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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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CAPITOLO XXIII<br />

A. Gretil<strong>la</strong>t scrive: “Come Dio non annienta l’umanità peccatrice (pentita), ma<br />

l’ha riscattata e rinnovata, così l’antico mondo non è annientato, ma purificato e<br />

rinnovato”. In altre parole: nul<strong>la</strong> di nuovo, ma ogni cosa nuova.<br />

Nel<strong>la</strong> realtà futura, “il mare”, non i nostri mari ed oceani, ma l’abitazione del<br />

dragone, <strong>la</strong> manifestazione del soggiorno dei morti, patria delle persone demoniache<br />

di questo mondo, si ritirerà come nel giorno dell’Esodo, sparendo però<br />

definitivamente, davanti al<strong>la</strong> manifestazione del nuovo Israele. 17<br />

Dopo il millennio, Giovanni vede scendere dal cielo, d’appresso a Dio, <strong>la</strong> Nuova<br />

Gerusalemme 18 , come una sposa adorna per il suo sposo.<br />

Nell’Antico Testamento, Gerusalemme 19 è considerata come <strong>la</strong> sede del regno di<br />

Dio, il luogo in cui l’Eterno aveva stabilito <strong>la</strong> sua dimora fra gli uomini, dove si<br />

manifestava a loro. Nel<strong>la</strong> nuova terra, <strong>la</strong> Nuova Gerusalemme sarà il luogo di<br />

incontro dei santi glorificati. Questa città è contemporaneamente l’abitazione dei<br />

santi e <strong>la</strong> Chiesa glorificata. Perciò essa è <strong>la</strong> città santa e <strong>la</strong> sposa di Cristo. Dopo il<br />

millennio “questa Nuova Gerusalemme scende dal cielo d’appresso a Dio perché è<br />

opera di Dio; lo è come dimora da lui preparata per gli eletti e lo è come società dei<br />

salvati da Cristo, santificati dallo Spirito, fatti degni del<strong>la</strong> comunione perfetta col loro<br />

17 Giobbe 7:12; Apocalisse 20:13; 13:1; Isaia 27:1; 51:9,10; Salmo 74:13,14; Giobbe 26:12,13.<br />

“Il mare, per un piccolo popolo rivierasco, era <strong>la</strong> realtà infida da cui all’improvviso potevano venire le invasioni;<br />

nel contesto apocalittico, il mare simboleggia spesso <strong>la</strong> guerra, ed è portatore di mostri: le quattro bestie mostruose<br />

descritte in Daniele 7 vengono dal mare, e dal mare viene pure il mostro delle teste con nomi di bestemmia di<br />

Apocalisse 13 <strong>la</strong> cui violenza arriva sino a Dio. Quel mare non sarà più” R. Rizzo, o.c., p. 332.<br />

18 “Il profeta Daniele stesso ha avuto <strong>la</strong> visione di questa Gerusalemme celeste. Al<strong>la</strong> fine dei regni terrestri che<br />

finiranno per sparire senza <strong>la</strong>sciare tracce (Daniele 2:35), vede “un regno che non sarà mai distrutto” (Daniele 2:44),<br />

sotto <strong>la</strong> forma di una montagna (Daniele 2:35,44), immagine tradizione del<strong>la</strong> Sion o di Gerusalemme (Salmo 24:2;<br />

Isaia 2:3; Zaccaria 8:3; Isaia 27:13; confr. Daniele 9:20; 11:45; ecc.). Sui passi del<strong>la</strong> Bibbia ebraica, <strong>la</strong> tradizione<br />

giudaica afferma <strong>la</strong> realtà del<strong>la</strong> Gerusalemme celeste (Yerusha<strong>la</strong>yim shel Maa<strong>la</strong>h) che esisteva pure prima del<strong>la</strong><br />

creazione del mondo (Tanh B. Num, p. 34); e che ispira delle predicazioni e dei canti d’amore (Taan 5a, Tanh. Peq 1).<br />

Nel<strong>la</strong> letteratura apocalittica giudaica, si annunciava che <strong>la</strong> Gerusalemme celeste e il suo tempio discenderanno per<br />

prendere il posto delle città terrestri, “poiché là dove l’Altissimo abita nessuna opera umana può sussistere” (1 Enoc<br />

90:28,29; 4 Esdra 7:26; 10:54). Secondo il rabbino cabalista del XIII secolo, Bahia ben Asher, il plurale duale del<strong>la</strong><br />

paro<strong>la</strong> ebraica per Gerusalemme (Yerusha<strong>la</strong>yim) si applica con riferimento alle due Gerusalemme, quel<strong>la</strong> terrestre e<br />

quel<strong>la</strong> celeste” DOUKHAN Jacques, Le cri du ciel, Dammarie les Lys 1996, p. 260.<br />

19 “Tutta l’Apocalisse è attraversata da due figure antitetiche: Israele e Babilonia. La prima figura rappresenta<br />

l’interlocutore umano del piano salvifico di Dio, oggetto di salvezza, quindi, ma anche soggetto salvifico in virtù del<br />

patto. Israele è dunque il popolo fedele dall’Eden ad Armaghedon; Babilonia è invece il simbolo dell’umanità<br />

orgogliosa e ribelle, espressione visibile del potere satanico, ido<strong>la</strong>tra quanto prevaricatrice. Babilonia dominerà a<br />

lungo ma cadrà per sempre (vedere capitolo 14 e 18); Israele è invece destinato all’eternità. Non sarà però l’Israele<br />

del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> (né quello prodotto dal<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione veterotestamentaria, né <strong>la</strong> Chiesa) nel<strong>la</strong> sua integrità a ereditare<br />

l’eternità, ma <strong>la</strong> sua sublimazione operata nei cieli, e nei cieli trasfigurata. La Nuova Gerusalemme che scende si<br />

contrappone all’antica Babilonia <strong>la</strong> cui torre vuole salire sino al cielo. La Nuova Gerusalemme che scende non è <strong>la</strong><br />

vecchia Gerusalemme che si espande, non è costruita dagli uomini, poiché tutte le Gerusalemme costruite dagli uomini<br />

hanno fallito. L’unico “suo architetto e costruttore è Dio” Ebrei 11:13” R. Rizzo, o.c., p. 332. La prima allusione a<br />

Gerusalemme <strong>la</strong> si ha all’incontro di Abramo con Melchisedec, re di Salim, cioè re di pace, di giustizia (Genesi<br />

14:18; Ebrei 7:2). Il nome di questa città cananea, Salim, si pensa che sia l’antico nome dato a Gerusalemme. Di<br />

questa città non si conosce l’origine, Melchisedec era re e sacerdote dell’Eterno al tempo di Abramo, ma quando<br />

Israele esce dall’Egitto era una città pagana. Davide <strong>la</strong> conquistò non a seguito di un esplicito ordine di Dio (Giosuè<br />

15:63; 2 Samuele 5:3,6-10). Gerusalemme sarà importante perché capitale del popolo ebraico, perché vedrà <strong>la</strong><br />

costruzione del tempio e Dio vi farà <strong>la</strong> sua dimora. Non è importante per le sue origini, ma per quello che rappresenta.<br />

Da nessuna parte è detto che sia stata costruita da Dio o che abbia delle origini divine. Per contro di Babilonia è detto<br />

che è stata costruita da Marduk e per lui.<br />

926<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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