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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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Appendice n. 16<br />

IL CULTO SOLARE<br />

Paolo Benini<br />

Tutti gli studi storici, antropologici ed etnologici lo hanno ampiamente dimostrato: una<br />

costante fondamentale dell’uomo: <strong>la</strong> sua religiosità<br />

Così si esprime Julien Ries, quasi a sintesi di studi e di ricerche pluridecennali, condotti da<br />

tanti: «Le scoperte storico scientifiche archeologiche, condottesi un po’ ovunque, provano<br />

senza alcun dubbio che l’uomo è sempre stato Homo-Religiosus. Il fenomeno religioso si<br />

presenta come primordiale, all’interno di ogni civiltà» (RIES Julien, Il rapporto Uomo-Dio<br />

nelle grandi religioni preistoriche, Mi<strong>la</strong>no 1983, p. 9). (Per un approfondimento vedere<br />

MIRCEA Eliade, Trattato di <strong>storia</strong> delle religioni, Torino, 1976; SERVIER Jean, L’uomo e<br />

l’invisibile, ed. Bor<strong>la</strong>, Torino 1967; ed. Rusconi, Mi<strong>la</strong>no 1973).<br />

Un altro elemento, a parere nostro, ancora più interessante, è costituito da tutta una serie di<br />

dati storici-archeologici che, in questi ultimi anni, i ricercatori stanno riportando al<strong>la</strong> luce. Per<br />

molto tempo si è insistito nel dire che le prime manifestazioni religiose sono state di tipo<br />

politeistico e panteistico con un accentuato totemismo, una divinizzazione degli oggetti e degli<br />

animali domestici. Dopodiché si sarebbe prodotta una prima evoluzione verso il culto astrale<br />

(il sole, <strong>la</strong> luna, le stelle), per arrivare, infine, alle manifestazioni religiose monoteistiche, con<br />

un dio spirituale, che si rive<strong>la</strong>. Così, per questa corrente di pensiero, il monoteismo biblico<br />

sarebbe il primo fenomeno storico di culto ad un unico Dio e l’unico esistente sin dal tempo<br />

dei patriarchi (ALVANS F., Monoteismo, in Enciclopedia del<strong>la</strong> Bibbia, vol. IV, Torino col.<br />

1304-1309).<br />

È chiaro, questa visione del<strong>la</strong> cosa urta con il quadro generale offerto dal<strong>la</strong> Scrittura,<br />

secondo <strong>la</strong> quale il processo è all’opposto. In queste righe ci prefiggiamo, molto<br />

sinteticamente, di raccogliere e mettere assieme recenti studi etnologici, filologici con qualche<br />

dato archeologico per offrire una riflessione sul tema.<br />

Il culto monoteistico: alcuni segni del<strong>la</strong> sua priorità<br />

Contrariamente agli orientamenti di decenni di studi di <strong>storia</strong> delle religioni, notevoli<br />

argomenti stanno emergendo.<br />

I primi studi in materia risalgono al secolo scorso e portano <strong>la</strong> firma di LEGGE James, The<br />

Notion of The Chinese Concerning God, Honk Hong, 1852.<br />

Da studi condotti, dapprima sui caratteri complessi del<strong>la</strong> lingua cinese, peraltro<br />

antichissima, poi, inoltrandosi in ricerche sulle primitive forme religiose del continente<br />

asiatico, egli arriva a questa conclusioni:<br />

- Nei primordi del<strong>la</strong> civiltà cinese, al tempo del leggendario imperatore Shun, 2230-2200 a.C.<br />

(Idem, p. 50) si adorava una divinità unica, eterna, «senza fine di anni», definita Altissima<br />

(Idem, p. 32), che essi chiamavano Shangti o Shanghai. Questo nome è, foneticamente,<br />

parallelo all’ebraico El Saddai e significa, come quest’ultimo, “Signore, Supremo,<br />

Altissimo”. È lo stesso Dio Altissimo di cui troviamo menzione nel<strong>la</strong> Bibbia ben 46 volte e<br />

di cui Melchisedek era Sacerdote. Ciò è sostenuto formalmente da J. Legge (Idem, p. 7).

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