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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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La maggior parte delle traduzioni e dei commentatori hanno pensato che <strong>la</strong><br />

“visione” si riporti unicamente al continuo e, più che tradurre il testo, lo hanno<br />

interpretato.<br />

La versione greca permette questa traduzione: «Fino a quando (dureranno) <strong>la</strong><br />

visione mostrata, il sacrificio tolto di mezzo e l’iniquità che devasta, il santuario<br />

abbandonato e l’esercito calpestato sotto i piedi?» 194<br />

Se si traduce fedelmente il testo ebraico come ha fatto <strong>la</strong> versione greca dei LXX e<br />

<strong>la</strong> Vulgata, e diverse versioni come La Paro<strong>la</strong> del Signore che riporta: « a ) Quanto<br />

dureranno gli avvenimenti annunciati in questa visione? b ) Per quanto tempo sarà<br />

abolito il sacrificio quotidiano, c ) trionferà l’iniquità, d ) il santuario e e ) gli essere<br />

celesti saranno calpestati?»: il nostro passo racchiude chiaramente cinque domande:<br />

«Fino a quando durerà:<br />

- <strong>la</strong> visione,<br />

- il continuo,<br />

- il peccato che produce <strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione,<br />

- i luoghi santi (o il santuario) abbandonati e calpestati,<br />

- l’esercito calpestato?».<br />

E ciò corrisponde:<br />

«Fino a quando durerà <strong>la</strong> visione» del montone a due corna che viene vinto dal<br />

capro peloso, dal cui corno spezzato ne sorgono quattro, e da uno di questi spunterà il<br />

piccolo corno che compierà <strong>la</strong> sua opera nefasta? Quale sarà il tempo in cui questa<br />

visione prenderà fine? 195<br />

«Fino a quando durerà il continuo» cioè fino a quando il continuo sarà soppresso<br />

a causa dell’opera del corno?<br />

194<br />

Nel<strong>la</strong> Vulgata Gero<strong>la</strong>mo traduce: «Fino a quando <strong>la</strong> visione e il sacrificio abolito e il peccato del<strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione<br />

che ne deriva, e il santuario e l’esercito sarà conculcato?»<br />

Alcune versioni, credendo che <strong>la</strong> “visione” si riferisca so<strong>la</strong>mente al sacrificio, hanno forzato il testo aggiungendo<br />

tra parentesi delle parole per farlo comprendere in questo modo. La versione italiana fatta sul<strong>la</strong> Vulgata, corretta per<br />

ordine del papa Sisto V ed edita sotto Clemente VIII, detta per questo Sisto-Clementina, traduce: «Fino a quando<br />

durerà (quello di cui par<strong>la</strong>) <strong>la</strong> visione (intorno) al sacrificio perpetuo, al peccato causa del<strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione, fino a quando<br />

il santuario e l’esercito saranno conculcati?». Il Tintori adotta lo stesso testo.<br />

195<br />

«L’uso del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “visione” (hazon) in Daniele 8 conferma l’idea che al versetto 13 il profeta si riferisce a tutta<br />

<strong>la</strong> visione dei versetti 3-12. Questa paro<strong>la</strong> appare tre volte nell’introduzione di questa visione, ai versetti 1,2, e ogni<br />

volta si riferisce a tutta <strong>la</strong> visione che segue. La volta successiva appare al versetto 13 ed è in rapporto con le tre<br />

menzionate nell’introduzione.... Poi il profeta reagisce alle diverse scene che passano davanti a lui e dice: “Mentre io<br />

Daniele avevo questa visione e cercavo di capir<strong>la</strong>” 15. Tutta <strong>la</strong> visione sembra essere presa in considerazione qui,<br />

poiché in risposta al<strong>la</strong> domanda di Daniele, Gabriele comincia <strong>la</strong> sua spiegazione a partire dal capro persiano (20). Più<br />

avanti, quando Gabriele par<strong>la</strong> di comprendere <strong>la</strong> visione (17) e di sigil<strong>la</strong>r<strong>la</strong> (26), si riferisce a tutta <strong>la</strong> visione dei<br />

versetti 3-12. La paro<strong>la</strong> “visione” o hazon appare sette volte in Daniele 8: tre volte prima del<strong>la</strong> domanda del versetto<br />

13 (1,2) e tre volte dopo (15,17,26). Sei volte il suo impiego si riferisce senza dubbio a tutta <strong>la</strong> visione dei versetti 3-<br />

12. È per questo che noi pensiamo che <strong>la</strong> stessa cosa deve essere per <strong>la</strong> domanda al versetto 13» W. Shea, Étude, p. 91.<br />

T. BERVERLY commenta: «Queste 2300 sere e mattine non si riferiscono so<strong>la</strong>mente al<strong>la</strong> cessazione del sacrificio<br />

perpetuo, ma <strong>la</strong> visione tutta intera, a partire dal periodo del<strong>la</strong> Persia, passando dal periodo greco, fino al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong><br />

monarchia romana anticristiana, e al regno di Cristo» o.c., parte 1, pp. 1,14; cit. da W. Shea, o.c, p. 93. Desmond FORD<br />

nel suo commentario scrive: «Inoltre, bisogna prestare attenzione al fatto che <strong>la</strong> domanda non è: “Per quanto tempo il<br />

santuario sarà calpestato?”, ma piuttosto: “Per quanto tempo durerà <strong>la</strong> visione che trova il suo punto culminante al<br />

livello dell’opera terribile del piccolo corno?” Infatti <strong>la</strong> visione incomincia al tempo dei Medi e dei Persiani e ci si<br />

deve dunque attendere che il periodo dei 2300 giorni comincia ugualmente nel corso di quel periodo» Daniel,<br />

Nashville 1978, p. 188.

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