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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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del periodo profetico, nel<strong>la</strong> metà del secolo scorso, il santuario sarebbe stato<br />

riabilitato, avrebbe trovato in seno al<strong>la</strong> cristianità il suo giusto collocamento, <strong>la</strong> verità<br />

biblica, che per diversi secoli era stata dimenticata, non compresa, abbandonata,<br />

sarebbe riemersa permettendo al popolo di Dio di proc<strong>la</strong>mare al mondo intero<br />

«l’evangelo eterno», invitando l’umanità a prepararsi per incontrare il Signore che<br />

viene.<br />

La purificazione del santuario, come vedremo nel nostro capitolo XIII, è <strong>la</strong><br />

conseguenza dell’opera di giudizio preliminare che si compie nel cielo e ha come<br />

risultato sul<strong>la</strong> terra <strong>la</strong> purificazione del<strong>la</strong> Chiesa.<br />

Il cerimoniale levitico ci permette di comprendere quanto avviene nel cielo dal<br />

1844. In Israele, una volta all’anno, in autunno, si celebrava il giudizio inaugurato<br />

all’inizio del mese dal<strong>la</strong> festa delle trombe per compiere dopo dieci giorni di<br />

pentimento, penitenza di rigenerazione spirituale in cui il popolo di Dio era<br />

consapevole di essere giudicato dall’Eterno, <strong>la</strong> cerimonia di purificazione del<br />

santuario.<br />

Durante l’anno il santuario veniva contaminato dai peccati del popolo 224 e una<br />

volta all’anno, nel giorno dello Yom Kippur, dopo dieci giorni, si concludeva il<br />

giudizio di Dio sul popolo, per poi compiere <strong>la</strong> purificazione del santuario dai peccati<br />

commessi durante l’anno 225 e confessati dagli ebrei in occasione dei riti espiatori<br />

(purificatori) che venivano compiuti quotidianamente per chiederne il perdono.<br />

Questa cerimonia, 226 come tutte le altre feste annuali, annunciava un avvenimento che<br />

si sarebbe realizzato nel<strong>la</strong> <strong>storia</strong> per salvare l’uomo. In occasione di quel<strong>la</strong> festa<br />

solenne, il sommo sacerdote entrava per l’unica volta nel Santo dei Santi del santuario<br />

israelitico, faceva l’opera di purificazione del luogo Santo e ne usciva,<br />

simbolicamente caricato dei peccati del popolo commessi e perdonati durante l’anno.<br />

Questi peccati venivano messi sul capro espiatorio per Azazel che, non essendo<br />

sacrificato, veniva allontanato dal santuario e dal popolo per essere condotto nel<br />

utilizzato in Levitico 16 per evocare <strong>la</strong> “purificazione” del “santuario” nel giorno dell’espiazione, è precisamente<br />

qodes. Sembrerebbe che un ebreo, immerso fin dal<strong>la</strong> sua infanzia nel ciclo rituale dell’anno religioso che si<br />

concludeva con <strong>la</strong> purificazione del santuario, non poteva comprendere l’espressione nisdaq qodes (“il santuario sarà<br />

purificato”) senza associarlo mentalmente al giorno dell’espiazione. Notiamo ancora che qodes è direttamente legato<br />

al<strong>la</strong> purificazione (taher) in un altro passo. Il linguaggio utilizzato in Daniele 8:14 a proposito del<strong>la</strong> “purificazione del<br />

santuario” doveva incitare il lettore a fare delle associazioni con <strong>la</strong> vita cultuale, in partico<strong>la</strong>re con gli eventi del<br />

giorno delle espiazioni (detto anche del<strong>la</strong> purificazione)» G.F. Hasel, o.c., pp. 231,232.<br />

224<br />

Levitico 15:31; 18:21; 20:3.<br />

225<br />

Levitico 16.<br />

226<br />

Questa cerimonia di purificazione univa il giudizio e <strong>la</strong> creazione. Per il rapporto santuario, Tempio, creazione,<br />

vedere il nostro Capitolo XVI. «Per l’israelita del<strong>la</strong> Bibbia, Kippur significa <strong>la</strong> purificazione del mondo, cioè una vera<br />

ricreazione. Ecco perché Daniele profetizza utilizzando il linguaggio del<strong>la</strong> creazione “sera e mattina”, una espressione<br />

molto rara che non si trova che nel racconto del<strong>la</strong> creazione (Genesi 1:5,7,13,19,23,31).- La <strong>profezia</strong> di Daniele vede<br />

dunque al<strong>la</strong> fine dei tempi un Kippur celeste che descrive in termini di giudizio e di creazione.- La <strong>storia</strong> è pervenuta<br />

al<strong>la</strong> sua fine e il Dio-Giudice si alza per sigil<strong>la</strong>re il destino degli uomini e per preparare a loro un altro regno. Si<br />

comprende allora l’importanza del riferimento al giudizio e al<strong>la</strong> creazione in questo ultimo stadio del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> umana.-<br />

Attraverso il giudizio si prepara un nuovo popolo strappato al peso del peccato e del<strong>la</strong> sofferenza , un popolo provato<br />

e separato dagli altri, ma anche un popolo perdonato. Attraverso <strong>la</strong> creazione si prepara un nuovo mondo strappato alle<br />

tenebre e al<strong>la</strong> morte, un mondo purificato. In questo senso, si può dire che il giudizio si comprende come una vera<br />

creazione. Poiché il giudizio come <strong>la</strong> creazione implicano una separazione radicale (BEAUCHAMP P., Création et<br />

Séparation: Étude exégétique du chapitre premier de <strong>la</strong> Genèse, Paris 1969). Kippur significa contemporaneamente<br />

coscienza del giudizio di Dio e <strong>la</strong> speranza del<strong>la</strong> ricreazione» J. Doukhan, Le soupir…, pp. 185,186,187.

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