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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong><br />

INSEGNAMENTI DIMENTICATI<br />

personalità del defunto sussisteva tutta intera nell’altra vita». 141 È più tardi, con i<br />

Bramini, che inizia l’idea del<strong>la</strong> trasmigrazione delle anime.<br />

Egitto<br />

«In molte cose essenziali, teologicamente e socialmente, sotto dei simboli e dei<br />

nomi differenti, l’Egitto riproduce l’India». 142<br />

Accanto al concetto dell’immortalità dell’anima sussiste quello del<strong>la</strong> risurrezione e<br />

«queste cure estreme degli Egiziani per preservare i corpi dal<strong>la</strong> corruzione e<br />

assicurare a loro l’integrità erano un atto di fede nell’altra vita e l’indizio di una vaga<br />

speranza in una sicura risurrezione». 143<br />

«L’anima propriamente detta sale o s’invo<strong>la</strong> al cielo. Essa va, secondo le idee<br />

dell’epoca arcaica esposte nei testi delle piramidi, a congiungersi con le stelle<br />

innumerevoli o, secondo le dottrine che prevalsero più tardi, essa va a fondersi nel<br />

sole, l’astro per eccellenza». 144<br />

In Egitto è presente anche <strong>la</strong> concezione che nel<strong>la</strong> vita futura ci sia anche una<br />

seconda morte dei cattivi. 145<br />

Grecia<br />

La Grecia stessa, cul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> civiltà europea ed occidentale, col tempo ha subito <strong>la</strong><br />

seduzione dell’Eden.<br />

«La credenza nell’immortalità celeste dell’anima fece <strong>la</strong> sua apparizione nel<br />

mondo greco, nel corso del<strong>la</strong> seconda metà del V secolo. Essa trasformò radicalmente<br />

<strong>la</strong> rappresentazione che i popoli dell’Oriente mediterraneo si facevano dell’origine,<br />

del<strong>la</strong> natura e del destino delle anime. Al<strong>la</strong> concezione del soffio vitale che si dissipa<br />

con <strong>la</strong> morte, al<strong>la</strong> fede nel<strong>la</strong> sopravvivenza delle ombre vane che ripetono in gesti<br />

inefficaci, nel regno sotterraneo dei morti, i <strong>la</strong>vori dell’esistenza terrestre, sostituì<br />

l’idea di un’anima di essenza celeste, smarrita in questo basso mondo come in una<br />

terra d’esilio, destinata a ritornare al<strong>la</strong> sua patria d’origine, per gustare, in compagnia<br />

degli dei siderali, una immortalità radiosa. Essa trasferì i Campi Elisi degli Egiziani e<br />

degli Orfici dalle viscere del<strong>la</strong> terra al campo delle stelle e fece del regno dei morti il<br />

regno dei cieli». 146<br />

141<br />

OLDEMBERG Hermann, La Religion du Véda, Paris 1903, p. 451; cit. A.F. Vaucher, idem.<br />

142<br />

BRUNEL Henri, Avant le Christianisme, ou Histoire des doctrines religeuses ou philosophiques de l’Antiquité,<br />

Paris 1852, p. 104; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 11.<br />

143<br />

MALLON Alexis, Les Hébreux en Egypte, Rome 1821, p. 90; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 12.<br />

144<br />

VIREY Philippe, La religione de l’ancien Egypte, Paris 1910, p. 239; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 12.<br />

145<br />

Vedere BERGUER-BRETT Henry, Le Conditionalisme et l’Universalisme conditionnel, Genève 1879, p. 6.<br />

146<br />

OROUGIER Louis, L’origine astronomique de <strong>la</strong> croyance pythagoricienne en l’immortalité céleste des âmes, Paris<br />

1933, p. III; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 14.<br />

175

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