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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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Come i Padri del<strong>la</strong> Chiesa spiegavano le parole dell’apostolo Paolo<br />

L’UOMO DEL PECCATO<br />

Ireneo discepolo di un discepolo dell’apostolo Giovanni è il primo testimone.<br />

Egli completa <strong>la</strong> sua opera destinata a confutare le false scienze a Lione verso il<br />

190, accosta <strong>la</strong> predicazione di Paolo a quel<strong>la</strong> di Daniele VII, re<strong>la</strong>tiva al piccolo<br />

corno, prevedendo <strong>la</strong> sua apparizione al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> quarta monarchia, che esisteva al<br />

suo tempo. 19<br />

Tertulliano nel 197, nel<strong>la</strong> sua Apologetica, rispondendo agli avversari che<br />

consideravano i cristiani come i nemici di Roma e di Cesare, diceva: “Ben lontano da<br />

essere ciò che voi dite, noi tutti preghiamo per Roma e per i Cesari... Ma voi ci direte<br />

che, par<strong>la</strong>ndo così, noi non vogliamo che adu<strong>la</strong>re l’imperatore, e per dei voti simu<strong>la</strong>ti<br />

sottrarci al<strong>la</strong> persecuzione! O tu, che ci accusi di indifferenza verso <strong>la</strong> salute di<br />

Cesare, esamina le nostre Sante Scritture... Noi non le nascondiamo a nessuno, e ogni<br />

sorta di incidente le fanno giungere nelle mani di tutti; tu puoi dunque vedere che esse<br />

ci ordinano di pregare pure per i nostri nemici e i nostri persecutori. Ora, chi, più di<br />

questi Cesari, per <strong>la</strong> maestà dei quali noi siamo trascinati davanti ai tribunali, chi, più<br />

che i Cesari, è nostro nemico e nostro persecutore? Dio ci dice ugualmente “Pregate<br />

ora e ad alta voce per i re, per i principi, per i potenti, affinché tutti dimorino nel<strong>la</strong><br />

pace”. Ma altrove esiste per noi un obbligo più grande ancora di pregare per<br />

l’imperatore, per l’impero e per tutti gli interessi di Roma; è che noi sappiamo che <strong>la</strong><br />

terribile ca<strong>la</strong>mità riservata al mondo universale, al<strong>la</strong> consumazione dei secoli, e le<br />

amare sofferenze che minacciano per questa epoca tutte le nazioni del<strong>la</strong> terra, non<br />

sono ritardate che per l’esistenza e <strong>la</strong> conservazione dell’Impero Romano, perché noi<br />

vogliamo sfuggire a questi dolori, che domandiamo a Dio di differire il giorno. Ora,<br />

pregare così, è impegnarci a prolungare i destini di Roma”. 20<br />

Nell’opera Resurrezione del<strong>la</strong> Carne precisa ancora meglio: “Che cosa è questo<br />

ostacolo, se non lo Stato Romano, <strong>la</strong> cui distruzione sparsa tra dieci re introdurrà<br />

l’Anticristo?, e allora sarà rive<strong>la</strong>to l’iniquo”. 21<br />

Ippolito vescovo di Roma verso il 250, nel suo commentario su Daniele, a<br />

proposito dell’ostacolo, dice <strong>la</strong> stessa cosa: “Chi sarebbe dunque colui che ritiene fino<br />

ad ora, se non <strong>la</strong> quarta bestia, al<strong>la</strong> quale succederà il seduttore quando essa sarà stata<br />

vinta ed eliminata?”. 22<br />

Lattanzio, all’inizio del IV secolo, scriveva: “Non è forse chiaro che, per lo stato<br />

stesso delle cose, i tempi del capovolgimento e del<strong>la</strong> rovina non sono poi tanto<br />

lontani; se non è che, fin tanto che Roma esisterà noi non avremo niente di simile da<br />

temere? Ma quando questa metropoli del mondo sarà caduta, chi può mettere in<br />

dubbio che il momento in cui ogni cosa avrà il suo termine non sia già venuto?<br />

19 Ireneo, Contre les Hérétiques, V, 30, 2, Paris 1969; MIGNE, Patristica Greca - P.G., 7, col. 1205.<br />

20 Tertulliano, Apologetica, cap. 31 e 32; cit. L. Gaussen, o.c., t. III, p. 135.<br />

21 Tertulliano, Resurrezione del<strong>la</strong> carne, cap. 24:18,19; ed. UTET, Opere Scelte, 1974, p. 819.<br />

22 Ippolito di Roma, Commentaire sur Daniel, IV, XXI.<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 267

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