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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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Gentili, e questi calpesteranno <strong>la</strong> santa città per<br />

quarantadue mesi». 9<br />

Giovanni ripresenta il linguaggio del profeta Daniele, riportato nel cuore del suo<br />

libro, quando descrive nel capitolo VIII:10-14 il piccolo corno che, divenuto<br />

estremamente grande, attacca il Santuario e perseguita gli adoratori che seguono il<br />

capo dell’esercito. 10 Dal capitolo X dell’Apocalisse c’è un costante richiamo alle<br />

visioni del profeta dell’esilio.<br />

Numerosissimi sono gli interpreti antichi, medioevali e moderni, 11 che hanno<br />

capito che questo misurare si riferisce non al tempio di Gerusalemme, che era stato<br />

distrutto nel 70 d.C., ma all’edificio spirituale che è <strong>la</strong> Chiesa cristiana che, pur<br />

vivendo sul<strong>la</strong> terra, ha <strong>la</strong> sua origine e dimora in cielo. 12<br />

9<br />

Daniele 11:1,2.<br />

10<br />

Daniele 8:10-14.<br />

11<br />

Bossuet, Allo, Mede, Elliott, Bosio, Bullinger, ecc..<br />

12<br />

Colossesi 3:1-3; Filippesi 2:20. Il capitolo 11 di Apocalisse non vuole in nessun modo presentare il ristabilimento<br />

d’Israele e <strong>la</strong> sua conversione.<br />

Il dispensazionalista J.F. Walvoord scrive: «Il Tempio qui è ciò che esisterà nel tempo del<strong>la</strong> grande tribo<strong>la</strong>zione.<br />

Originariamente costruito per l’adorazione dei Giudei e il rinnovamento dei loro antichi sacrifici, durante <strong>la</strong> grande<br />

tribo<strong>la</strong>zione sarà profanato e diventerà <strong>la</strong> casa di un idolo del dominatore del mondo...» John F. WALVOORD, The<br />

Reve<strong>la</strong>tion of Jesus Christ, Chicago 1966, p. 176.<br />

Preston e Hanson correttamente criticano questa posizione dicendo: «Nel suo libro “il tempio” può solo<br />

significare una cosa: il Tempio di Gerusalemme è stato distrutto. Esso quindi significa “il tempio del corpo”, e questo<br />

corpo è il corpo di Cristo, <strong>la</strong> Chiesa cristiana. È una credenza che si fonda sul Nuovo Testamento; confr. Marco<br />

14:57,58; Giovanni 2:19-21;1 Corinzi 6:19,20».<br />

«Giovanni vede in questa città il tempio di Dio, un tempio differente da quello dell’antica economia, poiché non<br />

ha né cortile, né altare degli olocausti, ma so<strong>la</strong>mente il santuario con l’altare dei profumi. È dunque un tempio nuovo,<br />

in cui entrano gli adoratori in ispirito e in verità e non <strong>la</strong> massa del popolo... Il cortile non fa parte del tempio, come al<br />

tempo del Signore, esso si confonde con <strong>la</strong> città, e condivide <strong>la</strong> sua sorte» REYMOND Antoine, L’Apocalypse, t. II,<br />

Lausanne 1904, p. 238.<br />

«Non è assolutamente necessario che qui Giovanni incorpori <strong>la</strong> teoria di un oracolo di un profeta ebreo,<br />

pronunciata durante l’assedio del 70 d.C., con riferimento al<strong>la</strong> corte interna del tempio. Caird dice che c’è stato un<br />

considerevole numero di studiosi che hanno sostenuto questa idea, ma egli aggiunge, a dispetto dell’importanza dei<br />

suoi sostenitori, questa teoria deve essere giudicata improbabile, inutile ed assurda: improbabile, perché, una volta che<br />

<strong>la</strong> corte esterna sia stata presa dall’esercito di Tito, neppure il più fanatico rabbioso avrebbe supposto che il santuario<br />

sarebbe stato occupato per tre anni e mezzo senza che venisse profanato; inutile, perché qualunque cosa queste parole<br />

vorrebbero dire a un ipotetico zelota, certamente significano qualcosa di molto ben diverso da quello presentato da<br />

Giovanni dopo venticinque anni dall’assedio; e assurdo, perché a causa del<strong>la</strong> assunzione sottolineata, Giovanni vuole<br />

dire che debba essere presa in senso figurato a meno che alcuni abbiano previsto l’uso del senso letterale. In realtà è<br />

troppo difficile sostenere che in un libro nel quale tutte le cose sono espresse in simboli, gli ultimi avvenimenti del<br />

tempio e del<strong>la</strong> santa città potrebbero indicare il tempio materiale e <strong>la</strong> Gerusalemme terrestre. Se Giovanni avesse<br />

voluto par<strong>la</strong>re di loro avrebbe trovato qualche immagine per trasmettere questo significato senza venire meno<br />

all’inconsistenza del letteralismo. Ma Giovanni vede i Giudei come <strong>la</strong> sinagoga di Satana e non aveva nessun interesse<br />

a preservare le loro istituzioni religiose» G.B. Caird, o.c., p. 131.<br />

«Il significato d’insieme del capitolo è cristiano. In partico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> preservazione parziale del tempio di<br />

Gerusalemme, di cui Gesù aveva annunciato <strong>la</strong> rovina totale, non è da interpretare, come è stato fatto, in un senso<br />

giudaico. Il linguaggio simbolico utilizzato implica un senso cristiano. A seguito di Swete, Allo, Lohmeyer, Charles,<br />

Wikenhauser, ecc., crediamo inoltre che il tempio di Gerusalemme, di cui doveva essere risparmiata <strong>la</strong> parte interiore<br />

con “coloro che vi adorano”, non può essere qui che una figura e non dovrebbe essere presa nel senso letterale. È<br />

impossibile farlo se Giovanni scrive dopo l’anno 70. E anche, supponendo che il brano sia anteriore a questa data,<br />

come l’autore dell’Apocalisse avrebbe potuto confrontarsi con le parole di Gesù che par<strong>la</strong>ndo del tempio disse: “Non

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