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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 18<br />

Giovanni Paolo II viene app<strong>la</strong>udito a tutta forza per <strong>la</strong> sua condanna al permissivismo<br />

morale e del<strong>la</strong> società dei consumi. Ammirevolmente servito dai mass-media, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> del<br />

Papa viene portata fino alle estremità del<strong>la</strong> terra, suscitando un’eco considerevole.<br />

Potenza economica<br />

Il Vaticano ha interessi economici in molti campi. Le azioni del<strong>la</strong> Santa Sede si riferiscono<br />

a un numero imprecisato di imprese che esprimono le più diverse attività, anche le più<br />

contraddittorie. È difficile, se non impossibile, dipingere un quadro del<strong>la</strong> situazione finanziaria<br />

e dei capitali che gestisce soprattutto a causa del<strong>la</strong> mobilità del denaro.<br />

La Banca del<strong>la</strong> Città del Vaticano, lo IOR - Istituto per le Opere Religiose - è una<br />

istituzione chiacchierata perché luogo dove avvengono operazioni finanziare discutibili che,<br />

secondo l’eminente giurista cattolico inglese e professore di logica al college di Winchester<br />

dell’Università di Oxford, Michael DUMMET, «puzzano terribilmente di corruzione».<br />

Solo un esempio che dovrebbe portare a riflettere gli uomini di buona volontà. A seguito<br />

delle operazioni finanziarie degli anni ‘70 e ‘80, tutti i giornali hanno riportato le azioni del<br />

plenipotenziario arcivescovo Marcinkus, denunciato per frode, e i suoi rapporti con Sindona,<br />

Roberto Calvi, trovato morto a Londra e il Banco Ambrosiano... La Banca Vaticana diede,<br />

come obolo, un’offerta per i danni subiti dal fallimento del Banco Ambrosiano, 240 milioni di<br />

dol<strong>la</strong>ri a favore dei creditori dell’Istituto associato con lo IOR.<br />

Il Vaticano che avrebbe dovuto mettere in risalto <strong>la</strong> correttezza del suo Istituto, si è<br />

guardato bene dal permettere che normali verifiche venissero effettuate.<br />

L’incertezza del futuro è nostalgia del passato<br />

All’indebolimento delle ideologie a dominazione sociale, corrisponde un ritorno in forza di<br />

ciò che si può nominare, usando un vocabo<strong>la</strong>rio in senso <strong>la</strong>rgo, il “conservatorismo”. La<br />

corrente conservatrice che si manifesta attualmente un po’ dappertutto nel mondo, a<br />

cominciare dall’Occidente, si sforza di rimettere in vigore le tradizioni, i valori e le istituzioni<br />

del passato, sia cristiane che pagane. In generale, il conservatorismo si oppone al<strong>la</strong> corrente<br />

del pensiero liberale che, dal<strong>la</strong> fine del XVIII secolo aveva esercitato una influenza dominante<br />

in Occidente e aveva presieduto al sorgere dei regimi democratici.<br />

Contrariamente al conservatorismo - rispettoso delle tradizioni, più preoccupato di<br />

mantenere “l’acquisito” che il progresso sociale o politico privilegiando i valori d’ordine e le<br />

gerarchie - il liberalismo postu<strong>la</strong> una società aperta, tollerante, caratterizzata dallo spirito<br />

critico, l’antidogmatismo, <strong>la</strong> discussione aperta senza pregiudizi, <strong>la</strong> sottomissione dell’autorità<br />

al<strong>la</strong> saggezza e al buon senso, l’opposizione agli interdetti, <strong>la</strong> fiducia nel<strong>la</strong> Ragione e nel<br />

Progresso, un certo ideale di fraternità umana fondato sul<strong>la</strong> nozione di uguaglianza.<br />

Questo ritorno in forza del conservatorismo - fenomeno recente, percettibile, soprattutto da<br />

venticinque anni a questa parte - si accompagna con un retrocedere generale del<strong>la</strong> Sinistra e<br />

delle forze dette “progressiste”. Dopo <strong>la</strong> lunga dominazione delle «ideologie progressiste e<br />

liberali» che si sono sforzate di promuovere una società più giusta, più equilibrata e più<br />

fraterna, le idee del<strong>la</strong> “Nuova Destra”, sia essa francese o americana, hanno in effetti<br />

l’attrattiva del<strong>la</strong> freschezza e del<strong>la</strong> novità. Vista <strong>la</strong> situazione critica nel<strong>la</strong> quale si trova il<br />

mondo oggi, l’Occidente in partico<strong>la</strong>re non ha nul<strong>la</strong> di stupefacente. In effetti, man mano che<br />

<strong>la</strong> crisi economica e sociale si aggrava, i gruppi sociali - in un riflusso naturale di difesa,<br />

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<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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