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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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LA PERSONA DI DANIELE: AUTENTICITÀ, CANONICITÀ DEL SUO LIBRO E RISPOSTE ALLE OBIEZIONI<br />

che non ha riscontri con il testo stesso e annul<strong>la</strong>re anche venticinque secoli di tradizione<br />

ebraica e venti di cristianesimo, che hanno creduto, con motivazioni, che Daniele fosse un<br />

personaggio storico, realmente esistito e autore del suo scritto. Lasciamo ad ogni autore <strong>la</strong><br />

responsabilità delle proprie idee.<br />

Conclusione<br />

Ci sarebbero ancora altre critiche del testo che non consideriamo per <strong>la</strong> loro capziosità.<br />

In conclusione possiamo dire, con F. Lenormant nel 1874, che: «Più si avanza nel<strong>la</strong><br />

conoscenza dei testi cuneiformi, più si riscontra <strong>la</strong> necessità di rivedere <strong>la</strong> condanna<br />

pronunciata da molti, troppo prematura, del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> esegetica tedesca contro il libro di<br />

Daniele» (LENORMANT François, La magie chez les chaldéens, Paris 1874, p. 14). Dopo un<br />

secolo possiamo pensare di essere nel tempo dell’evidenza. Scrive C.J. Hurst: «Benché<br />

l’opinione critica generale si opponga a porre <strong>la</strong> redazione del libro al sesto secolo, si<br />

percepisce una tendenza crescente ad ammettere una data più antica» (HURST C.J., Wycliffe<br />

Bible Encyclopedie, I, Chicago 1976, p. 422). P. de Benoit confessa: «Se sono ritornato ad un<br />

atteggiamento molto conservatore ciò è il risultato dei miei propri studi che mi hanno mostrato<br />

su quali basi fragili si posano spesso i sedicenti risultati del<strong>la</strong> critica» (BENOIT Pierre de, Les<br />

prophètes de l‘Ancien Testament, 1942, p. V).<br />

Come abbiamo già detto sopra, se l’autore del libro di Daniele non è colui che pretende di<br />

essere, noi siamo di fronte ad un falso. Un falso che non soltanto contrabbanda uno scritto, che<br />

non è neppure attendibile sul piano storico per le sue incongruenze che gli stessi critici gli<br />

attribuivano, ma un falso che fa passare per Paro<strong>la</strong> di Dio fantasticherie umane. Se, secondo <strong>la</strong><br />

teologia liberale, tutta <strong>la</strong> Bibbia risente di questa prassi, è assurdo continuare a par<strong>la</strong>re di<br />

teologia biblica, di studio del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio, perché il Dio (Theos) del<strong>la</strong> creazione è assente<br />

sia dal<strong>la</strong> Bibbia sia dai discorsi che vengono fatti sul<strong>la</strong> Bibbia. Quale profeta dell’Eterno per<br />

dare credito al<strong>la</strong> sua paro<strong>la</strong> si è presentato nelle vesti di un personaggio conosciuto? La<br />

veridicità del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione di Dio non è data da chi <strong>la</strong> propone, ma dal fatto che essa è Paro<strong>la</strong><br />

del Signore. Come già abbiamo avuto modo di scrivere, i profeti non hanno fatto dei corsi di<br />

formazione per esercitare professionalmente il loro mestiere. Sono profeti perché l’Eterno si è<br />

rivolto a loro e sentono il peso del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione da comunicare. Non si occupano del<strong>la</strong> loro<br />

credibilità. La loro preoccupazione è quel<strong>la</strong> di essere fedeli al mandato ricevuto.<br />

Questa posizione teologica moderna fa del<strong>la</strong> tradizione ebraica un risultato di un’opera<br />

priva di serietà e fa dei dottori d’Israele delle persone sprovvedute che non hanno vegliato<br />

sul<strong>la</strong> attendibilità dei loro valori. Come è possibile <strong>la</strong> creazione di un simile personaggio<br />

canonico quando «non potevano essere accettati nel canone che i libri di cui l’autore era un<br />

profeta riconosciuto e il cui nome era certo»? (J. Doukhan, o.c., p. 276; vedere Baba Bathra<br />

146 b; HARRISON R.K., Infroduction to the Old Testament, Grand Rapids, Michigan, 1975, p.<br />

268; ARCHER G., Introduction à l‘Ancien Testament, Saint Lègier, 1978, p. 79).<br />

Per coloro che, come Lucien Gautier, non credono all’autenticità di Daniele, c’è una<br />

domanda che attende una risposta. Questa domanda è stata formu<strong>la</strong>ta dallo stesso L. Gautier:<br />

«La finzione al<strong>la</strong> quale è ricorso il nostro autore non lo porta ad essere discreditato? Non ha<br />

imbrogliato i suoi contemporanei presentando a loro fatti di già passati come se fossero stati<br />

predetti da molto tempo da un saggio appartenente ad una generazione di già lontana? Bisogna<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

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