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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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Il sangue era il simbolo del<strong>la</strong> vita «poiché <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> carne è nel sangue». 67<br />

Come abbiamo detto, per un simbolismo che par<strong>la</strong>va agli occhi, il gesto del<strong>la</strong><br />

mano posta sul<strong>la</strong> vittima, era come un trait d’union, un segno di solidarietà. Indicava<br />

una unione fino a una specie d’identità, di solidarietà. L’uomo si identificava con <strong>la</strong><br />

sua offerta per presentare tramite essa al Signore <strong>la</strong> sua adorazione o <strong>la</strong> sua vita<br />

purificata-espiazione, <strong>la</strong> sua domanda o <strong>la</strong> sua azione di grazia. Il sangue del<strong>la</strong><br />

vittima, conformemente ai simbolismi dei riti di alleanza, rappresentava <strong>la</strong> vita del<br />

peccatore, desideroso di rinnovare con Dio l’unione compromessa, il suo perdono.<br />

L’adoratore vedeva il suo proprio sangue sparso e portato, dal ministro del<strong>la</strong> giustizia<br />

divina, davanti al trono del<strong>la</strong> Maestà. Il sacerdote offriva a Dio <strong>la</strong> vita del peccatore<br />

pentito, come se <strong>la</strong> sua anima si <strong>la</strong>nciasse in uno sforzo sublime, in un trasporto<br />

d’amore, in un desiderio ardente di riconciliazione e di unione.<br />

Questo insegnamento del cerimoniale israelitico dell’Antico Testamento: <strong>la</strong> vita<br />

del credente unita a Dio, lo ritroviamo sotto <strong>la</strong> penna dell’apostolo Paolo quando ai<br />

Colossesi scrive che coloro che sono stati «risuscitati con Cristo», cioè che si sono<br />

“identificati”, mediante il battesimo, nel<strong>la</strong> sua morte e resurrezione, sono «<strong>diventa</strong>ti<br />

una stessa cosa con lui» e hanno «<strong>la</strong> loro vita nascosta con Cristo in Dio». 68 Come<br />

quindi <strong>la</strong> vita (il sangue) dell’Agnello è ora sul trono di Dio, nel luogo santissimo,<br />

così pure il credente, sebbene viva ancora come l’antico israelita nel deserto di questo<br />

mondo, ha <strong>la</strong> sua vita nel tabernacolo di Dio in cielo.<br />

Augustin Gretil<strong>la</strong>t scriveva: «L’aspersione del sangue non veniva fatta<br />

sull’offerente, ma sugli oggetti che rappresentavano per eccellenza il culto teocratico<br />

simboli dell’aspirazione del<strong>la</strong> creatura verso Dio: i tre altari del cortile, del luogo<br />

santo e del luogo santissimo». Considerando poi che <strong>la</strong> vittima sacrificata in parte<br />

veniva bruciata sull’altare del cortile e in parte veniva bruciata fuori dal campo, nel<br />

deserto, aggiungeva: «La prima simboleggiava <strong>la</strong> consacrazione attiva al servizio di<br />

Yahvé: <strong>la</strong> seconda, <strong>la</strong> purificazione dell’uomo mediante <strong>la</strong> distruzione di ogni<br />

sozzura». 69<br />

Con l’olocausto, l’israelita, bruciando tutta <strong>la</strong> vittima, abbandonava tutto il suo<br />

essere a Yahvé. Attraverso il sacrificio, il legame tra l’uomo e Dio veniva<br />

nuovamente ristabilito. «Tale è precisamente <strong>la</strong> natura del sacrificio:<br />

contemporaneamente comunione divina e umana; preghiera simbolica e banchetto<br />

fraterno; <strong>profezia</strong> eterna e universale del<strong>la</strong> redenzione e dell’eucarestia; poiché gli<br />

uomini che si danno a Dio sotto <strong>la</strong> figura dell’offerta, si associano o comunicano nel<br />

mangiare in comune». 70<br />

67 Levitico 17:11. «I1 significato generale del sacrificio è indicato in Levitico 17:11. “L’anima del<strong>la</strong> carne è nel<br />

sangue; io ve <strong>la</strong> dono per l’altare, al fine che serva di espiazione per le vostre anime, poiché è per l’anima che il<br />

sangue fa l’espiazione”. Lo scopo del sacrificio è l’espiazione del peccato. Questo procede dal<strong>la</strong> concupiscenza, che<br />

ha <strong>la</strong> sua sede e <strong>la</strong> sua origine nell’anima e l’anima dimora nel sangue. Il peccato procede dunque dal sangue; così <strong>la</strong><br />

punizione (leggere espiazione/purificazione, ndt) si indirizza al sangue, per il fatto (che rappresenta) <strong>la</strong> sede<br />

dell’anima» KURTZ Johann-Heinrich, La révé<strong>la</strong>tion salutaire de Dieu, Lausanne 1866, pp. 114, 115.<br />

68 Colossesi 3:1-3; Romani 6:3-5.<br />

69 GRETILLAT Augustin, Théologie systématique, t. IV, Dogmatique, Neuchâtel 1890, pp. 43,54.<br />

70<br />

BRUNEL Henri, Avant le Christianisme ou Histoire de Doctrines religieuses et philosophiques de l’Antiquité‚<br />

Paris 1852, p. 372.

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