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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XIII<br />

a) <strong>la</strong> condanna del<strong>la</strong> prostituta, <strong>la</strong> cristianità colpevole di apostasia, Apocalisse<br />

XVII:1;<br />

b) <strong>la</strong> riabilitazione del<strong>la</strong> sposa dell’Agnello: Apocalisse XIX:6-8;<br />

c) il ricevimento del regno (versetto 22).<br />

«Se il piccolo corno simboleggia il papato, come credono numerosi interpreti...,<br />

questo giudizio avrà a che fare con una istituzione che fa professione di cristianesimo.<br />

Questo simbolo è stato generalmente applicato al papato quale governante di una<br />

vasta comunità di credenti. Ciò implica milioni di credenti che si sottomettono al<strong>la</strong><br />

sua giurisdizione. Sembra dunque normale che il giudizio di questa potenza, pretesa<br />

cristiana, implichi un esame dei casi delle persone che hanno seguito le sue direttive:<br />

siano esse sincere o meno, siano informate correttamente o meno? Per conseguenza il<br />

giudizio del piccolo corno sembra supporre una inchiesta che concerne il caso di<br />

milioni di persone che hanno seguito Dio sottomettendosi a questo potere che<br />

pretendeva di rappresentarlo. Identificare il piccolo corno con il papato non suppone<br />

per nul<strong>la</strong> che il giudizio su coloro che vi hanno aderito sarà sfavorevole per il solo<br />

fatto di questa adesione. Ciò non vuole dire che tutti coloro che, al di fuori di questa<br />

istituzione, fanno professione di credere in Dio saranno automaticamente c<strong>la</strong>ssificati<br />

fra i “santi dell’Altissimo” e per conseguenza eleggibili per il Regno di Dio. Per<br />

coloro che passeranno in giudizio, <strong>la</strong> questione decisiva si baserà sul modo con il<br />

5:10)? Il credente comparirà sicuramente secondo Romani 14:10; 2 Corinzi 5:10, ma per essere riconosciuto salvato e<br />

ricevere il suo posto nel regno (Matteo 25)» GODET Frédéric, Commentaire sur l’Evangile de S. Jean, t. II, 3 a ed.,<br />

Neuchâtel 1885, p. 263. «Lo scopo di questa affermazione (Giovanni 5:29) è di tranquillizzare il credente ricordando<br />

che ha un pegno assicurato di giustificazione per l’ultimo giorno. Colui che crede al Figlio, cioè in Gesù, non viene in<br />

giudizio per essere condannato. Tuttavia è giudicato per <strong>la</strong> misura del<strong>la</strong> gloria che ha da ricevere» GINDRAUX Jules<br />

Frédéric Édouard, La Finale de l’Histoire, Genéve 1918, n. 67. «In questa dichiarazione (Giovanni 5:28,29) Gesù<br />

presenta <strong>la</strong> resurrezione dei “buoni” e quel<strong>la</strong> dei “malvagi” come se si verificassero contemporaneamente (vedere<br />

Matteo 25:32; Luca 11:32). Tuttavia, Giovanni, nell’Apocalisse, distingue due resurrezioni, <strong>la</strong> prima si verifica<br />

all’inizio del millennio e <strong>la</strong> seconda dopo “che saranno compiuti i mille anni” Apocalisse 20:4,5. Il fatto è più<br />

importante delle fasi. Ad una mente scientifica moderna, le due dichiarazioni appaiono in aperta contraddizione.<br />

Tuttavia, gli scrittori biblici non hanno alcuna difficoltà a conciliare le due dichiarazioni, poiché per essi <strong>la</strong> certezza<br />

era più importante del<strong>la</strong> modalità del<strong>la</strong> resurrezione. Infatti, molti riferimenti al<strong>la</strong> resurrezione citano il fatto piuttosto<br />

che le fasi o il modo in cui l’evento si sarebbe verificato» S. Bacchiocchi, o.c., , p. 216. SCHROEDER Alfred si esprime<br />

così a proposito dei due passi dell’evangelo di Giovanni: «Queste dichiarazioni non significano che il cristiano non ha<br />

niente a che fare con il giudizio supremo, ma so<strong>la</strong>mente che può considerare questo giudizio con <strong>la</strong> serenità di colui<br />

che è assicurato da Cristo di non essere per nul<strong>la</strong> condannato. Per lui, il giudizio sarà l’atto solenne con il quale Dio<br />

riconoscerà che è perfettamente salvato in Cristo (confr. Romani 5:9-11)» Épître de Paul aux Romains, Lausanne<br />

1912, pp. 185,186. «I credenti sfuggono al<strong>la</strong> perdizione eterna, ma le loro opere devono essere esaminate, perché <strong>la</strong><br />

loro ricompensa debba essere fissata» PACHE René, Le Retour du Seigneur, Vennes sur Lausanne 1948, p. 406.<br />

Questo insegnamento del giudizio dei credenti, del popolo di Dio è evidente nell’Antico Testamento. Scrive il<br />

prof. W. Shea: «I due terzi dei giudizi che provengono dal santuario di Dio (tabernacolo o tempio terrestre, o tempio<br />

celeste) implica direttamente il popolo di Dio. Sui 28 passi che trattano del giudizio proveniente dal santuario, 20<br />

riguardano il popolo di Dio. Considerando che questi testi rappresentano un giudizio in picco<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>, quello di<br />

Daniele 7, che ne costituisce il retroscena, ne consegue che il popolo di Dio sarà più implicato in occasione di questo<br />

giudizio ultimo.... Tutti i testi dell’Antico Testamento, che si riferiscono al libro di Dio nel cielo lo fanno in un modo o<br />

nell’altro in re<strong>la</strong>zione con il popolo di Dio, piuttosto che con i suoi nemici. Questi testi paralleli suggeriscono che i<br />

libri presentanti nel<strong>la</strong> scena del giudizio di Daniele 7 contengono un rapporto delle azioni del popolo di Dio. La stessa<br />

idea dei libri si ritrova nel Nuovo Testamento. Paolo par<strong>la</strong> del libro del<strong>la</strong> vita nel quale sono scritti i nomi dei suoi<br />

compagni d’opera (Filippesi 4:3). Il libro del<strong>la</strong> vita è menzionato sei volte in Apocalisse 3:5; 13:8; 17:8; 20:12,15;<br />

21:27. In due passi è identificato come il libro dell’Agnello (13:8; 21:27)» o.c., pp. 138,139. In Apocalisse 20:12 si<br />

par<strong>la</strong> «dei libri che furono aperti» con i quali si tiene il giudizio finale dopo il millennio e si giudicheranno i non<br />

salvati. Sono questi libri gli stessi visti da Daniele per il giudizio preliminare?<br />

522<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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