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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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APPENDICE N. 13<br />

sia di questo capitolo che del capitolo 11, gli conferisce connotazioni letterali: l’empio si<br />

manifesterà dopo <strong>la</strong> caduta dell’Impero Romano, scriverà in termini ve<strong>la</strong>ti, per prudenza, nel<strong>la</strong><br />

2 Tessalonicesi 2.<br />

Se è vero che quanto l’Antico Testamento diceva a proposito dell’Israele palestinese<br />

dovrebbe avere una dimensione a ripercussione più ampia del limitato contesto geografico del<br />

vicino Oriente, ciò è dato anche dal fatto che il popolo di Dio, <strong>la</strong> Chiesa, nel tempo del<strong>la</strong> fine<br />

è estesa per tutta <strong>la</strong> terra. È però altrettanto vero che il testo di Daniele, nel presentare <strong>la</strong><br />

cronologia del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>, delimita i suoi avvenimenti in un quadro geografico distinto. La <strong>storia</strong><br />

di Daniele presentata in anticipo non può essere modificata ed avere una realizzazione ed un<br />

significato diverso da quel<strong>la</strong> profetizzata anche a seguito dell’incarnazione stessa di Dio, del<br />

quale aveva annunciato il momento e l’opera (9:24,26). Se così non fosse, l’anticristo, il<br />

piccolo corno di Daniele, l’uomo del peccato di Paolo, non sarebbe un potere distinto, preciso,<br />

ma di volta in volta il testo del profeta dell’esilio, anche se non si presta, potrebbe essere<br />

adattato alle diverse forze ostili che nel corso dei secoli sono emerse. I tentativi già fatti per<br />

identificare l’anticristo in un potere diverso dal Papato non hanno tenuto conto del<strong>la</strong><br />

rive<strong>la</strong>zione ed hanno quindi travisato il testo biblico.<br />

Inoltre Daniele, come abbiamo detto, ha delimitato il territorio profetico entro i confini del<br />

quale descrive il sorgere del<strong>la</strong> monarchia universale (vedere il nostro Capitolo VII), tanto è<br />

vero che Giovanni in Apocalisse, nel presentare un’altra potenza che eserciterà un’influenza<br />

partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> <strong>storia</strong> del<strong>la</strong> salvezza, descriverà il sorgere di un’altra bestia, il cui corpo,<br />

come quello delle bestie di Daniele, rappresenta uno specifico territorio geografico (vedere il<br />

nostro Capitolo XV) anche se <strong>la</strong> sua influenza politica, sociale, economica e religiosa<br />

travalicherà i suoi confini.<br />

Riteniamo che si commetta un errore nel non conferire all’ultima parte di Daniele 11:40-<br />

45 un valore letterale e geografico, e si tolga al testo biblico l’intenzionalità che il profeta<br />

voleva trasmettere. Nel nostro Capitolo XX abbiamo presentato l’identificazione dei<br />

personaggi e dei popoli del<strong>la</strong> fase finale del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> nel<strong>la</strong> cornice del vicino Oriente.<br />

La propensione a togliere dal quadro profetico escatologico del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> il vicino Oriente<br />

crediamo abbia due motivazioni, oltre alle argomentazioni teologiche che vengono date per<br />

Harmaghedon. La prima, contrastare gli insegnamenti escatologici non biblicamente<br />

sostenibili creduti dagli evangelici fondamentalisti e <strong>la</strong> seconda, evitare che si ripetano gli<br />

errori fatti nel passato durante le due guerre mondiali nel corso delle quali con i carri armati in<br />

oriente si prevedevano gli avvenimenti finali.<br />

Gli errori dei dispensazionalisti sono quelli di attribuire ad Israele letterale un compito<br />

partico<strong>la</strong>re per il tempo del<strong>la</strong> fine. Si attualizzano nel XX secolo le dichiarazioni di Geremia<br />

che annunciavano il ritorno del suo popolo dall’esilio di Babilonia, come si è realizzato nel V<br />

secolo a.C.. Si crede che, con <strong>la</strong> costituzione dello Stato d’Israele nel 1948, si sia entrati<br />

nell’ultima generazione (Marco 13:30) del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>, fissando per il 1988, dopo 40 anni, <strong>la</strong><br />

durata di una generazione, <strong>la</strong> data del<strong>la</strong> guerra di Harmaghedon (Hal LINDSEY, The Late Great<br />

P<strong>la</strong>net Earth, ed. Bantam Books, New York 1973) o/e indicando nel nostro tempo lo scoppio<br />

del<strong>la</strong> III guerra mondiale (J.F. WALVOORD, Armaghedon, Oil and the Middle East Crisis,<br />

Grand Rapids, Zondervan Books, 1974 pp. 23, 200-206, ed. italiana) e conferendo ad Israele<br />

una missione teocratica (Derek PRINCE, The Last World on the Middle East, Lincoln Chosen<br />

Books, 1982). I sostenitori di queste posizioni teologiche insegnano anche il rapimento del<strong>la</strong><br />

chiesa, (vedere il nostro Capitolo XXII, nota n. 13) prima delle ultime piaghe, l’annuncio<br />

dell’Evangelo tramite il popolo ebraico e lo stabilimento sul<strong>la</strong> terra di mille anni di pace.<br />

1132<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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