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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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IL GIUDIZIO CHE PRECEDE LA VENUTA DEL SIGNORE<br />

che <strong>la</strong> data del giudizio si situi in qualche momento dell’ultima fase del<strong>la</strong> carriera del<br />

piccolo corno, come è indicato in forma generale nei testi indicati sopra.<br />

È l’ultima strofa di questo poema profetico che offre il dato più preciso<br />

concernente <strong>la</strong> data del giudizio. Questa strofa contiene, in effetti, il solo dato<br />

cronologico del capitolo, i tre tempi e mezzo, dei versetti 25 e 26.<br />

La frase “poi verrà il giudizio” - letteralmente: “poi il giudizio si insedierà” segue<br />

immediatamente <strong>la</strong> menzione cronologica dei tre tempi e mezzo di persecuzione e,<br />

utilizzando ancora il verbo all’imperfetto, si dimostra evidente che il giudizio segue<br />

cronologicamente <strong>la</strong> fine del periodo dei tre anni e mezzo.<br />

Se si applica il principio giorno-anno a questo periodo di tempo, che altrove è<br />

presentato in 1260 giorni, 108 e se si mette questo in re<strong>la</strong>zione con gli avvenimenti<br />

storici significativi, si arriva al<strong>la</strong> conclusione che <strong>la</strong> data del 1798 d.C. segna <strong>la</strong> fine<br />

dei tre tempi e mezzo. L’avvenimento del giudizio dovrebbe dunque cominciare<br />

qualche tempo dopo il 1798.<br />

La <strong>profezia</strong> di Daniele VII non determina <strong>la</strong> fine del piccolo corno, ma piuttosto <strong>la</strong><br />

fine del<strong>la</strong> sua opera persecutrice. La <strong>profezia</strong> non precisa neppure quanto tempo<br />

bisognerà aspettare dopo i tre tempi e mezzo perché inizi il giudizio. Questa domanda<br />

avrà <strong>la</strong> sua risposta al<strong>la</strong> luce di Daniele VIII e IX». 109<br />

Questo giudizio è una inchiesta, una investigazione dei libri celesti, viene fatto in<br />

concomitanza con le parole arroganti del piccolo corno. In quel tempo (dopo il 1844),<br />

l’8 dicembre 1854, <strong>la</strong> bocca orgogliosa proferiva i dogmi più inauditi, quello<br />

dell’Immaco<strong>la</strong>ta Concezione e, nel 1870, il XX Concilio Ecumenico Vaticano I<br />

dichiarava l’infallibilità del proprio capo quando par<strong>la</strong> ex cathedra. 110 Due dogmi di<br />

108 Ricordiamo: Apocalisse 12:6,14.<br />

109 W. Shea, o.c., pp. 130-132.<br />

110 Scrive Mons. Robert GROSCHE: «Definendo nel 1870 l’infallibilità del papa, <strong>la</strong> Chiesa anticipava, su un piano più<br />

elevato, quel<strong>la</strong> decisione storica che oggi viene presa sul piano politico: per l’autorità e contro <strong>la</strong> discussione, per il<br />

papa e contro <strong>la</strong> sovranità del Concilio, per il Führer e contro il Par<strong>la</strong>mento» cit. da HASLER August Bernhard, Come il<br />

papa divenne infallibile, ed. C<strong>la</strong>udiana, Torino 1982, p. 5.<br />

Riportiamo alcuni passaggi dell’intervento del vescovo Joseph Georg STROSSMAYER che prese <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> durante il<br />

Concilio Vaticano I per contestare questo dogma. È ovvio immaginare che il discorso sia stato più volte interrotto da<br />

grida e da inviti ad una azione di forza per allontanarlo. «Ho chiesto a questi venerandi monumenti del<strong>la</strong> verità<br />

(Antico e Nuovo Testamento) di farmi conoscere se il santo pontefice che qui presiede è veramente il successore di S.<br />

Pietro e vicario di Gesù Cristo, nonché dottore infallibile del<strong>la</strong> Chiesa. ... io non ho trovato nul<strong>la</strong> che si avvicini<br />

all’opinione degli ultramontanisti. Inoltre, con mia grandissima sorpresa, io non trovo nei giorni apostolici alcun<br />

accenno ad un papa successore di S. Pietro e vicario di Gesù Cristo... Voi ... direte che io sono un b<strong>la</strong>sfemo; ... direte<br />

che io sono un pazzo. No, Monsignori, io non bestemmio e neppure sono un pazzo. Ora, dopo aver letto l’intero<br />

Nuovo Testamento, io dichiaro di fronte a Dio, con <strong>la</strong> mano levata verso quel gran crocifisso, che non ho trovato<br />

alcuna traccia del papato qual esso esiste attualmente. Se Simone, figlio di Giona, fosse stato quello che noi crediamo<br />

essere oggi Sua Santità Pio IX, è sorprendente che Egli (Gesù) non abbia detto loro: “<strong>Quando</strong> sarò salito al Padre, voi<br />

tutti obbedirete a Simone Pietro nel<strong>la</strong> stessa maniera in cui obbedite a me. Io lo stabilisco mio vicario in terra”...<br />

Promise loro dodici troni, uno per ciascuno, senza dire che tra questi troni uno sarebbe stato più elevato degli altri,<br />

quello di Pietro.... Se Egli avesse desiderato costituire Pietro suo vicario gli avrebbe dato il comando supremo sopra<br />

l’intero esercito spirituale. Cristo proibisce a Pietro e ai suoi colleghi di regnare e di esercitare signoria o di avere<br />

autorità sopra i fedeli come i re delle nazioni (Luca 22:5). Se S. Pietro fosse stato scelto come Papa, Gesù non avrebbe<br />

par<strong>la</strong>to in quel<strong>la</strong> maniera.... Se Pietro fosse stato considerato Papa, avrebbero i suoi colleghi permesso che egli fosse<br />

mandato con S. Giovanni in Samaria ad annunciare l’Evangelo ...? Che pensereste, venerabili fratelli, se in questo<br />

momento noi ci permettessimo di mandare Sua Santità Pio IX e Sua Eccellenza Monsignor P<strong>la</strong>ntier al Patriarca di<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 519

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