong> sua grazia». 116<br />

II. La dottrina dell’immortalità dell’anima<br />

Schizzo dell’insegnamento biblico sul<strong>la</strong> natura dell’uomo<br />

«Dio solo è immortale» spiega l’apostolo Paolo a Timoteo 117 , ed ha creato un<br />

uomo libero il quale, accettando l’offerta del<strong>la</strong> Sua grazia, avrebbe potuto vivere del<strong>la</strong><br />

Sua vita.<br />

Affinché l’uomo potesse comprendere, nel<strong>la</strong> sua innocenza, che l’immortalità non<br />

era qualcosa che faceva parte del<strong>la</strong> sua natura, Dio lo invitò a cibarsi dell’albero del<strong>la</strong><br />

vita. Sebbene l’uomo fosse stato avvertito da Dio del pericolo di perdere <strong>la</strong> sua<br />

libertà, <strong>la</strong> sua signoria sugli animali e sul creato, e di alterare il «tutto era molto<br />

buono» del<strong>la</strong> creazione, divenendo un condizionato e schiavo del<strong>la</strong> sua azione,<br />

davanti al<strong>la</strong> promessa di Satana «non morrete affatto... (ma) sarete come Dio» 118 ,<br />

l’uomo si sottrasse al Creatore.<br />

114<br />

VALLOTTON Paul, La Bible, son autorité, son contenu et sa valeur, Lausanne 1882, pp. 128,129; cit. da A.F.<br />

Vaucher, Le Décalogue, p. 5<br />

115 a<br />

PURY Ro<strong>la</strong>nd de, Pierres Vivantes, 2 ed., p. 31.<br />

116<br />

PURY Ro<strong>la</strong>nd de, Prefazione, in AA.VV., o.c., pp. 6,7.<br />

117 1 Timoteo 6:16; 3:17.<br />

118 Genesi 3:5,6; confr. 2:17,18.<br />

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