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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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Appendice n. 17<br />

MARIA, LA MADRE DI GESÙ, NUOVA PROPOSTA DI DIVINITÀ<br />

FEMMINILI PAGANE DELL’ANTICHITÀ E I FENOMENI<br />

PARANORMALI<br />

Luigi Caratelli<br />

Ai nostri giorni si registra un vertiginoso incremento di apparizioni mariane. Non tutte<br />

sono accettate dal Vaticano; ma ai fedeli importa poco.<br />

Dal<strong>la</strong> rivista cattolica Jesus si può trarre uno spaccato di questa “strana” situazione; un<br />

lettore scrive per avere delucidazioni sui famosi segreti di Fatima, e termina <strong>la</strong> sua lettera con<br />

queste parole: «… mi fermo pregando il teologo di darci, se lo ritiene opportuno, almeno<br />

alcune chiavi di interpretazione delle parole del<strong>la</strong> Madonna. Grazie!».<br />

La risposta del teologo è <strong>la</strong> seguente: «Per essere esatti e teologicamente corretti, si deve<br />

dire: “predizioni attribuite da Lucia al<strong>la</strong> Madonna”, “parole attribuite da Lucia al<strong>la</strong> Madonna”,<br />

ecc.. Nul<strong>la</strong> ci autorizza a considerare veramente pronunciate dal<strong>la</strong> Vergine quelle predizioni e<br />

quelle parole» (Vedere Jesus, marzo 1987).<br />

Quindi, prudenza, quasi sospetto. Eppure vanno a gonfie vele gli affari delle varie “opere<br />

dei pellegrinaggi”. Non si autorizza “a credere”, ma si autorizza “ad andare”; un via vai<br />

turbinoso, inarrestabile, che rende i confini del<strong>la</strong> prudenza quasi debordanti nell’ambiguità.<br />

Forse l’attuale gerarchia cattolica avrebbe fatto meglio a rispondere al fenomeno mariano<br />

con chiare prese di posizione, simili a quelle degli antichi padri del<strong>la</strong> Chiesa, che pure su essi<br />

si fonda teologicamente, e da essi prende ispirazione.<br />

Scrive il Miegge: «Nel<strong>la</strong> letteratura sub-apostolica del<strong>la</strong> prima metà del secondo secolo,<br />

regna un silenzio quasi completo sul<strong>la</strong> Vergine Maria. La Didaché, Clemente Romano, lo<br />

pseudo Barnaba, Erma, Policarpo, l’Episto<strong>la</strong> a Diogeneto, (nel<strong>la</strong> sua parte autentica), i più<br />

antichi apologisti, Atenagora, Tiziano, Teofilo, i frammenti conservati dalle apologie di<br />

Ermia, Quadrato, Aristone, Milziade, non <strong>la</strong> menzionano affatto. Ignazio di Antiochia, nelle<br />

sue epistole autentiche, <strong>la</strong> cita alcune volte e una volta Aristide, nei frammenti armeni del<strong>la</strong><br />

sua Apologia ad Adriano, sono i primi rudimenti del simbolo “apostolico” che cominciano a<br />

disegnarsi…» (MIEGGE Giovanni, La Vergine Maria, ed. C<strong>la</strong>udiana, Torino 1982, p. 27).<br />

Nestorio diceva: «Non fate del<strong>la</strong> Vergine una dea. Noi non abbiamo divinizzato colei che<br />

si deve annoverare tra le creature…». Gli fa eco Cirillo: «Noi sappiamo che appartiene<br />

all’umanità come noi!» (Cirillo Adversus Nestorium, I, 9-10, MIGNE, Patristica Greca (PG),<br />

col. 56-57).<br />

Epifanio (fine del IV secolo) dovrà tuonare contro gli eccessi di alcune “sacerdotesse di<br />

Maria” (il brano si riferisce alle “colliridiane”, un gruppo di donne che formavano una picco<strong>la</strong><br />

setta in Arabia. Offrivano delle focacce di farina d’orzo, collyridia, al<strong>la</strong> Vergine del cielo)<br />

affermando che: «Non si devono onorare al di là del giusto i santi, ma si deve onorare il loro<br />

Signore… Maria infatti non è Dio, né ha ricevuto il suo corpo dal cielo, ma da un<br />

concepimento, da un uomo e da una donna… Si onori Maria, ma si adori il Padre, il Figlio e<br />

lo Spirito Santo. Nessuno adori Maria… Così dunque certe donnette non disturbino più <strong>la</strong><br />

Chiesa e non dicano più: noi onoriamo <strong>la</strong> Regina del Cielo, poiché dicendolo e offrendo le<br />

loro focacce, esse compiono ciò che è stato predetto, che alcuni apostateranno dal<strong>la</strong> fede,<br />

dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni. No, questo errore del popolo antico non

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