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Quando la profezia diventa storia - Adelio Pellegrini

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INTRODUZIONE<br />

Agli apostoli che si erano preoccupati di sapere come e quando Gesù sarebbe<br />

ritornato e quando sarebbe finita <strong>la</strong> triste realtà quotidiana, Gesù sul monte degli Ulivi<br />

rispose pronunciando un discorso meraviglioso con il quale considerava <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong><br />

Chiesa e i pericoli che essa avrebbe attraversato. 21 È per questo che «l’Apocalisse può<br />

essere anche considerata come lo sviluppo del discorso escatologico». 22 L’Apocalisse<br />

non ha altro scopo che darci fiducia nell’avvenire e <strong>la</strong> certezza delle cose future. Pur<br />

non descrivendoci per filo e per segno quello che avverrà, ci testimonia del<strong>la</strong> certezza<br />

che Cristo ritornerà trionfante. Giovanni, nel descrivere <strong>la</strong> rappresentazione figurata<br />

del<strong>la</strong> realtà, fa dell’Apocalisse «più e meglio che una semplice <strong>storia</strong> raccontata in<br />

anticipo... una filosofia del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>» 23 e quindi «si dovrebbe riprodurre l’Apocalisse<br />

in testa a ogni introduzione del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> universale, poiché il suo oggetto è ciò che fa il<br />

senso e il fondo dell’evoluzione dell’umanità». 24 «Si può dire che il libro di Daniele è<br />

<strong>la</strong> cul<strong>la</strong> nascosta del<strong>la</strong> filosofia del<strong>la</strong> <strong>storia</strong>». 25<br />

«L’Apocalisse biblica non è stata considerata fino ad ora che come un prologo del<br />

Regno di Dio. Oggi che (questo Regno) è <strong>diventa</strong>to tecnicamente possibile e pure<br />

probabile, esso sorge davanti a noi in un iso<strong>la</strong>mento totale: nessuno crede più che un<br />

regno di Dio vi faccia seguito, neppure il più cristiano dei cristiani». 26<br />

«Questi libri (Daniele e Apocalisse) sono stati scritti per coloro che si sono<br />

appropriati, tramite <strong>la</strong> fede, grazie a una intelligenza tutta spirituale, di tutto il resto<br />

del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio. Essi hanno di che scandalizzare coloro che li leggono come profani.<br />

Finché siamo in questo mondo di ricchi e di soddisfatti, finché non sospiriamo dal<br />

profondo del nostro essere qualcosa di meglio... le apocalissi non sono ancora per noi.<br />

Nessun altro che l’Agnello immo<strong>la</strong>to può aprire il libro sigil<strong>la</strong>to dai sette sigilli;<br />

nessun altro che colui per il quale il mondo è crocifisso può leggere gli enigmi che<br />

contiene. Daniele e Giovanni, quando questi misteri furono loro rive<strong>la</strong>ti dall’alto, si<br />

prostrarono con <strong>la</strong> faccia a terra, tremando e adorando; è da qui che bisogna<br />

cominciare per arrivare a comprenderli... Bisogna avere fatto di già l’esperienza con<br />

«L’Apocalisse si caratterizza per una assenza totale di citazioni formali dell’Antico Testamento, tuttavia su 404<br />

versetti, 378 contengono un riferimento all’Antico Testamento» Idem, p. 408.<br />

Daniele non ispira so<strong>la</strong>mente il linguaggio a Giovanni (Daniele 2:35; Apocalisse 20:11; Daniele 2:29; Apocalisse<br />

1:1; 22:6; 4:1; 1:20), ma anche gli avvenimenti che si devono susseguire. Il capitolo più citato è il 7, con dodici<br />

riferimenti.<br />

«Numerosi rapporti tra Daniele e l’Apocalisse sono evidenti. Per esempio: l’adorazione dell’immagine d’oro in<br />

Daniele 3 e l’immagine del<strong>la</strong> bestia in Apocalisse 13; <strong>la</strong> visione del Cristo in Daniele 10 e Apocalisse 1; <strong>la</strong> caduta di<br />

Babilonia in Daniele 5 e Apocalisse 14 e 18; Dio viene a liberare i suoi in Daniele 3 e 6 e Apocalisse 14; le bestie di<br />

Daniele 7 e Apocalisse 13 e 17; i tempi profetici stabiliti da Daniele 7 li si ritrovano in Apocalisse 11, 12 e 13» Idem,<br />

p. 416.<br />

21<br />

Matteo 24; Marco 13, Luca 21. «Il rapporto stretto che esiste tra il discorso profetico che nostro Signore ha<br />

pronunciato sul monte degli Ulivi e il libro del<strong>la</strong> <strong>profezia</strong> apocalittica, deve necessariamente ritenere l’attenzione di<br />

ogni persona che studia <strong>la</strong> Scrittura» ALFORD H., The greck Testament, vol. IV, Prolegomena, 2 a ed., London 1862, p.<br />

249; cit. da VAUCHER Alfred Félix, Les Prophéties apocalyptiques et leur interprétation, ed. 1972, p. 37. Per una<br />

spiegazione del discorso profetico di Gesù, vedere Appendice n. 15.<br />

22<br />

A.F. Vaucher, idem, p. 37.<br />

23<br />

Idem, p. 38.<br />

24<br />

FOERSTER Fr. Wilhelm, L’Europe et <strong>la</strong> Question allemande, Paris 1937, p. 5.<br />

25<br />

NICOLAS Michel, Des doctrines religieuses des Juifs, Paris 1860, p. 272, n. 2.<br />

Per una visione d’insieme dei vari sistemi di interpretazione dell’Apocalisse, vedere Appendice n. 9.<br />

26<br />

GUNTER Auders, Endzeit und Zeitende, C. II, Beck, Munich; cit. ZURCHER Jean, Servir, III e IV trim., 1973, p. 24.<br />

18<br />

<strong>Quando</strong> <strong>la</strong> <strong>profezia</strong> <strong>diventa</strong> <strong>storia</strong>

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