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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XIII<br />

di Gerusalemme e Teodoreto, 221 perché <strong>la</strong> sua venuta con potenza e gloria sulle<br />

nuvole ne è <strong>la</strong> conseguenza. 222<br />

«Questa investitura segue il giudizio preliminare ed è situata al<strong>la</strong> fine del tempo di<br />

grazia, a seguito del quale si manifesteranno i giudizi divini sull’umanità impenitente<br />

con <strong>la</strong> caduta delle piaghe, e precede <strong>la</strong> venuta in gloria di Cristo. Nel testo di Daniele<br />

«il tempo è chiaramente indicato: un po’ prima del<strong>la</strong> distruzione di Roma, <strong>la</strong> quarta<br />

bestia». 223<br />

È perché Cristo è stato intronizzato in qualità di RE DEI RE, SIGNORE DEI SIGNORI che<br />

allora può ritornare a prendere i suoi fedeli sudditi di ogni generazione. La conferma<br />

221 Cirillo di Gerusalemme, XV Catechesi, I. 21, 27. Teodoreto, MIGNE, P.G., 81, col. 1425,1426. Lo stesso pensiero<br />

è condiviso da COLONNA (GALATINUS), De arcanis catholicae veritatis, 1612, col. 601; L. Gaussen, o.c., t. III, pp.<br />

83,84; René PACHE, Le prophète Daniel, p. 82.<br />

Questa spiegazione si avvicina al<strong>la</strong> verità. In effetti Daniele ci fa assistere «all’ultimo atto del grande dramma, al<br />

solenne riconoscimento del Figlio dell’Uomo come re dell’umanità» DELATTRE Alphonse J., De l’Authenticité du livre<br />

de Daniel, 1875, p. 57. T.R. BIRKS, The four proph. Empires, London 1850, pp. 358,359; Jean-Benjamen ROSSIER,<br />

Études sur l’Apocalypse, vol. II, Lausanne 1850, p. 99; S.P. TREGELLES, Remarks, 1854, pp. 42,43; 1864, p. 39; hanno<br />

visto che l’avvenimento descritto da Daniele precede di poco l’apparizione gloriosa del Cristo. «Qui (Daniele 7:9-11)<br />

il tempo è chiaramente indicato: un po’ prima del<strong>la</strong> distruzione di Roma, <strong>la</strong> quarta bestia» David BOSWORTH, The<br />

Millennium and re<strong>la</strong>ted events, Chicago 1889, p. 154. Thomas ROBINSON, A homel. Commentary on the Book of<br />

Daniel, New York 1892, p. 139, fa osservare che il giudizio descritto da Daniele è un giudizio preliminare, invisibile,<br />

dietro il velo, causato dalle parole arroganti del piccolo corno e seguito dall’atto con il quale il dominio sarà tolto a<br />

questo potere.<br />

222 «Il biblista André Feuillet ha contato più di 70 passi nell’Antico Testamento dove <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “nuvo<strong>la</strong>” è associata<br />

alle apparizioni di Dio, specialmente nelle teofanie del giudizio (Vedere FERCH Arthur I.., The Son of Man<br />

Apocalyptic in Daniel, in AUSOD, vol. VI, 1979, pp. 162-166). Il Figlio dell’uomo di origine celeste appartiene<br />

dunque già al mondo divino in Daniele VII» LaRONDELLE Hans, Principes Hermenéutiques de l’eschatologie<br />

Biblique, in AA.VV, Études su l’Apocalypse..., vol. I, 1988, pp. 21,22. «Ciò che Gesù ha dichiarato riguardo al<strong>la</strong> sua<br />

re<strong>la</strong>zione con Dio “Io e il Padre siamo uno” Giovanni 10:30, è enunciato in una maniera grandiosa nel libro<br />

dell’Apocalisse, dove il Cristo resuscitato si presenta con <strong>la</strong> gloria che aveva Yhavé nell’Antico Testamento. In<br />

Apocalisse 1:7, il Cristo viene descritto come colui che viene con le nuvole, e corrisponde chiaramente alle molteplici<br />

apparizioni di Dio nell’Antico Testamento (confr. Salmo 19:9-15; 68:4,33; 104:3; Isaia 19:1), o al<strong>la</strong> teofania nel<strong>la</strong><br />

scena del giudizio di Daniele 7:13», Idem, p. 21. «<strong>Quando</strong> Gesù sceglie per sé il titolo di Figlio dell’uomo, si<br />

attribuisce l’autorità divina per perdonare i peccati (Marco 2:10), per giudicare il mondo al momento del suo ritorno<br />

(Matteo 16:27; 24:30). L’Apocalisse descrive il Cristo come un soldato divino che viene con una veste bianca tinta di<br />

sangue e calcherà il tino dell’ira dell’Onnipotente (Apocalisse 19:13,15). Questo passo è da confrontarsi con le<br />

descrizioni di Dio che si trovano in Isaia 63:2,3 e Gioele 3:13. Inoltre le descrizioni del<strong>la</strong> testa del Cristo (“capelli<br />

bianchi come candida <strong>la</strong>na, come neve; e gli occhi come una fiamma di fuoco” 7:14) è presa a prestito dal<strong>la</strong> teofania<br />

gloriosa di Daniele 7:9. Così il Cristo è sistematicamente presentato come colui che compie l’opera di Dio stesso. Ma<br />

i piedi e il suono del<strong>la</strong> voce del Cristo glorificato sono descritte nei termini simili a quelli che descrivono le<br />

apparizioni di Yhavé (vedere Ezechiele 1:7,24,27; 8:2; 43:2; Daniele 10:6). La voce di Yhavé è <strong>diventa</strong>ta nel<br />

presente <strong>la</strong> voce di Cristo. La teofania dell’Antico Testamento sarà realizzata in una cristofania. <strong>Quando</strong> il Cristo<br />

viene nel mondo, è il Dio d’Israele che viene. Al Cristo vengono conferiti gli attributi divini che erano fino allora<br />

riservati al solo Onnipotente: “Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, l’inizio e <strong>la</strong> fine” (Apocalisse 22:13; confr.<br />

1:8,17; Isaia 44:6; 41:4).- Il Cristo realizzerà le promesse e le profezie date da Dio a Israele nell’Antico Testamento<br />

(2 Corinzi 1:20). Questo può essere considerato come il messaggio e <strong>la</strong> preoccupazione essenziale di Gesù nel<strong>la</strong> sua<br />

Apocalisse», Idem, p. 22. Per uno studio dettagliato vedere WERE L.F., The Woman and the Beast in the Book of<br />

Reve<strong>la</strong>tion, Berrien Spring 1983, cap. 1-4.<br />

Il prof. W. Shea dopo aver scritto che «è chiaro che il Figlio dell’uomo è di natura divina, perché un tale<br />

linguaggio delle “nuvole del cielo” è riservato in altre parti a delle teofanie» aggiunge: «Nelle parti aramaiche di<br />

Daniele, si nota una simmetria tra l’espressione “Figlio dell’uomo” e “Figlio di Dio”. In un contesto terrestre,<br />

Nebucadnetsar vide qualcuno somigliante a “un Figlio degli dèi”, il quarto personaggio in compagnia dei tre Ebrei<br />

nelle fornace ardente. Questo riferimento è controbi<strong>la</strong>nciato dal<strong>la</strong> visione di qualcuno “che assomiglia a un figlio<br />

d’uomo” nel contesto del cielo» o.c., p. 117.<br />

223 BOSWORTH David, The Millennium and re<strong>la</strong>ted events, Chicago 1889, p. 154.<br />

540<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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