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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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L‘ASCESA DEL PAPATO<br />

esprimersi in termini di forza, di lotte di gruppi di c<strong>la</strong>sse... si crea il terreno favorevole alle<br />

barriere sociali, al dispetto, all’odio, al terrorismo e al<strong>la</strong> loro apologia sorniona o aperta». Il<br />

papa al<strong>la</strong> fine fece appello ai poteri pubblici perché essi «riconoscano... <strong>la</strong> libertà religiosa,<br />

favoriscano così lo sviluppo di uno spirito di pace». Concluse affermando che «<strong>la</strong> pace sarà<br />

l’ultima paro<strong>la</strong> del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>» (cit.: estratta dal Journal de Genève del 22/12/1978).<br />

Giovanni Paolo II ha posto <strong>la</strong> dignità umana al centro del<strong>la</strong> sua prima enciclica Redemptor<br />

hominis (1979). Il terzo capitolo, in partico<strong>la</strong>re, invita a considerare l’enciclica non so<strong>la</strong>mente<br />

come un fatto religioso, ma anche come un fatto politico. In effetti, l’ampiezza dello spirito di<br />

conciliazione che testimonia ne fa «una specie di documento diplomatico di essenza<br />

superiore, che avrebbe il compito di mettere in luce gli interessi comuni dell’umanità» (cit.<br />

estratta dall’articolo de Antoine MAURICE, Les hauteurs radieuses, in Journal de Genève,<br />

23/3/1979. È una delle ragioni per le quali il papa saluta in questo testo l’Organizzazione<br />

delle Nazioni Unite e lo sforzo di definizione dei diritti dell’uomo forniti da questa<br />

organizzazione. Al<strong>la</strong> Sede dell’UNESCO a Parigi il 2 giugno 1980, Giovanni Paolo II fece una<br />

lezione sul<strong>la</strong> cultura che dovrebbe essere accettata dall’umanità intera, sottolineando prima di<br />

tutto «<strong>la</strong> priorità dell’etica sul<strong>la</strong> tecnica, il primato del<strong>la</strong> persona sulle cose, <strong>la</strong> superiorità<br />

dello spirito sul<strong>la</strong> materia».<br />

Commentando l’attentato perpetrato contro Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981,<br />

l’Osservatore Romano scriveva: «L’attentato affligge profondamente il papa, perché egli si<br />

rende conto che più ancora che lui stesso, si è cercato di distruggere ciò che rappresenta:<br />

l’appello all’amore, al<strong>la</strong> concordia, al<strong>la</strong> pace. L’attentato è stato un attentato non contro un<br />

tale uomo, ma contro l’Uomo» (cit. estratta dall’articolo di Jean NEUVECELLE, L’agresseur du<br />

Pape a-t-il vraiment agi seul?, in Journal de Genève, 28/7/1981).<br />

Il papa: personaggio mondiale che meglio può assolvere alle aspettative di pace<br />

In un mondo sempre più in cristi, anche se sembra che l’ombra del<strong>la</strong> spada di Damocle, di<br />

un nuovo genocidio, si stia allontanando, il persistere di una situazione di instabilità e di<br />

insicurezza sociale, economica e anche politica, il ministero del papa in favore del<strong>la</strong> pace e<br />

del bene dei popoli prende un valore considerevole.<br />

Le considerazioni fatte ci portano a concludere che <strong>la</strong> congiuntura non è estranea<br />

all’ascesa vertiginosa del papato sul<strong>la</strong> scena mondiale. Al contrario! In un mondo al<strong>la</strong> deriva,<br />

che cerca disperatamente un punto di ancoraggio e un quadro di riferimento, in un mondo che<br />

- per istinto vitale di conservazione - si rivolge verso il passato e ai suoi valori, in un mondo<br />

assetato d’irrazionale e di spirituale, in cui le ideologie non riescono più a mobilitare le masse<br />

popo<strong>la</strong>ri, in un mondo al<strong>la</strong> ricerca di una istanza morale di ascolto universale che possa farsi<br />

l’avvocato dell’Umanità e l’interprete degli interessi superiori, in un mondo <strong>la</strong>cerato, al bordo<br />

dell’abisso, che ha tanto bisogno di una paro<strong>la</strong> conciliatrice e pacificatrice, <strong>la</strong> Santa Sede<br />

appare obiettivamente più indicato per soddisfare questi bisogni presenti.<br />

Con un prestigio simile a nessun altro, che affonda le sue radici in quasi duemi<strong>la</strong> anni di<br />

<strong>storia</strong>, che dispone di un credito morale e di una autorità spirituale incomparabile, il papato<br />

esercita oggi una influenza che, lontano da essere racchiusa nel quadro cristiano, si estende<br />

universalmente. Si eleva mediante l’altezza dei suoi propositi ben al di sopra dei dibattiti<br />

confessionali, politici e ideologici, sforzandosi di cogliere l’interesse generale e di definire il<br />

bene comune. Il Papa appare a molti come il porta-paro<strong>la</strong> più autorevole dell’umanità<br />

contemporanea. Chi potrebbe dubitare che l’avvenire gli sia favorevole?<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong> 1253

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