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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 11<br />

È <strong>la</strong> Chiesa dei tempi del<strong>la</strong> fine. Il suo periodo inizia con lo scadere delle 2.300 sere e<br />

mattine di Daniele 8:14, che segna l’inizio del giudizio preliminare che si svolge nel cielo e<br />

che si conclude poco prima del ritorno di Gesù.<br />

Quanto all’invito: «Io sto al<strong>la</strong> porta e picchio…», «una esegesi logica ci obbliga qui a<br />

riconoscere che si tratta dell’imminenza del ritorno del Signore» (Pierre de BENOIT, Ce que<br />

l’Esprit dit aux Eglises - Commentaire sur l’Apocalypse, Vennes sur Lausanne 1941; p. 31).<br />

J. JEREMIA, scartando <strong>la</strong> concezione mistica con <strong>la</strong> quale si vede Gesù che batte al<strong>la</strong> porta del<br />

cuore, scrive: «Contro una tale concezione par<strong>la</strong> il carattere escatologico dell’immagine del<strong>la</strong><br />

cena del<strong>la</strong> salvezza… Bisogna dunque comprendere 3:20 indicante il ritorno del Signore,<br />

(confr. Luca 12:37 e seguenti), che domanda d’entrare come l’ospite presso i suoi discepoli<br />

per poi accordare loro <strong>la</strong> comunione al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> del<strong>la</strong> cena celeste» (cit. Charles BRÜTSCH, La<br />

c<strong>la</strong>rté de l’Apocalypse, 5 a ed., Genève 1966, p. 88).<br />

Laodicea non riceve nessun elogio, neppure quello di possedere <strong>la</strong> Verità. Non riceve<br />

neppure un rimprovero d’ordine dogmatico, teologico. I suoi errori sono interamente d’ordine<br />

spirituale: tiepidezza e sufficienza.<br />

«A questa Chiesa i rimproveri più severi, ma anche le più grandi promesse. Se dovesse<br />

persistere nel<strong>la</strong> propria tiepidezza, verrebbe finalmente vomitata dal suo Signore; ma Gesù sta<br />

al<strong>la</strong> porta e picchia, impaziente di entrare per il banchetto sacro che suggellerà <strong>la</strong> comunione<br />

dei fedeli col Signore morto e tornato in vita per sempre» (A.F. Vaucher, o.c., p. 9).<br />

Conclusione<br />

«Contro questo sistema di interpretazione, si è argomentato che gli esegeti che l’adoperano<br />

non s’accordano sempre tra loro quando si tratta di fissare l’inizio e <strong>la</strong> fine di ogni periodo.<br />

Ciò perché si dimenticano due cose: prima di tutto è difficile segnare con certezza, come<br />

anche succede nel<strong>la</strong> vita di una persona, il momento preciso in cui finisce un’età e in cui<br />

comincia quel<strong>la</strong> successiva. Ancor più si dovrebbe esitare quando si tratta d’una collettività<br />

dispersa sul<strong>la</strong> superficie del globo, che evolve incessantemente, ma le cui diverse parti non si<br />

modificano con <strong>la</strong> stessa rapidità. Si può ammettere, per conseguenza, che i diversi periodi<br />

del<strong>la</strong> chiesa si accaval<strong>la</strong>no gli uni sugli altri. Così si è fatto qualche volta con Smirne, <strong>la</strong><br />

chiesa del<strong>la</strong> persecuzione, facendo<strong>la</strong> incominciare con Nerone, mentre <strong>la</strong> maggior parte degli<br />

interpreti danno a Efeso, <strong>la</strong> chiesa desiderabile, tutta l’età apostolica, fino al tempo di<br />

Domiziano» (VAUCHER Alfred Félix, La portée prophétique des messages aux sept églises, in<br />

Revue Adventiste, 15 settembre 1940).<br />

«Si deve riconoscere che due età successive s’intrecciano necessariamente durante una<br />

parte del<strong>la</strong> loro durata; non è, nell’ordine intellettuale e morale, come nell’ordine fisico e<br />

materiale. Affinché un cambiamento si manifesti nel primo di questi due ordini, bisogna che il<br />

germe in sé sia prima depositato nel<strong>la</strong> mente o in qualcuno di loro; che cresca, si estenda, si<br />

sviluppi, che acquisti abbastanza forza per lottare contro le disposizioni che avevano dominato<br />

fino a quel momento; che finisca infine per vincerli e farli interamente sparire. Ma questo<br />

germe cresce, si estende, <strong>diventa</strong> grande e lotta durante l’esistenza dell’età precedente al quale<br />

appartiene, per sua nascita, senza appartenergli nel testo sacro; in modo che queste due età<br />

vivano insieme durante una parte del<strong>la</strong> loro durata» (A. Nico<strong>la</strong>s, o.c., pp. 65, 66).<br />

Concludiamo con le parole del maestro A.F. Vaucher: «Possiamo rimpiangere le<br />

divergenze di opinione che si sono manifestate tra i commentatori sul<strong>la</strong> questione che ci<br />

1068<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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