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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO V<br />

8. Sua apparenza straordinaria<br />

“Daniele ci dice che “appariva maggiore delle altre corna”, <strong>la</strong> sua apparenza era<br />

più grande di quel<strong>la</strong> dei suoi compagni. Ma nello stesso tempo, come potenza<br />

temporale, come corno o principe coronato, doveva essere notevolmente piccolo tra<br />

tutti gli altri”. 63<br />

Gli abati Crampon e Fabre d’Envieu così commentano: “Un piccolo corno:<br />

potenza picco<strong>la</strong>, d’apparenza, ma nel<strong>la</strong> quale sembra concentrarsi tutta <strong>la</strong> forza del<strong>la</strong><br />

quarta bestia e del<strong>la</strong> sua ostilità contro Dio”. “Questa espressione (piccolo corno)<br />

indica una potenza debole alle sue origini, ma che si ingrandì e si rese terribile.<br />

Sembra che in essa si concentri tutta <strong>la</strong> cattiveria del<strong>la</strong> quarta bestia (Impero Romano<br />

e Stati che vi si rial<strong>la</strong>ccino). Questo piccolo corno designa l’uomo del peccato nel<br />

quale si riprodurrà tutta l’ostilità del quarto impero contro il Messia e contro <strong>la</strong> sua<br />

Chiesa”. 64<br />

In occasione del<strong>la</strong> prima venuta in Italia Pipino restituiva al papa una striscia del territorio che costeggia l’Adriatico<br />

a partire dal<strong>la</strong> frangia meridionale del Veneto, che comprendeva Ravenna e <strong>la</strong> Pentapoli, cioè Rimini, Pesaro,<br />

Fano, Senigallia e Ancona. Con questa donazione gli storici riconoscono che si costituiva “con questi territori con<br />

Roma e il suo ducato attraverso l’Italia centrale, uno Stato pontificio; questa manifesta usurpazione commessa a<br />

detrimento dell’Impero, avvenne senza che il papa denunciasse ufficialmente <strong>la</strong> sua subordinanza nei confronti del<br />

Basileus” GANSHOF F., Histoire des re<strong>la</strong>tions internationales, t. I, 3 a ed., Paris 1964, p. 22.<br />

Terzo corno abbattuto: Desiderio<br />

Pipino non aveva soddisfatto a tutte le richieste del papa. Non aveva voluto o potuto dargli tutti i territori. Inoltre<br />

il re Desiderio non fu fedele ai patti e tentò di porre sul trono pontificio una sua creatura, il prete Filippo.<br />

Le case regnanti dei Franchi e dei Longobardi si imparentarono. Nel 770 Carlo (che diventerà Carlomagno) sposò<br />

<strong>la</strong> figlia del re longobardo, mentre il figlio del re longobardo sposò <strong>la</strong> figlia Gisel<strong>la</strong> di Pipino. Desiderio, forte di<br />

questa unione, invase gli stati del papa Stefano III che morì al<strong>la</strong> fine del gennaio 772.<br />

Adriano, il nuovo papa, si rivolse senza speranze a Carlomagno, il quale rispose all’appello ripudiando <strong>la</strong> moglie<br />

nell’aprile del 772, scendendo in Italia e sconfiggendo le armate longobarde. Il re vinto fu fatto prigioniero e <strong>la</strong> corona<br />

dei Longobardi passò sul<strong>la</strong> testa del re dei Franchi. Sbarazzandosi di questo regno il papa riaveva le città di Parma,<br />

Modena, Mantova, l’esarcato di Ravenna, il Veneto, l’Istria, <strong>la</strong> Corsica, i ducati di Spoleto e di Benevento. Sebbene<br />

l’autorità di Carlomagno rendesse quel<strong>la</strong> restituzione, in quel tempo, più teorica che reale, essa attestava che il papa<br />

era signore di quelle terre conservandole, anche se non tutte, fino al 1870.<br />

A partire da questa epoca Roma si separava definitivamente dall’Oriente e si collocava come sovrana<br />

d’Occidente.<br />

Da allora Roma incarna “il mistero dell’iniquità”, cioè l’utilizzazione del<strong>la</strong> potenza religiosa per fini politici.<br />

Critica:<br />

Questa critica si appoggia su un equivoco. Daniele 7:24 dice: “abbatterà tre re”. Il sostantivo re non si riferisce a<br />

dei re-persone, ma a dei re-regni.<br />

Non bisogna negligere che nel versetto 23 <strong>la</strong> quarta bestia viene chiamata “un quarto regno”, mentre al versetto<br />

17 i quattro grandi animali che rappresentano altrettanti imperi sono chiamati “quattro re”, e ciò dimostra che nel<br />

linguaggio di Daniele re è sinonimo di regno. Inoltre, nei versetti 8 e 20 è detto che sono tre le corna che cadranno<br />

davanti all’undicesimo. Se quest’ultimo corno raffigura una successione di re-pontefici, le dieci, e per conseguenza le<br />

tre corna che ne fanno parte, non possono simboleggiare che dei regni, e non delle persone. Lo stesso significato lo<br />

abbiamo anche in Daniele 8:23 e 11:36.<br />

Pertanto delle tre corna sradicate (versetti 8 e 20), “Daniele non dice che saranno sradicate da lui; dice dinanzi a<br />

lui, o piuttosto davanti al quale tre erano cadute” L. Gaussen, o.c., t. III, p. 12. Dobbiamo però riconoscere che l’espressione<br />

del verso 24 può creare un equivoco, quando dice: “abbatte tre re”.<br />

63<br />

L. Gaussen, o.c., t. III, p. 7, confr. p. 313; Daniele 7:20.<br />

64<br />

CRAMPON Auguste Joseph Théodore, La Sainte Bible, vol. V, Daniel, Paris 1900, p. 687; J. Fabre d’Envieu, o.c.,<br />

t. II, p. 583.<br />

240<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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