20.05.2013 Views

Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

CAPITOLO XIX<br />

nel<strong>la</strong> fede del<strong>la</strong> religione cattolica. Esse dovranno ugualmente imporre <strong>la</strong> loro conversione al cattolicesimo ai loro<br />

bambini (già nati) sui quali esercitano <strong>la</strong> patria potestà”.” LAURIÈRE Hervé, Assassins au nom de Dieu, Paris 1951, pp.<br />

97,78,61,62,82,84,85,50,51,52,53,54-57,58,61,140,120,87-90,104,105.<br />

“Il 30 giugno 1941, il governo aveva indirizzato ai vescovi cattolici una ordinanza (n. 48468/41), che precisava in<br />

quali condizioni dovessero essere ri<strong>la</strong>sciati dai municipi o dal<strong>la</strong> polizia, dopo avviso favorevole delle organizzazioni, i<br />

certificati d’onestà necessari agli ortodossi che desideravano convertirsi. Vi si leggeva:<br />

“3. Quanto al ri<strong>la</strong>scio di questi certificati, bisogna fare attenzione che non siano ri<strong>la</strong>sciati a sacerdoti, commercianti,<br />

artigiani e contadini ortodossi ricchi o in generale agli intellettuali ortodossi, salvo nel caso in cui si potrebbe provare<br />

<strong>la</strong> loro onestà (!) personale, poiché il governo ha adottato il principio che i certificati re<strong>la</strong>tivi a queste categorie di<br />

persone siano rifiutati.<br />

4. I contadini potranno ottenere questa attestazione senza difficoltà, salvo se si tratta di casi eccezionali”.<br />

Il 16 luglio 1941, nel<strong>la</strong> sua lettera n. 9259/41, il vescovado di Zagabria (Monsignore Stepinac) riconosce in questi<br />

termini <strong>la</strong> giusta ragione di questa discriminazione: “In ciò che concerne <strong>la</strong> conversione dei sacerdoti, degli istitutori,<br />

dei commercianti e degli intellettuali in generale, come degli ortodossi agiati, è fuori di dubbio che una estrema<br />

prudenza s’imponga in ciò che concerne <strong>la</strong> loro accettazione...”.<br />

Noi non siamo (scrive l’avvocato E. Paris) versati in diritto canonico, ma non possiamo non dire che questa<br />

disposizione autorizza ad accettare o rifiutare le conversioni secondo <strong>la</strong> categoria sociale dei candidati... L’episcopato<br />

croato, Monsignore Stepinac in testa, ammette chiaramente che il motivo di questa discriminazione è di ragione<br />

finanziaria e il R.P. Marcone, legato del papa, non trova nul<strong>la</strong> da ridire. La ‘grazia’ non fu dunque autorizzata a fare<br />

dei miracoli presso i Serbi troppo provvisti di beni temporali, e si vide, per <strong>la</strong> prima volta forse, <strong>la</strong> Chiesa applicare<br />

al<strong>la</strong> lettera <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> del divino maestro: “Più facile che un cammello passi dal<strong>la</strong> cruna di un ago che un ricco entri nel<br />

regno dei cieli”.<br />

Il 18 maggio 1941 Pio XII ricevette con onore Anté Pavelitch e il suo seguito di omicidi, il massacro degli<br />

ortodossi batteva di già il suo pieno in Croazia... La gioventù hustascia dei ‘Crociati’, in numero di 206 e in uniforme,<br />

fu ricevuta in udienza dal papa il 6 febbraio 1942 in una delle sale più imponenti del Vaticano. Il redattore scrive che:<br />

“Il momento più toccante fu quando i giovani hustascia pregarono il papa di benedire Pavelitch, lo Stato Indipendente<br />

di Croazia e il popolo croato. Ogni membro ricevette una medaglia in ricordo” Katolicki Tjednik, settimanale cattolico,<br />

15 e 22 febbraio 1942.<br />

Il 12 marzo 1942, per l’anniversario del<strong>la</strong> sua intronizzazione, Pio XII scrive a Pavelitch: “Alle umili felicitazioni<br />

di vostra Eccellenza rispondiamo con i Nostri ringraziamenti e i Nostri desideri per <strong>la</strong> prosperità cristiana” Hrvatski<br />

Narod, 21 marzo 1942.<br />

Per il nuovo anno 1943, il papa ringrazia Pavelitch degli auguri che gli ha inviato con questo telegramma: “Per<br />

tutto ciò che Ci avete espresso a vostro nome e in nome dei Croati cattolici, Noi vi ringraziamo e inviamo con gioia <strong>la</strong><br />

benedizione apostolica a voi e al popolo croato” Katolicki List, giornale cattolico, n. 3, 1943.<br />

Il 18 settembre 1946... il governo jugos<strong>la</strong>vo ordinò l’arresto di Monsignore Stepinac arcivescovo di Zagabria e<br />

primate del<strong>la</strong> Chiesa cattolica in Jugos<strong>la</strong>via. Le disposizioni erano: “Il Centro delle attività terroristica è<br />

l’arcivescovado” ha dichiarato il R.P. superiore Modesto Martinchitch, provinciale dei francescani. “Il pa<strong>la</strong>zzo<br />

dell’arcivescovo Stepinac a Zagabria è il centro dell’attività degli hustascia, dei ‘Crociati bianchi’ e dei ‘terroristi’”,<br />

ha affermato l’abate Yvan Salitch<br />

“Stepinac nascose gli archivi del governo di Pavelitch nel suo proprio pa<strong>la</strong>zzo. Nascose anche il tesoro hustascia,<br />

frutto dei saccheggi: trenta casse di oggetti d’oro, sinistre rassomiglianze con il contenuto delle casse trovate nelle<br />

cave del<strong>la</strong> Reichsbank” Horizon, novembre 1946” PARIS Edmond, Le Vatican contre l’Europe, Paris 1959, pp.<br />

251,252,225,244,245,239,241.<br />

“Monsignore Stepinac, che aveva, diceva lui, “<strong>la</strong> coscienza tranquil<strong>la</strong>” fu giudicato a Zagabria nel 1946.<br />

Condannato ai <strong>la</strong>vori forzati, gli fu di fatto, in effetti, assegnata <strong>la</strong> residenza nel suo vil<strong>la</strong>ggio natale. La penitenza era<br />

dolce, lo si vede, ma <strong>la</strong> Chiesa ha bisogno di martiri. L’arcivescovo di Zagabria è dunque stato posto, fin da quando<br />

era vivo, nel<strong>la</strong> santa coorte, e Pio XII si affrettò a elevarlo al<strong>la</strong> dignità di cardinale per il “suo aposto<strong>la</strong>to che bril<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> più pura luce”. Si conosce il senso simbolico del<strong>la</strong> porpora cardinalizia: colui che ne è rivestito deve essere<br />

pronto a confessare <strong>la</strong> sua fede “usque ad sanguinis effusionem” - fino all’effusione del sangue. Non si può negare in<br />

effetti che questa effusione fu abbondante in Croazia, durante l’aposto<strong>la</strong>to di questo santo uomo, ma il sangue che fu<br />

sparso, come torrenti, non era quello del pre<strong>la</strong>to, bensì degli ortodossi e degli Ebrei... I titoli al cardina<strong>la</strong>to a<br />

Monsignore Stepinac non sono contestabili. Nel<strong>la</strong> diocesi di Gornjii Karlovac, che dipendeva dal suo arcivescovado,<br />

su 400.000 ortodossi che vi vivevano, 50.000 poterono rifugiarsi nelle montagne, 50.000 furono spediti in Serbia,<br />

40.000 convertiti al cattolicesimo con terrore e 280.000 massacrati” (vedere HASSARD Jean, Vu en Yougos<strong>la</strong>vie,<br />

Lausanne 1947, p. 216.) PARIS Edmond, Histoire secrète des Jésuites, ed. Fischbacher, Paris 1970, pp. 249,250.<br />

“Il 10 febbraio 1960, il troppo famoso arcivescovo di Zagabria Alois Stepinac, è deceduto nel suo vil<strong>la</strong>ggio natale<br />

di Karlovice... La morte fornì al Vaticano l’occasione di una di quelle manifestazioni spettaco<strong>la</strong>ri, poiché numerosi<br />

772<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!